
(AGENPARL) – Sat 11 October 2025 Onorevole Marinella Pacifico, già Senatrice della Repubblica
Componente Commissione Esteri, Segretario Comitato Schengen
Presidente UIP Italia-Tunisia
Comunicato Stampa: finanziaria 2026, Pacifico: Meloni come l’Ape Maia vola spensierata, sui drammi degli italiani.
11 ottobre 2025
È inaccettabile che il governo Meloni continui a inseguire i riflettori internazionali, come la firma della tregua tra Israele e Hamas in Egitto il 14-15 ottobre 2025, vantando un contributo italiano alla pace mentre il suo ruolo è stato marginale e contraddittorio. Mediata da Trump e ratificata da Netanyahu il 9 ottobre, l’intesa – che ha visto analisi e modifiche da parte di Hamas per garantire garanzie contro nuove ostilità, come il disarmo rinviato e l’apertura effettiva degli aiuti – prevede il rilascio di 20 ostaggi israeliani, lo scambio con prigionieri palestinesi, il ritiro parziale dell’IDF da Gaza e l’apertura del valico di Rafah per gli aiuti umanitari. L’Italia, che offre carabinieri per monitorare e supporto per ricostruire Gaza, senza chiarire i termini, è un contorno, non un protagonista. Eppure, Meloni ha remato contro la pace con scelte incoerenti che gridano vergogna. Sul fronte delle armi, il governo ha sospeso nuovi contratti di export verso Israele dopo il 7 ottobre 2023, ma ha continuato a fornire materiali per quelli esistenti, alimentando un conflitto che ha causato decine di migliaia di vittime civili. Solo il 4 ottobre 2025, dopo le proteste di piazza, è stata revocata una licenza per munizioni da artiglieria – un gesto tardivo e parziale. Meloni parla di pace, ma non ferma del tutto l’export: questa doppiezza è inaccettabile. Sul riconoscimento dello Stato palestinese, poi, solo parole: il 23 settembre all’Onu ha annunciato una mozione, ma con condizioni impossibili – ostaggi liberi e Hamas escluso da ogni governo. L’Italia resta tra i pochi paesi Onu che non lo riconoscono, allineata a USA e Germania, mentre Francia e Spagna hanno agito. È un’apertura finta, un espediente per placare le proteste senza impegnarsi davvero.
In questo contesto, non possiamo dimenticare la petizione per assegnare il Premio Nobel per la Pace alla Freedom Flotilla per Gaza, che ho lanciato il 29 settembre 2025 su Change.org: https://www.change.org/assegnazionedelPremioNobelperlaPaceallaFreedomFlotilla. Questa iniziativa, già firmata da centinaia di persone e che sarà inviata al Comitato del Nobel entro il 31 gennaio 2026, onora il coraggio di chi ha rischiato la vita per portare aiuti alimentari e sanitari a una popolazione stremata, dove oltre l’80% dipende da assistenza umanitaria secondo l’Onu. La Flotilla è un simbolo di resistenza pacifica contro l’oppressione, un faro di speranza dove le istituzioni hanno fallito. Firmiamola tutti: è un atto di solidarietà che accende i riflettori sulla crisi e ispira azione. La Legge di Bilancio 2026, delineata nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) approvato il 2 ottobre 2025, si annuncia come una manovra leggera e austera, con risorse ridotte rispetto alle previsioni iniziali e un deficit al 3% contro il 3,3% stimato. Entro il 15 ottobre il Consiglio dei Ministri chiuderà il testo, per presentarlo al Parlamento il 20 ottobre e approvarlo entro fine anno. Le prospettive sono cupe: crescita asfittica (PIL +0,5% governativo contro +1,2% OCSE), deindustrializzazione, inflazione cumulativa che erode salari e pensioni, e vincoli UE che impongono una spesa primaria netta in crescita solo dell’1,5% annuo fino al 2029. Il PNRR pesa: solo il 44% speso nel 2024, con 130 miliardi da erogare entro agosto 2026, e la Commissione europea chiede accelerazione.
Sulle pensioni, la promessa di abolire la Fornero resta un bluff: proroghe per Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, ma la legge resta intatta, con adeguamento alla speranza di vita dal 2027 (+3 mesi ogni due anni). Il governo peggiora persino i requisiti per le pensioni anticipate ma già nel 2025, penalizzando donne e giovani. Meloni aveva giurato il superamento e minime a 1.000 euro nel 2022, ma dopo tre anni offre solo briciole: rivalutazioni minime (+0,8% perequazione) non recuperano l’erosione del 10-12% dal potere d’acquisto perso per inflazione (15-17% cumulativa 2022-2025). Le pensioni minime restano bloccate a poco più di 600 euro, e il Fondo Nuove Competenze riceve risorse extra per formazione green, ma tocca pochi. Sindacati come CGIL denunciano austerità per coprire il riarmo (da 2% a 2,5% del PIL entro il 2028, +23 miliardi nel triennio), mentre lavoratori e pensionati impoveriscono.
Sul lavoro e stipendi, la beffa continua: aliquota IRPEF ridotta al 10% sugli aumenti da rinnovi contrattuali 2026-2028, ma solo per chi rinnova, e un taglio Irpef per il ceto medio (dal 35% al 33%, soglia a 60.000 euro) che costa 4 miliardi e beneficia mediamente 440-660 euro annui – un cerotto su ferite aperte. Il regime forfettario sale a 100.000 euro, e l’Ires premiale al 20% per imprese che reinvestono utili, si premiano i ricchi e non i precari. Oltre 5 miliardi per politiche del lavoro e inclusione fino al 2028, inclusa l’evoluzione del Reddito di Inclusione Lavorativa, ma con occupazione che cresce solo tra over 50 e cassa integrazione in aumento. La povertà tocca il 20% con risorse deviate su flat tax, imprese e difesa (964 miliardi cumulati le 2025-2035), lasciando indietro chi fatica con bollette +20% ed energia alle stelle.
Altre prospettive: proroga detrazione 50% prima casa, rottamazione cartelle, 2 miliardi per microelettronica e Transizione 4.0/5.0 confermate, ma tagli ministeriali e contributo banche per coprire. Giorgetti parla di sostenibilità, ma è austerità: la guerra commerciale USA contrae il PIL, e il bilancio privilegia il riarmo sul sociale.
Vista la situazione, Meloni smetta di inseguire passerelle internazionali e affronti finalmente i problemi reali. Abolisca la Fornero come promesso, rivaluti stipendi e pensioni al 100% dell’inflazione, fermi le armi e riconosca la Palestina senza condizioni. Gli italiani meritano serietà, non un governo che, come l’Ape Maia, vola spensierato sopra i loro drammi, ronzando tra vertici e foto opportunity mentre il Paese chiede giustizia. Dichiarazione dell’Onorevole Marinella Pacifico, già Senatrice della Repubblica.