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(AGENPARL) – gio 29 settembre 2022 COMUNICATO STAMPA 58/2022
IL SAP SU DECLASSIFICAZIONE REGIME CARCERARIO BATTISTI: NO A REGIMI CARCERARI AGEVOLATI SENZA PENTIMENTO
Apprendiamo con un certo disappunto dell’avvenuta declassificazione del regime carcerario di Cesare Battisti da alta sicurezza a comune.
Dice Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP: “Abbiamo sempre posto attenzione a questo genere di argomento che ci riporta alle recenti proposte di modifica avanzate dalla Corte Costituzionale, che circa un anno fa, ha mosso dei rilievi di legittimità alla norma relativa all’Ergastolo Ostativo dando un anno di tempo al Parlamento per intervenire in merito.
Questa decisione presa riguardo alla declassificazione del regime carcerario di Cesare Battisti, al pari dell’ergastolo ostativo, ci fa ripetere che a nostro avviso, chi non si pente e/o non collabora dopo aver commesso i reati più efferati, non merita regimi carcerari agevolati”.
Ricordiamo che l’ergastolo è la pena detentiva perpetua, che deve essere scontata in carcere con l’obbligo del lavoro e dell’isolamento notturno. Di fatto, nonostante con l’ergastolo il condannato sia privato della sua libertà a vita, lo stesso ha, in ogni caso, diritto ad ottenere in circostanze particolari alcuni benefici, quali l’assegnazione al lavoro esterno, i permessi premio, la semilibertà e la liberazione condizionale. Tutti questi benefici non possono essere applicati nei confronti degli autori di reati gravi, cosiddetti ostativi, che siano stati condannati al regime penitenziario dell’Ergastolo Ostativo, che impedisce a coloro che si sono macchiati di reati particolarmente gravi (come per esempio quelli di terrorismo o mafia) e che non si sono mai pentiti o si rifiutano di collaborare di accedere ai benefici carcerari poc’anzi citati.
Continua Paoloni: “Non possiamo nemmeno immaginare che i familiari delle vittime trucidate possano, anche astrattamente, incontrare per strada i carnefici dei loro familiari, magari in regime di semilibertà nonostante non si siano mai pentiti e non abbiano mai collaborato con la giustizia. Giusto per sottolineare che, se da un lato si chiede il rispetto dei diritti dell’uomo e che dunque nessuna pena possa impedire una fattiva via di rieducazione, dall’altra è inconcepibile pensare che chi si sia reso protagonista dei più efferati crimini, non pentendosi e non collaborando, possa comunque accedere ai benefici di cui sopra”.
Roma, 29 Settembre 2022
In allegato comunicato stampa a firma di Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP.
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