
(AGENPARL) – mer 02 novembre 2022 CONTI ECONOMICI DELLE IMPRESE E DEI GRUPPI DI IMPRESA | ANNO 2020
Nel primo anno di pandemia crolla il valore aggiunto delle imprese dell’industria e dei servizi
Nel 2020 le imprese industriali e dei servizi sono 4,3 milioni (+1,1%) e generano un valore aggiunto di 739 miliardi, in diminuzione del 10,5% sul 2019 (-12,4% nei servizi, -8,8% nell’industria in senso stretto e -3,4% nelle costruzioni).
Il margine operativo lordo segna un calo del 13,0%, il fatturato dell’11,3%, il costo del lavoro dell’8,3%.
Le imprese organizzate in gruppi, che generano il 57,3% del valore aggiunto e il 63,0% del fatturato totale, registrano una riduzione del valore aggiunto inferiore alla media (- 9,5%).
-1,7%
La diminuzione del numero di addetti
-0,7% per le imprese con 250 addetti, -0,2% per i gruppi multinazionali. -9,7%
Il valore aggiunto per le imprese con 250 addetti e oltre
+2,0%
L’aumento del costo orario del lavoro
+3,0% nelle grandi imprese.
La flessione degli occupati è maggiore nel settore terziario
Nel 2020 le imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato sono 4,3 milioni e occupano 16,6 milioni di addetti (-1,7% sul 2019), di cui 12 milioni di dipendenti (-1,8%).
Il settore dei servizi include il 79,5% delle imprese, occupa il 67,3% degli addetti e produce il 56,4% del valore aggiunto totale; è anche quello che registra la perdita occupazionale maggiore (-2,3% sul 2019). Le costruzioni assorbono l’11,5% delle imprese e l’8,2% degli addetti e producono il 6,9% del valore aggiunto totale: è l’unico settore in cui l’occupazione cresce nell’anno (+2,7% sul 2019). Infine, l’industria in senso stretto con il 9,0% delle imprese attive occupa però il 24,5% degli addetti (-1,4% sul 2019) e realizza il 36,8% del valore aggiunto totale.
La quasi totalità delle imprese (95,2%) ha meno di 10 addetti che complessivamente occupano il 43,8% degli addetti. Questo segmento di imprese realizza anche il 26,8% del valore aggiunto totale. All’opposto, le imprese con 250 addetti e oltre sono solo lo 0,1%, con il 23,5% degli addetti e il 35,6% del valore aggiunto. Le imprese con 10-249 addetti (4,7% del totale) che realizzano il 37,6% di valore aggiunto e occupano il 32,7% degli addetti, registrano un calo di occupazione più alto della media, con una riduzione di 6,3% nella classe 10-19 addetti, di 5,1% nella classe 20-49 addetti e di 2,0% nella classe 50-249 addetti.
Il 3,6% delle imprese (153.302) è organizzato in strutture di gruppo (100.615), con oltre 5,9 milioni di addetti (-0,9% sul 2019). Il 2,2% delle imprese organizzate in gruppo ha 250 addetti e oltre, occupa il 59,7% degli addetti e produce il 59,4% del valore aggiunto dei gruppi. L’occupazione rimane quasi stabile nei gruppi multinazionali (-0,2% sul 2019) mentre si riduce dell’1,8% nei gruppi domestici.
Si riduce la dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi, da 39 addetti nel 2019 a 38,6 nel 2020, contro i 3,9 del totale delle imprese (4 nel 2019). Particolarmente significativa risulta la dimensione delle imprese appartenenti a gruppi multinazionali, che oscilla tra una media di 100,9 addetti per le imprese di gruppi con governance estera e 125,6 per quelle con governance italiana. Di contro, la dimensione dei gruppi domestici è di 20,4 addetti.
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI DELLE IMPRESE INDUSTRIALI E DEI SERVIZI PER DIMENSIONE ECONOMICA. Anno 2020
CLASSI DI ADDETTI Imprese Addetti Dipendenti Fatturato(mln di euro) Valore aggiunto (mln di euro) Valore aggiunto per addetto(mgl di euro) Costo del lavoro per dipendente(mgl di euro)
0-9 4,047,293 7,269,701 2,892,242 658,105 197,753 27,2 21,8
10-19 127,204 1,668,434 1,516,411 266,587 67,073 40,2 28,9
20-49 52,126 1,550,783 1,498,377 314,588 76,376 49,3 34,0
50-249 22,601 2,203,260 2,179,926 562,126 134,415 61,0 39,3
250 e oltre 4,055 3,902,790 3,899,732 1,003,991 263,390 67,5 43,2
Totale 4,253,279 16,594,968 11,986,688 2,805,397 739,007 44,5 34,4
Crollo del valore aggiunto dopo sei anni di crescita
Nel 2020, dopo sei anni di crescita, il valore aggiunto diminuisce del 10,5% rispetto all’anno precedente, il margine operativo lordo del 13,0%, il fatturato dell’11,3% e il costo del lavoro dell’8,3%. Valore aggiunto e fatturato risultano in calo anche per le imprese organizzate in gruppi (rispettivamente -9,5% e -11,7%): queste generano il 57,3% del valore aggiunto e il 63,0% del fatturato totale.
La flessione del valore aggiunto è più elevata per le classi dimensionali centrali: -10,6% nella classe 0-9 addetti, -15% in quella 10-19, -13,1% nella classe 20-49, -7,9% nella classe 50-249, -9,7% nella classe 250 addetti e oltre. Tale dinamica eterogenea è spiegata dalla variabilità dei tassi di flessione di fatturato e costi intermedi che si registra nelle varie classi dimensionali.
La distribuzione delle imprese per classe di addetti è sostanzialmente diversa tra le imprese appartenenti a gruppi e non, e lo è ancora di più la distribuzione degli addetti, del fatturato e del valore aggiunto. Se tra le imprese non appartenenti a gruppi le micro-imprese occupano il 66,0% degli addetti e le grandi imprese il 3,5%, nei gruppi le grandi imprese occupano il 59,7% degli addetti e le micro-imprese solo il 3,8%. Analoghe differenze emergono per le distribuzioni di fatturato e valore aggiunto (Figura 1).
Le variazioni del valore aggiunto, fatturato e margine operativo lordo sono più elevate nei gruppi di grande dimensione, con oltre 5mila addetti (rispettivamente -11,8%, -17,8%, -24,0%), mentre subiscono variazioni minori i gruppi di piccola dimensione con 0-19 addetti (rispettivamente -7,5%, -7%, -7,7%).
FIGURA 1. PRINCIPALI VARIABILI PER APPARTENENZA O MENO A GRUPPI E CLASSE DI ADDETTI.
Anno 2020, valori percentuali
Il settore delle costruzioni è il meno colpito dalla crisi
Nei servizi il valore aggiunto diminuisce del 12,4%, il margine operativo lordo del 15,7% e i costi del personale del 9,4%. In grande sofferenza le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione che perdono il 51,0% del valore aggiunto e il 79,6% del margine operativo lordo, con una riduzione del 36,8% dei costi del personale. Il 3,1% delle imprese dei servizi fa parte di un gruppo, occupa il 31,6% degli addetti del settore e il 46,4% dei dipendenti e realizza il 51,3% del valore aggiunto dei servizi (-11,8% sul 2019).
L’industria in senso stretto subisce una perdita minore rispetto ai servizi, con una diminuzione dell’8,8% del valore aggiunto, del 10,6% del margine operativo lordo e del 7,3% del costo del lavoro. L’8,1% delle imprese del settore è organizzato in strutture di gruppo che impiegano il 53,1% degli addetti e il 59,2% dei dipendenti e realizzano il 71,8% del valore aggiunto del settore (-7,5% sul 2019).
Nel comparto delle costruzioni la diminuzione del valore aggiunto, del margine operativo lordo e del costo del lavoro è più contenuta (rispettivamente -3,4%, -0,7% e -5,3%). Il 3,2% delle imprese del settore è organizzato in strutture di gruppo, occupa il 16,9% degli addetti del settore e il 26,6% dei dipendenti e realizza il 28,3% del valore aggiunto del settore (+0,8% sul 2019).
La produttività apparente del lavoro si riduce drasticamente nel settore dei servizi (-10,3% sul 2019), a confronto di una riduzione del 7,5% nell’industria in senso stretto e del 6% delle costruzioni. L’appartenenza al gruppo non agevola le imprese del settore dei servizi (-10,5% sul 2019) e dell’industria in senso stretto (-7,3% sul 2019), mentre aiuta le imprese che operano nelle costruzioni (-2,5% sul 2019).
La produttività, in generale, è maggiore per le imprese appartenenti a gruppi (oltre 71mila euro contro i quasi 30mila delle imprese indipendenti) anche considerando la suddivisione in classi di addetti. In particolare, lo scarto si amplia nelle micro-imprese dove l’indicatore per quelle in gruppi è più del triplo di quello delle imprese non appartenenti a gruppi (92mila euro contro 25mila 200 euro) (Figura 2).
FIGURA 2. PRODUTTIVITÀ APPARENTE DEL LAVORO PER CLASSE DI ADDETTI DELLE IMPRESE E APPARTENENZA AI GRUPPI. Anno 2020, migliaia di euro
Sempre rilevante l’apporto dei grandi gruppi multinazionali
Le imprese appartenenti a gruppi risultano più produttive di quelle indipendenti: il valore aggiunto per addetto, ossia l’indicatore che rappresenta la produttività apparente del lavoro, ammonta a 71mila 500 euro (Figura 3) ed è 1,6 volte maggiore di quello delle imprese nel complesso (44mila 500 euro).
La produttività media delle imprese organizzate in gruppi arresta la sua crescita rispetto agli anni passati, registrando un decremento dell’8,7% rispetto al 2019. Influenzata dalla dimensione del gruppo, la produttività raggiunge il valore più alto nella classe dei gruppi con oltre 5mila addetti (72mila 700 euro) e supera i 97mila euro nei gruppi con oltre 10 imprese attive, con flessioni rispettivamente del dell’11,2% e 13,7%.
I gruppi multinazionali presentano infatti migliori performance, con una produttività pari a 85mila 600 euro in quelli con governance estera e 84mila 900 euro in quelli con governance italiana, mentre la performance si riduce nei gruppi domestici (53mila euro). Rispetto al 2019 la produttività scende di più nei gruppi multinazionali (- 9,8%).
Il costo del lavoro per dipendente nelle imprese appartenenti a gruppi è più elevato di quello delle imprese nel complesso (44mila euro nei gruppi contro 34mila 400 euro del dato medio nazionale), ma registra nel 2020 un decremento dello 4,9%, più contenuto nei gruppi multinazionali, di grandi dimensioni e con strutture complesse. Il costo del lavoro per dipendente raggiunge 52mila 900 euro nelle multinazionali con governance estera, 48mila 200 euro in quelle con governance Italiana e 35mila 600 euro nei gruppi domestici.
Glossario
Addetto: persona occupata in un’unità giuridica, come lavoratore indipendente o dipendente (a tempo pieno, a tempo parziale o con contratto di formazione lavoro), anche se temporaneamente assente (per servizio, ferie, malattia, sospensione dal lavoro, Cassa integrazione guadagni ecc.). Comprende il titolare/i dell’impresa partecipante/i direttamente alla gestione, i cooperatori (soci di cooperative che, come corrispettivo della loro prestazione, percepiscono un compenso proporzionato all’opera resa e una quota degli utili dell’impresa), i coadiuvanti familiari (parenti o affini del titolare che prestano lavoro manuale senza una prefissata retribuzione contrattuale), i dirigenti, quadri, impiegati, operai e apprendisti.
Asia (Registro statistico delle imprese attive): costituito in ottemperanza delle disposizioni dei Regolamenti europei n.2152/2019 (che ha abrogato il Regolamento europeon.177/2008) e n.696/1993 secondo una metodologia armonizzata approvata da Eurostat. Il registro Asia è la fonte ufficiale sulla struttura della popolazione di imprese e sulla sua demografia che individua l’insieme delle imprese, e i relativi caratteri statistici, integrando informazioni desumibili sia da fonti amministrative, gestite da enti pubblici o da società private, sia da fonti statistiche. Le principali fonti amministrative sono gli archivi gestiti dall’Agenzia delle Entrate per il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Anagrafe Tributaria, dichiarazioni annuali delle imposte indirette, dichiarazioni dell’imposta regionale sulle attività produttive, Indici Sintetici di Affidabilità (ISA) – ex Studi di Settore); i registri delle imprese delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura e gli archivi collegati dei soci delle Società di Capitale e delle ‘Persone’ con cariche sociali; gli archivi dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, relativamente alle posizioni contributive dei dipendenti delle imprese e a quelle degli artigiani e commercianti; l’archivio delle utenze telefoniche; l’archivio dei bilanci consolidati e di esercizio; l’archivio degli istituti di credito gestito dalla Banca d’Italia e l’archivio delle società di assicurazioni gestito dall’Isvap. Le fonti statistiche comprendono, invece, l’indagine sulle unità locali delle grandi imprese (Iulgi) e le indagini strutturali e congiunturali che l’Istat effettua sulle imprese.
Attività economica: è la combinazione di risorse – quali attrezzature, manodopera, tecniche di fabbricazione, reti di informazione o di prodotti – che porta alla creazione di specifici beni o servizi. Ai fini della produzione di informazione statistica, le imprese sono classificate per attività economica prevalente, secondo la classificazione Ateco2007 in vigore dal 1° gennaio 2008, che costituisce la versione nazionale della nuova classificazione europea delle attività economiche Nace Rev. Se nell’ambito di una stessa unità sono esercitate più attività economiche, la prevalenza è individuata sulla base del valore aggiunto o, in mancanza di tale dato, sulla base del fatturato, del numero medio annuo di addetti, delle spese per il personale o delle retribuzioni lorde.
Attività economica ancillare: attività di una unità giuridica di un gruppo a supporto esclusivo ed indispensabile per lo svolgimento del processo produttivo. Sono ancillari quelle attività svolte dall’unità giuridica al fine di consentire e facilitare la produzione di beni e servizi; le attività ancillari producono beni e servizi che non sono oggetto di transazione sul mercato al di fuori del gruppo; le unità ancillari mancano di autonomia gestionale, contabile e operativa nel senso che sono prive di un’organizzazione unitaria nello svolgimento del processo produttivo.
Attività economica integrata: attività di una unità giuridica di un gruppo per la quale l’output finale del processo produttivo viene consumato o sfruttato da un’altra unità.
Branch: unità locale di impresa estera residente in territorio nazionale.
Controllante: l’unità istituzionale (persona fisica o giuridica) che esercita il controllo ai sensi dell’articolo 2359 del Codice civile.
Controllata: l’unità giuridica controllata direttamente o indirettamente dal vertice.
Costo del lavoro: comprende tutte le voci che costituiscono la retribuzione lorda del personale dipendente (dirigenti, quadri, impiegati, operai, commessi, apprendisti e lavoranti a domicilio): paga base, indennità di contingenza e altre indennità similari per la parte non conglobata, interessenze, lavoro straordinario, compensi per ferie e festività, gratifiche natalizie, mensilità oltre la dodicesima e altre analoghe erogazioni e corresponsioni in natura. Sono inoltre incluse le spese per contributi sociali al netto di eventuali fiscalizzazioni, le provvidenze varie, le quote accantonate nell’esercizio per provvedere alla successiva corresponsione delle indennità di fine rapporto lavoro e le spese sociali varie (nidi di infanzia, colonie marine e montane, ecc.).
Dimensione del gruppo “grande”: il gruppo di grande dimensione supera i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti:
c) numero medio dei dipendenti occupati durante l’esercizio: 250.
Dimensione del gruppo “media”: il gruppo di media dimensione non supera i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti:
c) numero medio dei dipendenti occupati durante l’esercizio: 250.
Dimensione del gruppo “piccola”: il gruppo di piccola dimensione non supera i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti:
c) numero medio dei dipendenti occupati durante l’esercizio: 50.
Dipendente: persona che svolge la propria attività lavorativa in un’unità giuridica ed è iscritta nel libro paga dell’impresa o istituzione. Sono considerati tra i lavoratori dipendenti:
– i soci di cooperativa iscritti nel libro paga;
– i dirigenti, i quadri, gli impiegati e gli operai, a tempo pieno o parziale;
– gli apprendisti;
– i lavoratori a domicilio iscritti nel libro paga;
– i lavoratori stagionali;
– i lavoratori con contratto di formazione lavoro.
Ent: dal termine in lingua inglese “enterprise” (vedi Impresa)
Fatturato: comprende le vendite di prodotti fabbricati dall’impresa, gli introiti per lavorazioni eseguite per conto terzi, gli introiti per eventuali prestazioni a terzi di servizi non industriali (commissioni, noleggi di macchinari, ecc.), le vendite di merci acquistate in nome proprio e rivendute senza trasformazione, le commissioni, provvigioni e altri compensi per vendite di beni per conto terzi, gli introiti lordi del traffico e le prestazioni di servizi a terzi. Il fatturato viene richiesto al lordo di tutte le spese addebitate ai clienti (trasporti, imballaggi, assicurazioni e simili) e di tutte le imposte indirette (fabbricazione, consumo, eccetera) ad eccezione dell’IVA fatturata ai clienti, al netto degli abbuoni e sconti accordati ai clienti e delle merci rese; sono esclusi anche i rimborsi di imposte all’esportazione, gli interessi di mora e quelli sulle vendite rateali. Il valore dei lavori eseguiti nel corso dell’esercizio da parte delle imprese di costruzione e cantieristiche sono conglobati nel valore complessivo del fatturato.
Fatturato esportato: ammontare del fatturato dovuto all’esportazione di beni.
Global decision center (GDC): l’impresa che all’interno della struttura del gruppo detta la linea strategica del gruppo. Il GDC può coincidere con il vertice del gruppo o trovarsi ad un livello sottostante nella struttura del gruppo.
Governance del gruppo: il paese che ha il controllo del gruppo, nazionale o estero. Vedi Gruppo multinazionale con governance italiana / estera.
Grande impresa: impresa con 250 addetti e oltre che produce beni e servizi destinabili alla vendita.
Gruppo di impresa: associazione di unità giuridica controllate da un’unità vertice; il Regolamento comunitario n. 696/1993 definisce il gruppo di impresa come “un’associazione di imprese retta da legami di tipo finanziario e non avente diversi centri decisionali, in particolare per quel che concerne la politica della produzione, della vendita, degli utili” e in grado di “unificare alcuni aspetti della gestione finanziaria e della fiscalità”. Il gruppo si caratterizza come “l’entità economica che può effettuare scelte con particolare riguardo alle unità alleate che lo compongono”.
Gruppo di impresa domestico: gruppo formato soltanto da unità giuridiche residenti.
Gruppo multinazionale con governance italiana: gruppo di impresa che ha almeno due imprese o due unità giuridiche localizzate in paesi diversi a controllo italiano.
Gruppo multinazionale italiano: gruppo di impresa che ha almeno due imprese o due unità giuridiche localizzate in paesi diversi con vertice residente.
Gruppo multinazionale con governance estera: gruppo di impresa che ha almeno due imprese o due unità giuridiche localizzate in paesi diversi a controllo estero.
Gruppo multinazionale estero: gruppo di impresa che ha almeno due imprese o due unità giuridiche localizzate in paesi diversi con vertice non residente.
Gruppo troncato: parte del gruppo multinazionale costituito dalle unità residenti sul territorio nazionale.
Impresa: Secondo il Regolamento 696/93 “L’impresa corrisponde alla più piccola combinazione di unità giuridiche che costituisce un’unità organizzativa per la produzione di beni e servizi che fruisce d’una certa autonomia decisionale. In particolare per quanto attiene alla destinazione delle sue risorse correnti. Un’impresa esercita una o più attività in uno o più luoghi. Un’impresa può corrispondere a una sola unità giuridica. L’impresa è definita come un’entità economica che, in certe circostanze, può corrispondere al raggruppamento di più unità giuridiche. Certe unità giuridiche esercitano infatti attività esclusivamente a favore di un’altra entità giuridica e la loro esistenza è dovuta unicamente a ragioni amministrative (ad esempio fiscali) senza assumere rilevanza dal punto di vista economico. Rientrano in questa categoria anche una grande parte delle unità giuridiche senza posti di lavoro. Spesso le loro attività devono essere interpretate come attività ausiliarie dell’unità giuridica madre a cui essa appartengono e a cui devono essere ricollegate per costituire l’entità «impresa» utilizzata per l’analisi economica”
Impresa attiva: impresa che ha svolto un’attività produttiva nell’anno di riferimento.
Impresa esportatrice: impresa che segnala la presenza di fatturato dovuto all’esportazione di beni.
Impresa indipendente: impresa non appartenente a gruppi d’impresa.
Indipendenti: sono rappresentati da: a) imprenditori, titolari, liberi professionisti, lavoratori autonomi, purché partecipino direttamente alla gestione dell’impresa e non si servano di un gestore o coadiutore o di altra persona diversamente nominata. Nel caso di società, sono la persona o le persone fisiche che risultano tali dagli atti amministrativi della società stessa (amministratore unico, consigliere delegato, ecc.); b) soci di cooperativa di produzione e di lavoro i quali, come corrispettivo dell’opera prestata, non percepiscono una remunerazione regolata dai contratti di lavoro ma bensì un compenso proporzionato alla prestazione nonché una quota parte degli utili dell’impresa. In tale categoria non sono compresi i soci semplicemente iscritti o conferenti; c) coadiuvanti familiari (parenti o affini dell’imprenditore, titolare, eccetera che prestano lavoro manuale senza una prefissata retribuzione contrattuale).
Intestazione fiduciaria: sorge con un contratto di mandato in base al quale un soggetto (il fiduciante) trasferisce un diritto a un altro soggetto (il fiduciario). con l’obbligo di quest’ultimo di esercitarlo per il soddisfacimento di determinati interessi del trasferente o di un terzo o comuni a lui e al trasferente o al terzo. Con l’intestazione fiduciaria, il fiduciario ha il compito di amministrare in modo professionale, in trasparenza e riservatezza. per conto del fiduciante, il suo patrimonio. La proprietà di quest’ultimo rimane del fiduciante mentre il fiduciario agisce in base alle direttive impartite dal primo.
Investimenti fissi lordi: misurano le acquisizioni di capitali fissi effettuate nel corso dell’anno e comprendono anche il valore dei beni capitali prodotti dall’azienda per uso proprio e delle riparazioni e manutenzioni straordinarie eseguite dall’impresa stessa sugli impianti aziendali.
Lavoratore esterno: sono classificati come lavoratore esterno le seguenti tipologie di lavoratori: i) gli amministratori non soci, ii) i collaboratori aventi contratto di collaborazione sotto forma di un contratto a progetto e iii) altri lavoratori esterni (i prestatori di lavoro occasionale di tipo accessorio, voucher; gli associati in partecipazione che risultano inscritti alla gestione separata Inps; i lavoratori autonomi dello sport e spettacolo per i quali l’impresa versa i contributi all’ex-Enpals) e i lavoratori somministrati (ex-interinali).
Margine operativo lordo: calcolato sottraendo il costo del lavoro al valore aggiunto, rappresenta il surplus generato dall’attività produttiva dopo aver remunerato il lavoro dipendente.
Micro-impresa: impresa con meno di 10 addetti che produce beni e servizi destinabili alla vendita.
Ore lavorate: le ore effettivamente lavorate in tutto l’anno (ordinarie, straordinarie, festive, notturne) con esclusione delle ore pagate ma non lavorate per ferie, malattia, ecc.
Piccola e media impresa: impresa con 10-249 addetti che produce beni e servizi destinabili alla vendita.
Produttività apparente del lavoro: è misurata dal rapporto fra il valore aggiunto e gli addetti.
Profitto lordo: indicatore di redditività calcolato come differenza tra valore aggiunto e costo del lavoro, avendo attribuito agli indipendenti la retribuzione media dei dipendenti.
Regolamento (CEE) n. 696/93 del 15 Marzo 1993: costituisce il quadro normativo attualmente in vigore riguardo la definizione e l’identificazione delle unità statistiche da utilizzare nella produzione di dati sul Sistema economico comunitario.
Redditività lorda: è misurata dal rapporto fra il margine operativo lordo e il valore aggiunto. Tale indicatore si ottiene depurando il margine operativo lordo dalla componente di remunerazione dei lavoratori indipendenti assimilabile al “reddito da lavoro” dell’imprenditore.
Retribuzioni lorde: comprendono i salari, gli stipendi e le competenze accessorie, in denaro e in natura, al lordo delle trattenute erariali e previdenziali, corrisposte ai lavoratori dipendenti direttamente e con carattere di periodicità, secondo quanto stabilito dai contratti, dagli accordi aziendali e dalle norme di legge in vigore.
Struttura organizzativa (o corporate) del gruppo “verticale”: il gruppo è formato da unità giuridiche che gestiscono fasi diverse del processo produttivo in modo da potersi espandere in attività note come attività a monte o a valle.
Struttura organizzativa (o corporate) del gruppo “orizzontale” o “a pettine”: il gruppo è formato da unità giuridiche che svolgono la stessa attività economica o attività economiche simili per le quali il potere di controllo è detenuto direttamente dalla società madre o da una persona fisica collocata al vertice della struttura.
Struttura organizzativa (o corporate) del gruppo “matriciale”: il gruppo presenta una struttura organizzativa articolata, con sottogruppi dotati o meno di un certo grado di autonomia decisionale, operanti in diversi settori produttivi (gruppi “multi-attività”).
Società di capitali: le società costituite in forma di Spa, Srl, Sapa, Cooperative, Consorzi di diritto privato, altre forme di cooperazione tra imprese, imprese costituite all’estero che svolgono attività economica in Italia, autorità indipendenti, enti pubblici economici, aziende speciali e aziende pubbliche di servizi.
Unità di attività economica omogenea: rappresenta l’unità che all’interno di un’impresa raggruppa l’insieme delle parti che concorrono all’esercizio di un’attività economica a livello di classe della classificazione Nace Rev.2. Si tratta di un’entità che corrisponde a un sistema di informazioni che consente di fornire o di calcolare per ogni unità di attività economica almeno il valore della produzione, i consumi intermedi, i redditi da lavoro dipendente, il risultato di gestione, l’occupazione e gli investimenti lordi.
Unità giuridica: è individuata come un soggetto fisico o giuridico riconosciuto che possiede diritti e doveri in base alle disposizioni legislative. Il Regolamento comunitario 696/93 individua nelle unità giuridiche: le persone giuridiche, riconosciute ai sensi di legge, a prescindere dalle persone o dagli enti che le possiedono o che ne sono membri; le persone fisiche che svolgono un’attività economica come indipendenti. Tra le unità giuridiche sono comprese le imprese individuali, le società di persone, le società di capitali, le società cooperative, le aziende speciali di comuni o province o regioni. Sono considerate imprese anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti.
Unità giuridica residente: “Una unità è considerata unità residente di un paese allorquando essa ha il suo centro di interesse economico nel territorio economico di tale paese – ossia quando esercita per un lungo periodo (un anno o più) attività economiche su tale territorio”. Pertanto, sono considerate residenti anche le unità residenti fittizie, definite come “quelle parti di unità non residenti che hanno un centro di interesse economico (ossia, nella maggioranza dei casi, che svolgono operazioni economiche per un anno o più o che attendono a un’attività di costruzione per un periodo inferiore a un anno se il prodotto costituisce investimenti fissi lordi), sul territorio economico del paese” Sec2010.
Valore aggiunto: rappresenta l’incremento di valore che l’attività dell’impresa apporta al valore dei beni e servizi ricevuti da altre aziende mediante l’impiego dei propri fattori produttivi (il lavoro, il capitale e l’attività imprenditoriale). Tale aggregato è ottenuto sottraendo dal totale dei ricavi l’ammontare dei costi: i primi contengono il valore del fatturato lordo, le variazioni delle giacenze di prodotti finiti, semilavorati e in corso di lavorazione, gli incrementi delle immobilizzazioni per lavori interni e i ricavi accessori di gestione; i secondi comprendono i costi per acquisti lordi, per servizi vari e per godimento di servizi di terzi, le variazioni delle rimanenze di materie e di merci acquistate senza trasformazione e gli oneri diversi di gestione.
Vertice del gruppo di impresa: l’unità giuridica o la persona fisica che controlla le unità giuridiche del gruppo e che non è controllata da nessun’altra unità giuridica.
Vertice non residente: unità vertice residente fuori dal territorio nazionale.
Vertice residente: unità vertice residente nel territorio.
Nota metodologica
Sistema di indagini sui conti economici delle imprese e Registro statistico sui gruppi
Introduzione e quadro normativo
I risultati economici delle imprese sono prodotti conformemente a quanto disposto dal Regolamento Ue n.295/2008 per le statistiche strutturali (SBS – Structural Business Statistics, abrogato dal Regolamento europeo n.2152/2019). Il Regolamento SBS definisce un quadro comune per la raccolta, l’elaborazione e la trasmissione dei dati allo scopo di disporre, annualmente, di statistiche armonizzate per valutare la struttura, l’attività e la competitività delle imprese nell’Unione europea.
Le informazioni sui gruppi di impresa sono tratte dal Registro statistico dei gruppi di imprese, costruito in ottemperanza alle disposizioni dei Regolamenti europei n.2152/2019 (che ha abrogato il Regolamento europeo n.177/2008) e n.696/1993 secondo una metodologia armonizzata approvata da Eurostat. Il Regolamento n.696/1993 definisce il gruppo di impresa come “un’associazione di imprese retta da legami di tipo finanziario e non” avente “diversi centri decisionali, in particolare per quel che concerne la politica della produzione, della vendita, degli utili” e in grado di “unificare alcuni aspetti della gestione finanziaria e della fiscalità”. Il gruppo si caratterizza come “l’entità economica che può effettuare scelte con particolare riguardo alle unità alleate che lo compongono”. Tale definizione, sufficientemente generale per poter cogliere le molteplici configurazioni dei gruppi di impresa, non fornisce criteri immediati per una sua implementazione negli archivi statistici, dove, secondo il Regolamento n.2152/2019, devono essere registrati i legami di controllo tra le imprese e alcune caratteristiche salienti del gruppo di appartenenza. A questa esigenza operativa ha risposto la metodologia armonizzata messa a punto da Eurostat in collaborazione con gli Istituti statistici del paesi membri nell’ambito del Working Group “Enterprise Groups” e pubblicata nel capitolo 21 del Recommendation Manual on Business Registers.
Il concetto di controllo è definito nel Regolamento Europeo n.549/2013 Sistema Europeo dei Conti (Sec 2010), che al §2.35 e seguenti recita: “Per controllo di una società finanziaria o non finanziaria si intende la capacità di determinarne la strategia generale, ad esempio attraverso la scelta degli amministratori più idonei se necessario. Un’unità istituzionale – un’altra società, una famiglia o un’unità delle amministrazioni pubbliche – esercita il controllo su una società o quasi- società quando detiene la proprietà di più della metà delle azioni con diritto di voto o controlla in altro modo più della metà dei voti degli azionisti. Inoltre, un’amministrazione pubblica può esercitare il controllo su una società in forza di leggi, decreti o regolamenti specifici che le danno il diritto di indirizzare la gestione della società o di nominarne gli amministratori”. Il Sec specifica inoltre che il concetto di controllo va inteso anche in senso indiretto. In Italia questi criteri sono coerenti con quanto disposto dalla disciplina civilistica dell’art.2359.
Popolazione di riferimento, unità di rilevazione e di analisi
L’universo di riferimento è fornito annualmente dal Registro Statistico delle Imprese Attive (Asia), che l’Istat realizza partendo da un’ampia base informativa di dati derivanti sia da fonti amministrative sia da rilevazioni statistiche. L’unità di rilevazione è l’impresa, le unità di analisi sono impresa e gruppo.
Il sistema di indagini sui conti delle imprese copre le classi della classificazione Nace Rev.2 (Ateco 2007 a quattro cifre) per le sezioni da B a S, a esclusione delle attività finanziarie e assicurative (sezione K), della amministrazione pubblica, difesa e assicurazione sociale obbligatoria (sezione O) e della divisione 94 (attività di organizzazioni associative). La popolazione di riferimento del registro sui gruppi è composta da tutte le società di capitali appartenenti a gruppi e incluse nel campo di osservazione di Asia.
Nuova definizione dell’unità statistica di analisi
L’Istituto Nazionale di Statistica è stato impegnato negli ultimi anni nella ricerca di metodologie e nello sviluppo di tecniche volte all’implementazione nel sistema dei registri e dei conti economici delle imprese di una nuova unità statistica ‘impresa’. La definizione di tale nuova unità statistica tiene conto delle relazioni che intercorrono tra unità giuridiche appartenenti allo stesso gruppo di imprese. Il Regolamento (CEE) n.696/93 del Consiglio, del 15 marzo 1993, relativo alle unità statistiche di osservazione e di analisi del sistema produttivo nella Comunità, definisce l’impresa come “la più piccola combinazione di unità giuridiche che costituisce un’unità organizzativa per la produzione di beni e servizi che fruisce d’una certa autonomia decisionale”. La completa applicazione del Regolamento prevede quindi l’aggregazione di più unità giuridiche, qualora queste non abbiano sufficiente autonomia nel processo decisionale. Ne consegue che l’impresa può corrispondere a una sola unità giuridica o ad un gruppo di unità giuridiche sottoposte a comune controllo.
In particolare, le principali innovazioni introdotte hanno avuto un impatto sulle seguenti variabili, per le sole imprese appartenenti a gruppi d’impresa:
numero di unità (imprese)
livelli di fatturato e di costo per beni e servizi
distribuzione per classi dimensionali e settori di attività economica delle variabili economiche e di struttura, in particolare del valore aggiunto.
Alla base di tale cambiamento, vi è la consapevolezza di una non completa applicazione del Regolamento (CEE) n.696/93 sulle unità statistiche. Le tecniche per raggiungerne la piena attuazione del Regolamento europeo, note nell’ambito della statistica ufficiale come “profiling”, partono dall’analisi della struttura legale, operativa e contabile di un gruppo di imprese a livello nazionale e mondiale, al fine di stabilire le unità statistiche all’interno di quel gruppo, i loro collegamenti e le strutture più efficienti per la raccolta di dati statistici. Tali tecniche possono essere di tipo automatico e di tipo manuale. La prima si basa sullo sviluppo di programmi automatici per identificare l’impresa a livello di gruppo o di parti omogenee all’interno dello stesso e utilizza le informazioni disponibili all’interno dell’Istituto sia da fonti amministrative sia fonti statistiche. Utilizzando l’informazione contenuta nel sistema dei registri statistici e del Frame-SBS, si tiene conto di alcuni elementi come l’omogeneità nell’attività economica svolta da ciascun gruppo d’imprese, l’analisi della struttura del gruppo in termini di catene di controllo e legami tra le unità che lo compongono, la classificazione delle unità legali che all’interno di un gruppo svolgono attività “ancillari” o ‘’integrate” e il consolidamento dei flussi economici (ricavi, costi e investimenti). La seconda, grazie all’investimento in un team di profilers altamente qualificato, monitora i grandi gruppi multinazionali con tecniche desk, attraverso lo studio dei principali documenti contabili e mediante la raccolta diretta di informazioni.
A seguito dell’implementazione, il nuovo Registro Asia-Imprese o Asia Ent (Ent=enterprise) è composto per la maggior parte da imprese indipendenti dove 1 impresa = 1 unità giuridica e da imprese complesse, formate da più unità giuridiche appartenenti a uno stesso gruppo.
In linea con il sistema dei registri Asia, per la stima e il consolidamento delle variabili economiche ai fini del regolamento SBS, è stato creato un nuovo registro statistico esteso, denominato Frame-Ent, che dal concetto di impresa = unità giuridica passa alla nuova definizione di impresa.
Le modifiche impattano sulle sole unità giuridiche appartenenti a gruppi, coinvolte dalla nuova concezione di impresa. Il passaggio alla nuova unità statistica, comporta un flusso prevalente delle unità giuridiche dei servizi, svolgenti attività ‘serventi’, nelle Ent dell’industria. Alcune unità giuridiche possono anche essere serventi a più imprese dello stesso gruppo proporzionalmente ai flussi scambiati. Nel 2017, il passaggio alla nuova definizione e la conseguente elisione dei flussi tra le unità giuridiche, aveva determinato un abbattimento del fatturato dell’1,7%, con una contrazione nei servizi di 84 miliardi circa e un’espansione nell’industria di circa 33 miliardi.
La ricollocazione per settori si riflette sulle variabili economiche non additive quali il fatturato con un duplice effetto: un effetto di riallocazione e un effetto di consolidamento dovuto all’elisione dei flussi economici intra-Ent. La riallocazione delle unità verso il settore industriale produce un aumento del fatturato di questo settore (effetto riallocazione); tale incremento è attenuato dal consolidamento dei flussi economici delle unità serventi. Nei settori serventi, commercio e servizi, l’effetto riallocazione è minore mentre l’effetto consolidamento si ha principalmente nel settore industriale.
Il disegno di campionamento
A partire dall’anno 2012 e fino all’anno 2016 il Regolamento SBS veniva soddisfatto attraverso l’elaborazione del sistema informativo Frame – una base di microdati di fonte amministrativa trattati statisticamente, e combinati con quelli della rilevazione campionaria PMI – e dell’insieme dei risultati della rilevazione totale SCI. A partire dall’anno 2017 per soddisfare il Regolamento è stata introdotta la rilevazione campionaria sui flussi intragruppo (RFI).
La base informativa Frame insieme ai dati della rilevazione SCI prende il nome di Frame-SBS. Fino all’edizione 2016, il Frame è stato costruito per le sole unità giuridiche con meno di 100 addetti; a partire dall’edizione 2017 è costruito per le unità giuridiche fino a 250 addetti e per le stime SBS finali è stato utilizzato il Frame-Ent, integrando al Frame-SBS i dati della rilevazione RFI.
La progettazione del processo di raccolta dati a partire dall’anno 2017 e la conseguente produzione di stime finali si basano sulla corretta implementazione della nuova unità statistica impresa che prevede di considerare, per le unità appartenenti a gruppi, l’aggregazione delle unità legali secondo il principio dell’autonomia decisionale tenendo conto dei flussi che intervengono fra le unità giuridiche di uno stesso gruppo.
La costruzione del sistema prevede inoltre l’uso della fonte Racli (Registro Annuale del Costo del lavoro per Impresa), ottenuto sulla base della fonte Inps-Emens, come informazione ausiliaria relativamente al costo del lavoro per le unità giuridiche con dipendenti. Le variabili non presenti nel Frame, ma richieste dal regolamento SBS, vengono infine integrate per dominio con i dati della rilevazione PMI.
Ai fini di un ulteriore ampliamento delle variabili del registro Frame-SBS disponibili a livello micro per tutte le unità giuridiche contenute nel registro Asia, dal 2014 le ore lavorate per lavoro dipendente sono state prodotte sfruttando congiuntamente sia i dati amministrativi sull’input di lavoro del registro Racli sia le informazioni di indagine provenienti dalla Rilevazione mensile sull’occupazione, gli orari di lavoro, le retribuzioni e il costo del lavoro nelle grandi imprese (GI) e l’Indagine trimestrale sui posti vacanti e le ore lavorate (Vela) e da quelle strutturali SCI e PMI.
Il disegno di campionamento della rilevazione PMI è a uno stadio stratificato con selezione con uguale probabilità delle unità; gli strati sono definiti dalla combinazione delle modalità identificative dei settori di attività economica (codici a quattro cifre della classificazione Nace Rev.2), delle classi di addetti (0-1, 2-9, 10-19, 20-49, 50-99, 99-249) e delle regioni di localizzazione delle imprese. Il campione teorico della rilevazione PMI, riferito all’anno 2020, è costituito da 77.673 unità giuridiche, circa l’1,8% del complesso delle unità giuridiche italiane appartenenti al campo di osservazione. Il numero di unità giuridiche utilizzato in fase di stima è stato di 63.813, di cui 33.299 unità rispondenti (42,9% del campione di partenza) e 30.514 unità integrate con i bilanci civilistici delle società di capitale e gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA) – ex Studi di Settore.
La rilevazione totale SCI è rivolta alle imprese con 250 addetti e oltre. Alle imprese che svolgono un’attività secondaria significativa vengono inviati ulteriori questionari ad hoc al fine di raccogliere le informazioni distinte per le diverse attività economiche in cui opera l’impresa. La rilevazione riferita all’anno 2020 ha coinvolto 4.011 imprese dell’industria e dei servizi con 250 addetti e oltre, presenti nel registro di riferimento (Asia). I questionari ricevuti e utilizzabili sono stati 3.241 (80,8% del totale). L’integrazione delle mancate risposte totali è stata effettuata per la quasi totalità delle imprese non rispondenti sulla base dell’utilizzo dei dati di fonte amministrativa.
La rilevazione RFI è rivolta a grandi gruppi italiani selezionati secondo criteri dimensionali (numero di unità giuridiche, numero di imprese – Ent – e numero di addetti) e di copertura di diversi settori di attività economica. Per ciascun gruppo è selezionata l’unità giuridica ‘capogruppo’ alla quale viene inviato il questionario e che dovrà fornire le informazioni per tutte le unità di analisi. In particolare sono richiesti i valori degli scambi tra unità legali appartenenti alla stessa impresa. La rilevazione riferita all’anno 2020 ha coinvolto 85 gruppi e 1754 unità giuridiche e i questionari ricevuti e utilizzabili sono stati 78.
La raccolta delle informazioni
Per l’anno 2020 le rilevazioni PMI, SCI sono state condotte mediante autocompilazione di un questionario on-line accessibile dal portale delle imprese. Esse raccolgono dati dettagliati sui risultati economici delle unità legali e rilevano informazioni dettagliate sul conto economico, sull’occupazione, sul costo del personale, sugli investimenti e su altre caratteristiche rilevanti. La rilevazione RFI è stata condotta mediante autocompilazione di un questionario elettronico scaricabile dal web e RFI rileva i flussi tra le unità giuridiche appartenenti allo stesso gruppo.
L’elaborazione dei dati: fonti, processo, strumenti e tecniche
Per le unità giuridiche con meno di 250 addetti, le stime di variabili direttamente disponibili nelle fonti amministrative sono ottenute dal Frame per somma, mentre quelle non disponibili da fonte amministrativa sono ottenute dalle stime prodotte dalla rilevazione PMI in base alla metodologia di riporto all’universo degli ‘stimatori di ponderazione vincolata’. Con tale metodologia le stime campionarie convergono alle variabili ausiliarie del registro Asia (numero di unità giuridiche e numero di addetti) per i diversi domini di stima richiesti dal Regolamento SBS. Per le unità giuridiche con 250 addetti e oltre le stime delle variabili sono ottenute per somma dalla rilevazione SCI.
Le informazioni utilizzate per la costruzione del Registro statistico dei gruppi di impresa provengono tutte da fonti amministrative e specificatamente da: 1) le dichiarazioni sulla struttura delle partecipazioni rilevanti rese alla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa; 2) le dichiarazioni degli elenchi dei soci delle società di capitale iscritti al Registro delle imprese, gestito dalle Camere di Commercio; 3) le informazioni desumibili dai bilanci civilistici e consolidati delle società di capitale.
Il riferimento normativo della prima fonte è l’articolo 120 del Testo Unico Finanziario D.lgs. n.58/1998, relativo agli obblighi di comunicazione delle partecipazioni rilevanti alla Consob. L’obbligo riguarda tutti “coloro che partecipano in una società con azioni quotate in misura superiore al 2% del capitale” (comma 2) e “tutte le società con azioni quotate che partecipano in misura superiore al 10% del capitale in una società con azioni non quotate o in una società a responsabilità limitata, anche estere” (comma 3). La seconda fonte si basa sul terzo comma dall’articolo 2435 del codice civile relativo all’obbligo di pubblicazione dell’elenco soci e dei titolari di diritti su azioni o quote delle società residenti in Italia non quotate in mercati regolamentati.
Gli amministratori sono tenuti a depositare presso le Camere di Commercio “l’elenco dei soci (persone fisiche e giuridiche, residenti e non), riferito alla data di approvazione del bilancio con l’indicazione del numero delle azioni o quote possedute, nonché dei soggetti diversi dai soci che sono titolari di diritti o beneficiari di vincoli sulle azioni medesime”. La dichiarazione deve essere resa la prima volta in fase di costituzione della società e annualmente entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio. Queste due prime fonti coprono tutta la popolazione delle società di capitali (quotate e non) e forniscono una base di dati in cui l’informazione sulla struttura proprietaria è organizzata secondo un sistema di tipo bottom-up. La terza fonte informativa utilizzata per la realizzazione dell’archivio dei gruppi è costituita dai bilanci civilistici e consolidati delle società di capitale. per quanto attiene alle informazioni sulle partecipazioni dirette e indirette in essi riportate, secondo quanto richiesto dall’articolo 2427, punto 5) del codice civile e l’articolo 39 del D.lgs. n.127/1991. Rispetto alle due precedenti fonti quest’ultima presenta una struttura di tipo top-down delle informazioni, che consente non solo un raffronto immediato, ma anche il recupero, ai fini della copertura, di alcune unità inadempienti rispetto all’obbligo di dichiarazione dell’elenco soci. Inoltre i bilanci consolidati forniscono l’elenco delle partecipazioni di controllo dei principali gruppi italiani in società estere e indicazioni di carattere qualitativo per l’individuazione del controllo di fatto nel caso di Joint Ventures.
La metodologia di integrazione delle diverse fonti amministrative, partendo dai dati elementari sulla struttura delle partecipazioni dirette di tutte le società di capitale, individua i legami di controllo, esercitati sia direttamente che indirettamente, cui è soggetta ogni società di capitale.
Per ciascuna società controllata viene individuata la sua controllante prossima definita come “il primo soggetto fisico o giuridico che in linea gerarchica esercita per prima su di essa un controllo diretto o indiretto”. La struttura del gruppo è infine ricostruita attraverso la sequenza continua dei legami tra le controllanti prossime e i relativi livelli di controllo, fino alla attribuzione del vertice ultimo all’intero gruppo. Vengono esclusi dalla popolazione dei gruppi, in quanto considerati gruppi impropri, quei gruppi costituiti da un solo legame di controllo prossimo, in cui la controllante è una persona fisica.
Nel caso di gruppi multinazionali a controllo ultimo estero la catena di controllo ricostruibile attraverso questa metodologia si interrompe alla prima controllante prossima non residente. In questo caso si parla di gruppi multinazionali troncati presenti nel Registro Gruppi. Queste strutture costituiscono la popolazione di riferimento della Rilevazione sulle Attività Internazionali delle Imprese (Inward FATS) svolta dall’Istat a partire da un campione selezionato dal Registro Gruppi, che rileva l’informazione sul controllo ultimo estero. Tale informazione, di natura statistica, è utilizzata per aggiornare – relativamente alle imprese comprese nel campione e rispondenti alla rilevazione – il registro stesso per quanto riguarda il vertice ultimo dei gruppi e la loro nazionalità estera. I gruppi multinazionali sono inoltre integrati, a partire dall’anno di riferimento 2010 e per le relazioni cross-border, con le informazioni del Registro dei gruppi multinazionali (EGR – EuroGroups Register) coordinato da Eurostat. L’EGR è destinato a diventare una piattaforma unica a livello europeo per la produzione di statistiche sulla globalizzazione.
La classificazione di tipologia del gruppo utilizzata dall’Istat e diffusa nel 2019, che distingue i gruppi domestici da quelli multinazionali a vertice italiano o a vertice estero, era basata sulla residenza del vertice del gruppo, ossia il soggetto a capo della catena di controllo, dal quale partono tutti i legami di controllo diretti e indiretti che caratterizzano la struttura organizzativa del gruppo. La nuova classificazione diffusa con i gruppi e le imprese per l’anno di riferimento 2020 (Governance del gruppo) si basa invece sull’effettivo controllo del gruppo a prescindere dalla residenza del vertice ultimo, distinguendo i gruppi a controllo italiano da quelli a controllo estero. La sua individuazione è possibile grazie all’integrazione delle informazioni puntuali provenienti dall’indagine Outward Fats con i risultati delle attività di controllo effettuate dal team di profilers; si avvale inoltre del lavoro svolto nell’ambito del progetto di ricerca SMP European Statistics “Registers, Micro-data linking and MNEs in business statistics”.
Un’altra classificazione, implementata nel registro Asia-Gruppi e diffusa con Asia-Imprese 2020, identifica la struttura organizzativa del gruppo. Le diverse tipologie di struttura organizzativa alla base delle teorie economiche di organizzazione aziendale si basano sulle relazioni esistenti tra le unità legali che compongono tali strutture e alcuni studi hanno tracciato l’evoluzione dei gruppi di imprese in relazione al modello di diversificazione e alla struttura organizzativa nel tempo. Partendo dalla letteratura di riferimento, con questa classificazione l’Istat ha voluto offrire un’ulteriore fotografia di questo fenomeno, sintetizzando i gruppi in tre tipologie di struttura: gruppi con strutture organizzative orizzontali (o semplici, o a pettine), gruppi con strutture organizzative verticali e gruppi con strutture diversificate o matriciali. Nei gruppi con strutture organizzative verticali le diverse unità giuridiche gestiscono fasi diverse del processo produttivo in modo da potersi espandere in attività diverse, note come attività a monte o a valle. Al contrario, i gruppi con strutture orizzontali, coinvolgono imprese che svolgono la stessa attività economica o attività economiche simili. I gruppi con una struttura più semplice hanno solitamente una struttura caratteristica in cui il potere di controllo è detenuto direttamente dalla società madre o da una persona fisica collocata al vertice della struttura; se le unità controllate sono molteplici, possono essere rappresentate come una stella o un pettine. I gruppi con una struttura più complessa o matriciale, presentano delle strutture organizzative più articolate, identificate dalla presenza di sottogruppi dotati o meno di un certo grado di autonomia decisionale, operanti in diversi settori produttivi (gruppi “multi-attività”). Queste strutture sono tipiche delle Multinazionali in cui le affiliate sono spesso controllate attraverso controlli multipli, che creano strutture aziendali sempre più profonde e complesse, con una moltitudine di legami e livelli di controllo, diretti e indiretti, con partecipazioni disperse e quote reciproche. Nel registro dei gruppi di imprese sono registrate tutte le relazioni di controllo tra le unità appartenenti al gruppo (residenti e non residenti) in modo tale che il gruppo sia ricostruito nella sua struttura ad albero, partendo dal vertice fino all’ultima unità controllata, rappresentando sia i livelli di controllo diretti che indiretti. L’indicatore che sintetizza la struttura organizzativa del gruppo è stato costruito tracciando il numero di unità presenti per ogni livello di controllo, a partire dal vertice del gruppo fino all’ultimo livello della catena (Figura 1).
L’indicatore della dimensione del gruppo (Size) prende in considerazione le unità residenti sul territorio italiano e le relative informazioni prodotte dal gruppo sul territorio nazionale, in termini di addetti, fatturato e totale attivo; le soglie considerate sono quelle previste dalla Direttiva Europea 2013/34/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013, che distingue i gruppi di imprese in piccoli, medi e grandi.
Figura 1 – Strutture organizzative del gruppo
L’output: principali misure di analisi
Le principali variabili prodotte dal sistema di indagini sui conti economici delle imprese e dal sistema dei registri sono finalizzate alla misurazione della struttura e competitività delle imprese e dei gruppi industriali e dei servizi.
La precisione delle stime
La dimensione del campione di PMI negli strati è stata calcolata risolvendo un problema di allocazione multivariata e multidominio, in cui la dimensione campionaria è quella minima che consente di ottenere simultaneamente predefiniti livelli di accuratezza delle stime dei parametri di interesse, entro diversi domini di stima pianificati. Si tratta di una generalizzazione al caso di più variabili di interesse e molteplici domini di stima della soluzione individuata da Neyman per il caso univariato. Le variabili per cui sono stati fissati gli errori campionari massimi (in termini di coefficienti di variazione percentuali) sono: il numero di addetti e il fatturato; la stima delle corrispondenti medie e varianze di strato necessaria al calcolo dell’allocazione ottima è stata calcolata utilizzando i dati dei rispondenti all’edizione precedente dell’indagine.
Il calcolo dell’allocazione ottima, effettuato mediante il software generalizzato Mauss-R implementato in Istat, ha dato luogo a una dimensione complessiva di 73.379 unità (di cui 2.715 per le unità giuridiche con 250 addetti e oltre) e al sistema di vincoli per gli errori campionari massimi dei parametri di interesse riportato nella seguente tabella:
Cv pianificati
Tipo di dominio Descrizione Fatturato Addetti
DOM1 Ateco 2007 (4 cifre) 0,13 0,15
DOM2 Ateco 2007 (3 cifre) e classe di addetti 0,14 0,15
DOM3 Ateco 2007 (2 cifre) e regione amministrativa 0,12 0,15
Il campione di PMI con l’integrazione delle mancate risposte totali da fonti amministrative arriva a coprire il 79,1% del campione teorico senza tenere conto delle unità giuridiche cessate, inattive, fallite, in liquidazione ecc. Per la rilevazione SCI con l’integrazione delle mancate risposte totali da fonti amministrative copre il 100% del campo di osservazione. Il frame per le unità giuridiche con meno di 250 addetti ha la stessa numerosità dell’universo di riferimento.
Informazioni sulla riservatezza dei dati
I dati raccolti sono tutelati dal segreto statistico e sottoposti alla normativa sulla protezione dei dati personali. Questi possono essere utilizzati, anche per successivi trattamenti, esclusivamente per fini statistici dai soggetti del Sistema statistico nazionale e possono, altresì, essere comunicati per finalità di ricerca scientifica alle condizioni e secondo le modalità previste dall’art. 7 del Codice di deontologia per il trattamento di dati personali effettuato nell’ambito del Sistema statistico nazionale e dal regolamento comunitario n.831/2002. Le stime diffuse in forma aggregata, sono tali da non poter risalire ai soggetti che hanno fornito i dati o a cui si riferiscono.
Copertura e dettaglio territoriale
Le tavole della statistica report sono disponibili per le imprese per l’intero territorio nazionale e considerando la definizione di impresa secondo cui 1 unità giuridica è un’impresa. Le stime a livello territoriale e a livello di attività economica con maggior dettaglio secondo la nuova definizione di impresa saranno disponibili su I.stat. Le tavole del report sulla struttura delle imprese appartenenti a gruppi sono a livello nazionale.
Tempestività
Le stime sono prodotte in conformità alla tempistica richiesta dai regolamenti Eurostat (t+18), e sono rese disponibili in concomitanza all’uscita di questa statistica report.
Diffusione
I dati sul sistema delle indagini sui risultati delle imprese saranno disponibili presso il laboratorio Adele (Analisi dei Dati ELEmentari).
Riferimenti
Maggiori dettagli sulla metodologia adottata e i risultati conseguiti nelle prime sperimentazioni dell’uso di una nuova definizione dell’unità statistica di analisi sono presentati nelle letture statistiche-Metodi/2020, ‘Il Profiling e la nuova unità statistica Ent: L’esperienza italiana è negli articoli della collana Istat Working Papers (IWP 1/2016, IWP 2/2016; IWP 3/2016; IWP 4/2016).
https://www.istat.it/it/archivio/245778
https://www.istat.it/it/files//2016/03/IWP_1_2016.pdfhttps://www.istat.it/it/files//2016/03/IWP_2_2016.pdfhttps://www.istat.it/it/files//2016/03/IWP_3_2016.pdfhttps://www.istat.it/it/files//2016/03/IWP_4_2016.pdfPer chiarimenti tecnici e metodologici
Viviana De Giorgi
