
(AGENPARL) – Sat 11 October 2025 COMUNICATO STAMPA
I CONSIGLIERI BITTI E GERIA ALLA GIORNATA DEL CAREGIVER DELLA REGIONE LAZIO
La seconda edizione di un’iniziativa lanciata l’anno scorso
I consiglieri del CNEL Alessandro Geria e Fiovo Bitti sono intervenuti oggi alla seconda edizione della giornata del caregiver e dell’inclusione sociale promossa dalla Regione Lazio, che si è tenuta a Roma presso ASP Istituto Romano di San Michele. Un’iniziativa sostenuta dall’Assessorato regionale all’inclusione sociale e servizi alla persona.
Per l’occasione è stato presentato un quadro aggiornato dei dati, che dà seguito allo studio avviato l’anno scorso con il Rapporto “Il valore sociale del caregiver”, realizzato per la Regione Lazio dall’Osservatorio nazionale sui servizi sociali territoriali del CNEL, in collaborazione con il Censis.
BITTI: IN AUMENTO PERMESSI LEGGE 104 E DOMANDE PER SOSTEGNO DELLA DISABILITÀ GRAVISSIMA
“Aumenta l’utilizzo dei permessi della legge 104/1992 come pure crescono le domande per l’accesso alle misure a sostegno della disabilità gravissima”, ha sottolineato il consigliere CNEL Fiovo Bitti. “È quanto emerge con chiarezza – ha aggiunto dai numeri del Rapporto. Dal 2019, si registra, infatti, un generale incremento di tutte le forme di permessi previsti: i permessi personali sono aumentati del 13,9%, i permessi familiari del 15,9%, i prolungamenti dei congedi parentali del 57% e i congedi straordinari del 10%. Nel complesso, parliamo di oltre 107mila richieste, in larga parte, oltre 79mila, riferite ai permessi per l’assistenza ad un familiare. Si nota, fra le altre cose, una netta preminenza fra i lavoratori e le lavoratrici a tempo indeterminato, mentre, con riferimento al sesso, la componente femminile è preminente quando si tratta di usufruire dei congedi straordinari”.
“Anche per quanto riguarda la presentazione delle dichiarazioni Isee – ha continuato Bitti – da parte di nuclei familiari con presenza di una persona con disabilità, si registra un netto incremento: in soli quattro anni si è passati da 121mila ad oltre 181mila; sono 141mila le famiglie con un valore Isee inferiore a 20mila euro. Infine, si osserva anche una crescita della platea delle famiglie che hanno chiesto di accedere ai benefici legati alla disabilità gravissima. Nel I quadrimestre del 2025, i nuclei familiari presi in carico erano poco meno di 8mila, mentre la lista di attesa era di 2.465 unità”.
“Si tratta di una platea che presenta una forte dinamicità al suo interno, tanto è vero che sono diciotto gli Ambiti territoriali sociali che segnano un incremento nell’utenza (l’aumento maggiore si registra a Roma capitale, Aprilia e Cerveteri), mentre in otto casi vi è un calo (in particolare Frosinone, Consorzio Aipes e Colleferro). Diminuisce la percentuale dei nuclei familiari che riceve il contributo diretto, anche se rimane nettamente prioritaria come scelta (87,5%), mentre raddoppia l’assistenza diretta”, ha concluso il consigliere.
GERIA: CAREGIVER PERNO DEL NOSTRO SISTEMA DI WELFARE
“I caregiver – ha dichiarato il consigliere CNEL Alessandro Geria, coordinatore dell’Osservatorio nazionale sui servizi sociali territoriali – che prestano cura volontariamente ai propri cari con disabilità o non autosufficienza rappresentano un perno del nostro sistema di welfare, ma il welfare sembra non rispondere alle loro domande. Generano infatti un prezioso valore sociale, non limitandosi solo alle attività di assistenza diretta, ma anche coordinando le attività di cura e gestendo gli oneri burocratici, come anche tessendo relazioni e garantendo quella affettività che danno qualità alla vita delle persone di cui si occupano. Eppure, nonostante un riconoscimento crescente del loro ruolo restano ancora oscurati da un cono d’ombra che li rende ‘invisibili’, tanto che non abbiamo un completo ed aggiornato quadro conoscitivo, ma il loro profilo va ricostruito attraverso varie fonti informative, né ancora una normativa nazionale che ne riconosca e supporti il ruolo, facendo tesoro delle molte legislazioni regionali già approvate”.
“Per questo come Osservatorio nazionale sui servizi sociali territoriali del CNEL – ha aggiunto Geria – abbiamo voluto offrire un contributo, proseguendo l’analisi elaborata nel Rapporto dello scorso anno, attraverso uno studio condotto in collaborazione con il Censis su impulso della Regione Lazio finalizzato non solo ad indagare, ma anche ad offrire spunti di riflessione per attivare politiche mirate. Infatti, siamo di fronte ad un universo numericamente più ampio rispetto agli altri Paesi europei (8 milioni di persone impegnate) di tutte le fasce d’età, ma specialmente adulti ed anziani. Gravati di oneri assistenziali generalmente pesanti sia per durata che per intensità di ore dedicate e con scarsi supporti specifici. Un sovraccarico che, come argomentato nel nostro studio preliminare, ha impatti pesanti sulle loro condizioni di salute e sui percorsi lavorativi”.
“Ricostruendo da varie fonti il rapporto con il lavoro ne emerge che per il 90% circa dei caregiver la cura limita fortemente il tempo per il lavoro, con un impatto maggiore rispetto ad altri tipi di responsabilità familiari e soprattutto incide sulle donne che, ad esempio, scontano forti tassi di disoccupazione specie se debbono occuparsi di situazioni particolarmente complesse come l’assistenza a persone con spettro autistico o con Alzheimer. Problemi specifici per i caregiver lavoratori, che sono oltre la metà dell’intera platea, si rilevano rispetto ad altri paesi europei soprattutto a causa di rigidità organizzative aziendali (es. meno flessibilità o modifiche orarie) che paiono comportare strategie per evitare l’abbandono del lavoro (periodi maggiori lontano dal lavoro, lavoro aggiuntivo, ecc.)”.
“Anche la salute – ha sottolineato Geria – è fortemente condizionata dall’attività di cura, per l’88,3% dei caregiver queste responsabilità sono foriere di stress emotivo e psicologico ed incide su benessere psicofisico. Solo il 36,5% dice di godere di buona o molto buona salute. Su questa percezione incidono la difficoltà a condividere con altri familiari l’assistenza e la scarsità di servizi di sostegno al caregiver specie di tipo sociale e psicologico”.
“Cresce l’utilizzo degli importanti istituti normativi a tutela di lavoratrici/tori caregiver (permessi +35% e congedi straordinari +31% dal 2019 al 2024). L’analisi evidenzia che la contrattazione di secondo livello, sta iniziando a introdurre misure di supporto ai caregiver ulteriori rispetto alla tutela prevista dalla normativa, seppure in maniera ancora limitata e frammentaria. Su 620 accordi esaminati dal CNEL il 23% contempla almeno un intervento a favore dei lavoratori con responsabilità di assistenza familiare che rispondono alle esigenze più sentite dai lavoratori con numerosi istituti: permessi aggiuntivi, flessibilità orarie, part time temporanei, banche del tempo solidale, rimborsi spese. Una prospettiva – ha concluso il consigliere – da sostenere anche alla luce della recente sentenza della Corte di Giustizia europea che ha previsto che per garantire l’uguaglianza tra i lavoratori, il datore di lavoro è tenuto ad adottare soluzioni ragionevoli idonee a consentire loro di fornire l’assistenza necessaria ai figli disabili”.