[lid] Si legge sul sito del Grande Oriente d’Italia che «le anticipazioni dei risultati di voto, oltre che contrarie al Regolamento associativo, non potrebbero che essere premature, approssimative e non verificabili in quanto i plichi trasmessi dagli Uffici Elettorali Circoscrizionali, contenenti il materiale elettorale, saranno aperti ad opera dei componenti la CEN».
In un canale Telegram e da articoli di stampa è stato sollevata la richiesta di vigilare sulla regolarità del voto e come era stato già segnalato in un articolo di Agenparl del 7 marzo dal titolo «Massoneria, Cavaliere Nero: Vigilare su possibili manovre finalizzate ad annullare pronunciamento democratico a favore di Taroni a Gran Maestro del GOI».
Sabato si riunirà la Commissione Elettorale Nazionale (CEN) che avrà il compito di ratificare l’elezione a Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
Come è noto in caso di contestazioni i componenti della CEN rispondono dei danni patrimoniali personalmente e non solo.
Più in particolare l’articolo 416 bis ma soprattutto il ter del codice penale che recita «chiunque accetta, direttamente o a mezzo di intermediari, la promessa di procurare voti da parte di soggetti appartenenti alle associazioni di cui all’articolo 416 bis o mediante le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416 bis in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità o in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione mafiosa è punito con la pena stabilita nel primo comma dell’articolo 416 bis. La stessa pena si applica a chi promette, direttamente o a mezzo di intermediari, di procurare voti nei casi di cui al primo comma. Se colui che ha accettato la promessa di voti, a seguito dell’accordo di cui al primo comma, è risultato eletto nella relativa consultazione elettorale, si applica la pena prevista dal primo comma dell’articolo 416 bis aumentata della metà. In caso di condanna per i reati di cui al presente articolo, consegue sempre l’interdizione perpetua dai pubblici uffici».