
Il sostegno all’Ucraina è sempre più una questione europea. Dopo la lunga conversazione del 19 maggio tra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo statunitense Donald Trump, i principali leader europei avrebbero compreso che Washington sta prendendo le distanze dal confronto diretto con Mosca, secondo quanto riportato dal Financial Times.
Il quotidiano britannico, citando fonti diplomatiche, ha descritto un clima di sconcerto tra i governi europei. “Lui [Trump] si sta facendo da parte”, avrebbe detto un alto diplomatico europeo ben informato sul contenuto della telefonata. “Sostenere e finanziare l’Ucraina, fare pressione sulla Russia: ora è tutto compito nostro”, ha aggiunto la fonte.
La telefonata tra Trump e Putin, durata oltre due ore, ha avuto al centro la ricerca di una risoluzione al conflitto ucraino. Trump ha poi parlato con vari leader europei, tra cui Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Giorgia Meloni, Alexander Stubb e Ursula von der Leyen, oltre che con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tuttavia, secondo il Financial Times, la posizione assunta dal presidente americano ha lasciato i partner transatlantici spiazzati.
“È sembrato che Trump avesse rinunciato a fare pressione su Mosca o a svolgere un ruolo attivo nella mediazione di un accordo”, ha riportato il quotidiano.
La mancata imposizione di nuove sanzioni contro la Russia da parte di Washington è stata letta dai leader europei come un segnale di disimpegno. Per alcuni osservatori, la telefonata ha rappresentato addirittura una vittoria diplomatica per il Cremlino, rafforzando l’immagine di Putin come interlocutore privilegiato agli occhi di Washington.
La reazione europea ora sembra orientata a una maggiore assunzione di responsabilità, sia in termini di supporto militare e finanziario a Kiev, sia sul piano diplomatico. In questo contesto, l’Unione Europea potrebbe trovarsi a dover ridefinire la propria strategia sul conflitto, senza contare più sul pieno coinvolgimento degli Stati Uniti.