
CATANZARO “E ritornando alle indicazioni della Comunità Europea – aggiunge Sculco – le strategie individuate sono chiare: nei documenti di Bruxelles si invitano gli Stati membri ad intervenire nelle aree più in ritardo per appianare i gap tra i diversi territori, per realizzare, finalmente, quella congiunzione tra i nord e i sud. È paradossale che, invece, si voglia perpetuare l’errore che da 70 anni ha squilibrato e negato uno sviluppo armonico dell’Italia”. “Pensare che un’economia nazionale a due velocità – sostiene – possa, ancora oggi, essere competitiva in Europa e nel mercato globale è del tutto demenziale. È come se qualcuno volesse gareggiare nei cento metri, magari partecipando alle Olimpiadi, con una gamba sana e l’altra azzoppata”. “E non posso che, nuovamente, richiamare le tesi del direttore Corvino – cita Sculco – quando dichiara che ‘un’economia duale deprime l’intero Paese’. Ecco perché mi sento non solo di sottoscrivere convintamente le tesi di Corvino, ma anche di promuovere il manifesto della A.I.M (Alleanza Istituti meridionalisti), che chiede di modificare quanto annunciato dal Governo italiano per la ripartizione, nell’ambito di sette anni, dei fondi Next Generation EU, alias Recovery fund, deliberati dall’Europa e di cui al PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza)”. “L’obiettivo è quello di correggere il palese strabismo del Governo italiano nella distribuzione dei fondi – conclude – che non risulta assolutamente in linea con la determinazione europea. Non possiamo stare con le braccia conserte, magari girando e rigirando all’infinito i pollici, è tempo di darsi da fare per #andareoltre”. (News&Com)