
(AGENPARL) – Sun 04 May 2025 PIERO SCHIAVAZZI A “UN ALIENO IN PATRIA” (RAI 3): “IL
CARDINALE MULLER CONFONDE L’AGENDA GLOBALISTA CON
LA GLOBALIZZAZIONE”
Roma, 4 maggio 2025
“Il cardinale Gerhard Ludwig Muller confonde l’agenda globalista con la
globalizzazione. Sa quando si dice una contraddizione in termini? Globalizzare nel
modello aziendale vuol dire delocalizzare i centri di produzione del pensiero del
magistero. La globalizzazione, e questo è il primo conclave globalizzato, ci consegna
una Chiesa a teologie e ideologie variabili. È vero quello che dice Muller che in
Germania la Chiesa si sta spostando a sinistra perché sente a sinistra la concorrenza
dei luterani, ma sempre per effetto della globalizzazione invece in America si sposta
a destra perché sente la concorrenza degli evangelici e dei pentecostali. Per non
parlare delle Chiese del Sud del Mondo, che entrano da protagoniste. 23 cardinali
asiatici, 17 dell’Africa che, saranno pure rivoluzionari nel sociale, ma pensi all’Africa
e al rifiuto della benedizione degli anelli delle coppie omosessuali, hanno posizioni
reazionarie. Come se ne esce? Con un Papa di mediazione che sia anche mediatico e
un Papa come Muller, monolitico, provocherebbe quello scisma che vuole evitare”.
Parole di Piero Schiavazzi, docente di Geopolitica Vaticana all’Università Link,
vaticanista, intervistato sabato 3 maggio da Manuela Moreno nel corso del
programma “Un alieno in patria” su Rai 3. A poche ore dal Conclave che eleggerà il
Pontefice, il mondo intero ha gli occhi puntati su Roma, sul Vaticano, e l’attenzione
sulle vicende della Chiesa del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e del
Presidente francese Macron non sono passate sottotraccia.
“Trump lo sa benissimo che il cardinale Timothy Michael Dolan non ha nessuna
chance e non prenderebbe neanche i voti della maggior parte dei cardinali americani
che Bergoglio ha spostato a sinistra nelle sue scelte”, ha spiegato Schiavazzi,
commentando l’immagine creata con l’Intelligenza Artificiale del Presidente Usa in
abiti papali. “Quell’abbigliamento e quei paramenti sono la conseguenza di un
Presidente che comincia il suo mandato il 20 gennaio pontificando “sono stato salvato
da Dio per salvare il mondo” e quali sono i punti forti di quel discorso? Due slogan
molto televisivi: “drill baby drill” e “America first” che sono l’esatto opposto di due
encicliche “Laudato Si'” e “Fratelli Tutti” che notoriamente è centrata
sull’uguaglianza di tutti quanti gli Stati. La Chiesa e i cardinali, i cardinali e i Papi
possono essere di destra o di sinistra, reazionari o rivoluzionari, ma sono educati da
duemila anni a compattare quando è a rischio l’indipendenza dell’istituzione.
Pensiamo alla straordinaria omelia del cardinale Giovanni Battista Re al funerale di
Papa Francesco davanti a Trump. Re non è certo un progressista; eppure, ha
rinfacciato a Trump l’unica cosa che Trump non voleva sentirsi ricordare: la messa
del Papa in Texas, a 10 giorni dalle primarie del 2016, quando lo ha scomunicato
virtualmente dicendo “chi costruisce muri non è cristiano”. Dunque, quali possibili
papabili? “Penso che l’Asia, verso la quale chiaramente Bergoglio ha dato
un’indicazione con le sue nomine, ci provi e ha anche un candidato forte. Qualora si
incartino rientrano in gioco i cardinali italiani, perché sarà vero che in Italia non si
governa senza la Chiesa, ma è altrettanto vero che in Vaticano non si governa senza
gli italiani” ha sottolineato Schiavazzi a Manuela Moreno. Quanto alle fare news
sulla salute del cardinale Pietro Parolin, il professor Schiavazzi è laconico: “Porta
fortuna. Lo hanno fatto anche con Bergoglio, giravano addirittura certificati medici
per Santa Marta… poi abbiamo visto”.