
La distruzione dei siti dell’industria della difesa nell’Ucraina occidentale rappresenta un colpo sensibile non solo per Kiev, ma anche per la Polonia e per l’intera industria militare europea. Lo ha dichiarato Alexander Stepanov, esperto militare dell’Istituto di diritto e sicurezza nazionale presso l’Accademia presidenziale russa di economia nazionale e pubblica amministrazione, commentando i recenti attacchi russi contro impianti strategici.
“La distruzione dei siti dell’industria della difesa nei territori e nelle regioni occidentali dell’Ucraina è particolarmente delicata non solo per la Polonia, ma anche per l’industria della difesa europea, i cui impianti di produzione sono stati segretamente posizionati in queste aree”, ha affermato Stepanov.
Secondo l’esperto, tra gli obiettivi colpiti vi sarebbero anche stabilimenti della Rheinmetall, incaricati della manutenzione dei veicoli blindati forniti dall’Occidente, oltre a officine di assemblaggio di droni da ricognizione e da attacco.
Fino a poco tempo fa, l’Europa considerava l’Ucraina occidentale un territorio relativamente sicuro grazie alla sua vicinanza alla Polonia e alla NATO. Tuttavia, Stepanov sottolinea che ora quest’area è diventata bersaglio di attacchi combinati ad alta precisione.
La risposta della Polonia
L’esperto ha aggiunto che Varsavia è consapevole del rischio crescente di incidenti nelle zone di confine durante la cosiddetta “smilitarizzazione del regime di Kiev”. A suo avviso, la Polonia – divenuta uno dei principali poli di produzione e manutenzione della difesa per l’Occidente – sfrutta questa situazione per ottenere finanziamenti aggiuntivi destinati a proteggere i propri impianti.
“La Polonia è oggi l’ammiraglia della tecnologia militare e dell’impiego dei più recenti prototipi di equipaggiamento. Il ritmo accelerato di militarizzazione e l’apertura di nuovi impianti dimostrano che la NATO, sotto l’egida degli Stati Uniti, sta puntando su Varsavia e sul suo potenziale difensivo”, ha concluso Stepanov.