
(AGENPARL) – Roma, 11 Mag 2022 – Dichiarare lo stato di emergenza sull’energia creando una cabina di regia del settore. È questa la proposta lanciata dall’Associazione Reseller e Trader Energia – ARTE nel corso del convegno “Il problema energia: il ruolo strategico dei piccoli operatori per la tutela (e la sopravvivenza) di consumatori e imprese” tenuto alla sala Zuccari a Palazzo Giustiniani al Senato. Una proposta, articolata dal Portavoce di ARTE, Diego Pellegrino e motivata dalla necessità di mettere mano alle criticità del settore energetico italiano perché – ha detto Pellegrino – “i problemi sono enormi e servono competenze trasversali. Serve una cabina di regia energetica, occorre supportare il legislatore nel fare delle scelte, le toppe dorate che abbiamo messo fino ad oggi se utilizzate per effettuare degli investimenti, avrebbero prodotto dei risultati enormi. La programmabilità dell’energia è la prima necessità: occorre investire su fotovoltaico e eolico, ma da sole non possono bastare. Oltretutto nessuno dice che se usassimo solo quelle fonti avremmo degli sbalzi enormi sulla rete. Occorre investire anche sulle altre fonti”.
Pellegrino si è poi soffermato sull’attuale situazione del mercato energetico. “Da noi la materia prima costa il 20% in più degli altri Paesi Europei, di quelli che hanno i prezzi più alti, non i più bassi. Più di 30 aziende – ha detto il Portavoce di ARTE – sono andate in default, e si trattava di aziende sane. La previsione degli extraprofitti è una misura emergenziale che non supera le difficoltà in cui versa il nostro Paese”. Secondo il portavoce di ARTE poi “bisogna equilibrare la filiera, se il distributore scarica su di noi tutta la sua inefficienza, noi perdiamo solidità finanziaria. Abbiamo due problemi, le garanzie a monte, e sotto questo profilo siamo ingessati, e le morosità. Serve un registro dei morosi, al pari di quello che avviene per la telefonia”.
Per il Senatore Paolo Arrigoni, responsabile energia della Lega e promotore del convegno “il problema dell’energia non è solo il prezzo, che è elevatissimo, ma anche la sicurezza. Su gas e energia veleggiamo da mesi su prezzi che sono 5 volte quelli pre-covid. La guerra non c’entra, il problema è sorto prima, il conflitto ha acuito il fenomeno. e tutto si traduce nella competitività delle nostre imprese. Negli ultimi anni si è sbagliato a non fare investimenti sul gas, il gas dovrebbe avere un ruolo fondamentale di accompagnamento strategico nella transizione. Questo indebolisce famiglie e imprese”. Secondo Arrigoni “adesso esiste il problema dell’affrancamento dal gas russo. In questo contesto, i piccoli operatori hanno un ruolo fondamentale, non solo perché sono fondamentali per la concorrenza, ma anche perché hanno flessibilità e disponibilità nei confronti degli utenti, che sono in difficoltà. Siete stati i primi a prevederlo, prima ancora del Governo. Siete strozzati da due parti, le garanzie a monte e gli insoluti a valle, e so che prima di staccare un’utenza ci pensate due o tre volte. Di fronte al caro energia, che si va caratterizzando sempre più come problema strutturale, 12 milioni famiglie 2 milioni imprese che sono rimaste sul mercato tutelato, vanno accompagnate e tutelate verso il mercato libero. In Italia l’energia è tradizionalmente più alta che nel resto di Europa, e questo gap si va ampliando. E’ una zavorra per la competitività delle nostre imprese, e un gap che dobbiamo recuperare. Ma dobbiamo fare attenzione all’anello debole. Il nostro sistema è fragile e abbiamo avviato la transizione energetica su un piedistallo d’argilla”.