La recente minaccia di morte contro Leo Taroni, riconosciuto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI) dal Tribunale di Roma, riaccende il dibattito sulla violenza subita dai massoni in Italia, ricordando il sacrificio del GM Achille Ballori, ucciso nelle sede storica di Palazzo Giustiniani da uno psicolabile reo confesso. Mentre la sentenza ha sospeso Antonio Seminario, la questione si complica quando quest’ultima afferma di non essere a conoscenza delle minacce.
La gravità della situazione richiede una condanna chiara da parte del GOI, fondamentale per riaffermare i valori di libertà e fratellanza. In questo momento critico, Taroni ha il diritto di assumere pienamente il suo ruolo di Gran Maestro, ma il GOI deve dimostrare coerenza e sostegno, affrontando le intimidazioni dall’interno.
Mentre la comunità massonica si interroga sulle comunicazioni interne, la posizione del GOI è cruciale per la difesa dei principi fondanti dell’organizzazione. La responsabilità è enorme: condannare le minacce e proteggere l’integrità della sua guida è essenziale per mantenere la solidarietà e il rispetto reciproco.