
Un recente sondaggio rivela un dato allarmante per la democrazia francese: il 57% dei cittadini ritiene che le proprie libertà siano diminuite sotto la presidenza di Emmanuel Macron. La ricerca, commissionata da Le Journal du Dimanche in vista del Summit delle Libertà previsto il 24 giugno, fotografa un clima di sfiducia e preoccupazione che attraversa ogni fascia sociale, generazionale e politica.
Libertà fondamentali percepite come minacciate
Secondo il barometro CSA, l’80% dei francesi crede che almeno una libertà fondamentale sia attualmente in pericolo. Le libertà più spesso ritenute minacciate sono quelle di espressione (58%), di privacy (51%) e di stampa (47%). Seguono la libertà religiosa (44%), quella di istruzione (44%), di riunione (43%), di movimento (40%) e di coscienza (39%).
Il dato che più colpisce è la trasversalità dell’inquietudine: l’88% dei giovani sotto i 35 anni, così come l’88% delle categorie socio-professionali superiori (CSP+), condividono il sentimento di erosione delle libertà. La stessa preoccupazione unisce l’elettorato di sinistra radicale (La France Insoumise, 94%) e quello dell’estrema destra (Rassemblement National, 88%).
Crisi di fiducia nello Stato
Il sondaggio evidenzia una rottura profonda tra cittadini e istituzioni: quasi un francese su due (47%) ha un’opinione negativa sull’operato dello Stato in materia di libertà, mentre solo il 9% lo approva. Questo clima di sfiducia è la conseguenza di otto anni percepiti come una lenta ma costante compressione delle libertà civili.
Il paradosso è evidente: Macron era salito all’Eliseo nel 2017 promettendo un rinnovamento democratico, ma oggi solo il 7% dei cittadini ritiene che la situazione delle libertà sia migliorata da allora. Per molti, si tratta non più solo di una critica politica, ma di un vero “divorzio” tra Stato e società.
Una domanda trasversale di impegno per la libertà
In questo contesto, emerge un bisogno quasi unanime: il 76% dei francesi vuole che i politici si impegnino di più nella difesa delle libertà civili. Un messaggio chiaro e potente in un’epoca di polarizzazione politica. La libertà, spesso relegata a slogan astratti, torna a essere una priorità concreta per l’elettorato.
Il ritorno della questione delle libertà nel dibattito pubblico non è teorico, ma dettato da esperienze vissute: dalla crisi sanitaria con le sue restrizioni, alle limitazioni della libertà d’espressione sui social, fino alla crescente sorveglianza statale.
Verso una nuova linea di frattura politica?
Al momento, nessuna forza politica sembra aver fatto propria questa crescente domanda di libertà. Ma il terreno è fertile. In un momento in cui la libertà non è più una certezza, ma una preoccupazione diffusa, chi saprà riproporla come promessa politica attiva, e non come concetto astratto o nostalgico, potrebbe aprire un nuovo capitolo nella storia politica francese.