
(AGENPARL) – mer 10 maggio 2023 [Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano]
Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
Comunicato del 10/05/2023, ore 16:15
Consiglio
Lavori Consiglio: Plurilinguismo nella formazione, Consulenza Maturaball
Mozioni di Gruppo verde e Team K.
Con la mozione [700/23](https://egjaabf.r.af.d.sendibt2.com/tr/cl/HN_5G0eia3ZK-XdjmD2NpyE66r_FIPDguWd95MqTdhkbQ72WvkhHemzDCGDgSiRQ7Clva00IF4ZIa5VE1HhHogZpBYPJUm93qzVZmx5qZRt3wmPpfHUCeqNeoTZfXDZUA2A3S7nykqLj62H-KZRUOaiBL-WmIeb3yiLNo1jlu-krvQHGmCN8G4ZiW0A-yYNZxx8AoRw7jVYO77SUQ5dWTm_zFwkU7MmUUA1V0h33bsGlTsbDTL-nvMI81ZLJ2O14vSDRu9LLOTmT9GevYhzyceYmn0V1f8lbIBgQNWY9eXpdVFE7bgGkHkw9L2fcp_8Uu2VV8vBrPvRQeQkQ5vsyz2seK0IS5TZZb9iTdTMo7V0dJ8cAtw), Diritto al plurilinguismo nel sistema d’istruzione e formazione della Provincia, EMENDATA, Brigitte Foppa (Gruppo verde), la cui discussione era già stata avviata nella sessione di aprile, ha chiesto di incaricare la Giunta provinciale 1. di far sì che il diritto alla libera scelta della scuola, sancito dalla Costituzione, continuasse a essere garantito anche in futuro agli alunni e alle alunne nonché ai loro genitori; 2. di autorizzare, sostenere e promuovere i progetti didattici multilingui ogni qual volta un numero minimo di genitori (ad esempio 14 per la scuola dell’infanzia, 15 per gli altri livelli scolastici) iscriveva i propri figli e le proprie figlie alla relativa sezione; 3. di fornire un sostegno scientifico a lungo termine ai progetti didattici multilingui; 4. di prevedere la “didattica del multilinguismo” nella formazione del personale docente e pedagogico; 5. di prevedere la “didattica del multilinguismo” nei corsi di aggiornamento per il personale docente e pedagogico; 6. di migliorare la permeabilità dei sistemi scolastici (tedesco e italiano) facilitando il passaggio dalle graduatorie di un sistema a quelle dell’altro mediante la collaborazione tra le rispettive intendenze scolastiche; 7. di tener conto, nella legislazione provinciale e in tutte deliberazioni della Giunta provinciale attinenti alla didattica delle lingue in provincia di Bolzano, del concetto di plurilinguismo nativo, usando accanto al termine “madrelingua” anche il plurale “madrelingue”. Foppa ha chiarito che con l’emendamento era stato introdotto il riferimento alla madrelingua, al posto del termine “prima lingua” citato nella prima versione della mozione.
Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha detto di condividere pienamente la mozione, ritenendola però abbastanza tiepida, perché non toccava alcune note dolenti ed era molto neutrale, omettendo che era la comunità italiana che soffriva di più della situazione e il plurilinguismo serviva soprattutto a questa comunità per sentirsi cittadini di serie A. Quando i genitori italiani iscrivevano i figli alla scuola tedesca non si trattava di un “espediente”, ma di un diritto. progetto plurilingui, anche col CLIL, venivano già fatti ma solo nella scuola italiana. In quanto al passaggio delle graduatorie, ha ricordato la sua lunga battaglia per la formazione degli insegnanti, che ora era difforme nelle sue scuole: stando così le cose, c’era poca possibilità di scambio.
Alex Ploner (team K) ha ricordato che l’assessora Deeg aveva detto che molte persone avevano parlato di scuola senza mai essere state in una classe: egli come padre voleva sollevare il problema della qualità del sistema scolastico, e sottolineava che un’insegnante della scuola ladina gli aveva detto che di anno in anno i propri studenti sapevano sempre peggio il tedesco. C’era un basso livello di insegnamento delle lingue nelle scuole, e anche se capiva il senso della proposta dei verdi ricordava che il modello europeo, promosso dal Team K, voleva rafforzare la madrelingua. Il suo gruppo avrebbe comunque sostenuto la mozione. la libera scelta della scuola era garantita dalla Costituzione, i genitori sceglievano per i propri figli.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha ribadito il problema relativo alla scuola ladina, da sempre considerata un buon modello. Il motivo per l’insegnamento della madrelingua era che i sudtirolesi parlavano in tedesco. Inoltre, ogni scuola già era plurilingue, in quanto non insegnava una sola lingua: ciò che per fortuna non c’era era l’insegnamento mistilingue, poco serviva che i Verdi avessero adesso introdotto la “madrelingua”. Il problema era come gli studenti potessero imparare più lingue senza perdere la padronanza della madrelingua, e come una minoranza linguistica potesse continuare a esistere in uno stato straniero: se fosse stata accolta la proposta dei verdi, si sarebbe arrivati ad accogliere la richiesta di 15 genitori che chiedevano l’insegnamento in arabo. la scuola in madrelingua tedesca era vista con ammirazione in tutto il mondo.
Il co-firmatario Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha detto che sarebbe il colmo se qualcuno impedisse di studiare più lingue, e si è augurato che la prossima legislatura si aprisse con un convegno sul futuro della scuola altoatesina di fronte ai cambiamenti:; non si voleva infatti vedere che c’erano bambini con genitori delle due lingue e che crescevano a loro agio in entrambe le culture e lingue ed erano una ricchezza, né che nelle scuole di lingua tedesca ci fossero un sacco di bambini di lingua italiana, né che in molte scuole di lingua italiana ci fosse una grande percentuale di bambini con background migratorio. Il problema era capire cosa fare davanti a queste situazioni. Nella Convenzione quadro dell’UE sulla protezione dlel minoraze naziionaliu del 1995, ha aggiunto il consigliere, il primo articolo diceva che tale protezione era parte integrante della protezione internazionale dei diritti dell’uomo, e infatti la scuola in madrelingua veniva garantita, l’articolo 3 diceva che ogni persona appartenente a una minoranza aveva il diritto di essere trattata o non essere trattata come tale. Quindi gli strumenti di tutela erano diritti, ma non potevano essere obblighi.
L’ass. Philipp Achammer ha sostenuto che non si poteva demandare tutto alla scuola, era compito dei genitori seguire i figli nel percorso scolastico. La discussione non era nuova, ma molti non tenevano conto di situazioni quali l’assenza di insegnanti di seconda lingua per tutto l’anno in zone periferiche o la presenza di alunni di lingue diverse in una stessa classe. Non sempre qualità era uguale a qualità, e bisognava riflettere su cosa funzionava e cosa funzionava meno; molti cambiamenti erano stati fatti, sempre mirando all’acquisizione di competenze. Per ovviare alla mancanza di insegnanti di seconda lingua era stata ampliata la categoria delle classi di concorso, e si intendeva dare più autonomia alle scuole per affrontare situazioni diverse; in quanto ai percorsi di formazione per insegnanti con didattica nova, essi avrebbero dato i risultati solo dopo qualche anno. La libera scelta delle scuole chiesta al punto (1) già esisteva, così come progetti accompagnati scientificamente. L’intento era effettivamente di adeguare il sistema ai cambiamenti.
L’ass. Giuliano Vettorato ha chiarito che per il diritto alla libera scelta si era effettivamente battuto. Bisognava garantire anche una scelta consapevole. In quanto al tedesco L2, le indicazioni provinciali era di minimo 6 ore settimanali, ma il 98% delle scuole lo aumentava di parecchio; per le secondarie di primo grado molte scuole proponevano fino a 13 ore, a fronte delle 5 previste, e le superiori arrivavano fino a 11. Anche le ore di inglese erano in molti casi superiori al minimo previsto. L’accompagnamento scientifico era garantito dalla collaborazione delle scuole con università ed EURAC, ed erano promossi corsi per docenti. Il 19 maggio sarebbe stato presentato a Parigi un progetto plurilingue della scuola italiana, nell’ambito di una selezione per un premio UNESCO.
Brigitte Foppa ha replicato che la sua proposta non era una soluzione ai problemi del sistema scolastico né mirava a caricarlo di ulteriori compiti, bensì a rispondere a una richiesta dei genitori. Gli insegnanti plurilingui esistevano, ma ora avevano difficoltà a cambiare scuola: ecco perché nella mozione parlava di permeabilità. Inoltre, andava detto che molti insegnanti lavoravano per anni come supplenti, quindi non poteva parlare di scuola solo chi aveva l’abilitazione, come detto da Deeg. ha poi fatto riferimento alla petizione per la scuola plurilingue sottoscritta da molte persone, di cui ha letto diverse dichiarazioni, che riportavano il desiderio di una scuola plurilingue di insegnanti e genitori. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 11 si e 20 no.
Alex Ploner (Team K) ha quindi presentato la mozione n. [179/19](https://egjaabf.r.af.d.sendibt2.com/tr/cl/mfx-M3mpn4DDb36Al5F9hYsQd2fb5ILEiUIsCZcUA32fRuY35hZqBwmbARYQ-A5IPiGatH3zNh7Gyb3yW5-a4d_fQeqUgIm_NMm_FPI48ydSP74krg7TU8E7b1pMhYNJZg2BAtr7XzUi3L3Wfwi1_J5xEajjvccC2mmx3S_OuZzvZYpDgfZSExH84Tbv5ANcuIsJZs0Qr8Qa8rlqLjnxLWYc1gVH39vZF2nT2s4zctxAEQWCoTtrF8BPX6s0_k-5XwnqwcU8hug49AxksAqTYSUmWbANH5MyekKf5lCrmsZlLV5Q6zQZ8_bc7YMm7o4N6TkSL0LSbIAlRjgK12bFYm2f09nTnokzTRnDWrgNfeo6VKBtImVZW86qzMUWssiT3vlZ1w): Progetto di consulenza “Maturaball” (EMENDATA), con la quale evidenziava che si viveva in un’epoca di sconvolgimenti, di ritmi di vita frenetici e di crescente digitalizzazione, e che i bambini e giovani erano cresciuti in un ambiente estremamente digitalizzato e avevano già vissuto una pandemia che ha comportato diversi lockdown, imparando a gestire la comunicazione e le informazioni in modo completamente diverso dalle generazioni precedenti. Con l’introduzione dell’ambito interdisciplinare “educazione civica”, anche nella Provincia autonoma di Bolzano si era creata un’ulteriore possibilità di affrontare in classe con gli alunni e le alunne tematiche importanti quali la formazione politica o lo sviluppo della personalità, e partendo da questa base, alcuni progetti a livello provinciale sarebbero dovuti essere portati avanti con maggior enfasi, in aggiunta ai materiali didattici già disponibili per gli insegnanti: tra questi, quello del “Maturaball” e gli altri eventi legati all’esame di maturità, che sono considerati eventi non scolastici, trasformandoli in progetti scolastici. I balli della maturità o le feste di fine corso, che di solito vengono organizzati in totale autonomia dai maturandi e dalle maturande, infatti, avrebbero potuto essere utilizzati per trasmettere, tramite attività pratiche, nozioni di economia, finanza, assicurazione, management ecc.. Per migliaia di diplomande e diplomandi altoatesini e per i loro genitori e parenti, il “Maturaball” rappresentava un momento clou unico e indimenticabile in 13 anni di carriera scolastica, ma non sempre questa serata rimaneva una bella esperienza da ricordare. Per i giovani e le giovani, affrontare impreparati l’organizzazione di questo evento equivaleva, per dirla nel linguaggio dell’alpinismo, a scalare l’Everest senza campo in alta quota, senza acclimatazione: era quindi giunto il momento di mettersi di nuovo al fianco degli studenti e delle studentesse, aiutandoli a far sì che il “Maturaball” diventasse un momento indimenticabile da vivere insieme a coronamento della loro carriera scolastica. Il consigliere proponeva quindi impegnare la Giunta 1) a istituire un tavolo di lavoro sul tema “Maturaball – balli scolastici” e a incoraggiare le scuole superiori a organizzare progetti di consulenza e di coaching al fine di assistere i maturandi e le maturande nell’organizzazione del ballo scolastico ovvero del “Maturaball”; 2) a istituire un tavolo di lavoro per elaborare possibili approcci e raccomandazioni ai fini di una riforma della normativa sull’insegnamento effettuato da esperti professionisti e sui progetti parascolastici nella scuola secondaria; 3) ad adeguare i curricoli provinciali in modo che in tutte le scuole superiori dell’Alto Adige venisse insegnata la materia diritto ed economia almeno in terza, quarta e quinta, e a impegnare l’Ufficio di presidenza 1) a istituire e a convocare con cadenza regolare un Consiglio provinciale dei e delle giovani. Ploner ha ricordato le parole dette ieri in aula, in occasione della festa dell’Europa, a favore dei giovani e delle loro iniziative, e invitato a concretizzare queste parole, prendendo i giovani sul serio. esisteva già un consiglio provinciale dei bambini, quello dei giovani avrebbe avuto un significato diverso, potendo loro già partecipare a decisioni politiche ed essendo alla vigilia dell’età per votare.
La co-firmataria Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha ricordato il video vincitore del concorso “Politica: Tocca a noi”, proiettato ieri in aula, e sottolineato che i giovani sono interessati alla politica, come lei stessa poteva verificare ogni qualvolta riceveva gruppi di giovani in Consiglio. Una classe, in particolare, le aveva mandato dopo una visita una serie di richieste e proposte, riguardanti tanti temi, come lo stipendio degli insegnanti e l’abolizione dell’anno di prova dopo la patente di guida, nonché la reintroduzione delle materie “diritto ed economia”, come chiesto dalla mozione. A Salisburgo c’era già il Consiglio dei giovani, che avevano la possibilità di un question time e di presentare documenti che potevano essere approvati.
Anche Brigitte Foppa (Gruppo verde)ha ricordato la sua esperienza nell’accoglienza di scolaresche, dicendosi stupita della maturità di certe lor riflessioni. Riteneva quindi positiva e arricchente la proposta di un Consiglio provinciale dei giovani. era favorevole ai punti 2 e 3 per una scuola permeabile e la valorizzazione di diritto ed economia, era invece un po’ scettica sul tema dei Maturabälle, poiché riteneva che anche l’organizzazione senza assistenza fosse formativa.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha chiarito che in molte scuole questi balli non riguardano solo le quinte, ma anche le quarte classi, e che l’accompagnamento sarebbe dovuto restare nell’ambito dell’autonomia scolastica. Diversi balli venivano ancora organizzati in provincia, anche se non erano grandi balli come in Germania e Austria. Egli ha quindi approvato la proposta di un Consiglio provinciale per i giovani, così come il potenziamento di diritto ed economia, ai fini di una formazione pratica per il mondo del lavoro. Ha aggiunto di stare ancora aspettando l’organizzazione del bus per la formazione politica.
L’idea di un Consiglio provinciale per i giovani era stato uno dei propri primi progetti, ha detto Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), elaborato a 16 anni con altri giovani anche sull’esempio di quanto già esistente a Innsbruck: il consiglio rispose allora che per questo non c’erano soldi. Un Consiglio provinciale dei giovani sarebbe opportuno anche in affiancamento all’Euregio, con assemblee due volte l’anno: una proposta simile poteva essere avanzata già sabato prossimo alla riunione della Giunta Euregio di Ala. la cultura dei grandi balli, purtroppo, in provincia era andata un po’ persa.
Magdalena Amhof (SVP) ha concordato con Foppa che era utile, per gli studenti, anche fare l’esperienza che non sempre tutto andava liscio. Essi dovevano poter decidere come organizzare in autonomia questo ballo, magari contattando esterni e cercando sponsor. Bisognava lasciare agli studenti la possibilità di assumersi questa responsabilità. Anche da esperienza fatta al Comune di Bressanone, aveva imparato che non si poteva imporre ai giovani come agire, ma bisogna lasciare loro la possibilità di scegliere in che forma organizzarsi, coinvolgendoli da subito. Era favorevole a una forma di partecipazione.
Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha evidenziato il valore dell’organizzazione del Maturaball, rammaricandosi però che si trattasse solo di un’esperienza tedesca. Sarebbe stata bella un’organizzazione comune. In quanto al Consiglio dei giovani, era opportuno dare loro spazio.
L’ass. Philipp Achammer ha sostenuto che in provincia ci sono alcuni balli organizzati benissimo, mentre in altri casi i Maturabälle sono andati fuori controllo. egli era quindi favorevole a un sostegno, che poteva però essere extrascolastico. IN quanto al punto (2), c’erano realtà molto consolidate con lunga tradizione e realtà che volevano fare tutto in autonomia. Non riteneva opportuno imporre regole o modalità prestabilite, bensì lasciare alle scuole la propria autonomia. In quanto alle materie diritto ed economia, nella definizione degli indirizzi scolastici le competenze erano secondarie, e si sarebbero dovuti ridurre altri ambiti, ma molto era già compreso nell’educazione civica. Assolutamente interessate era il Consiglio provinciale dei giovani, ma prima di approvare una proposta in questo senso era opportuno consultare i giovani stessi. L’assessore ha chiesto quindi di sospendere la trattazione per incontrarsi in merito con le associazioni giovanili. Il proponente Alex Ploner si è detto disponibile a un’ eventuale sospensione(“ma domani dobbiamo votare”), e al confronto. Ha aggiunto che era importante discutere della forma del Consiglio provinciale dei giovani, affinché funzionasse. La proposta di Knoll era interessante, ma da qualche parte bisognava iniziare, senza continuare solo a discutere. Ha aggiunto che si sarebbe aspettato più entusiasmo sul tavolo di lavoro, per non lasciare i giovani da soli. La mozione è stata messa in votazione per parti separate e respinta: le premesse con 13 sì, 17 no e 1 astensione, respinti anche i punti (1) e (2) (14 sì, 16 no, 2 astensioni), 3 (15 sì, 17 no), e (1) sul Consiglio dei giovani (15 sì, 16 no)
(continua)
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