
[lid] La ripresa economica in Italia e in Lombardia è
evidente e confermata dai numeri registrati nell’anno appena passato. La
crescita del 2023, complice l’aumento dell’inflazione e la crisi energetica
degli ultimi mesi, si prospetta invece meno evidente e più lenta: le
previsioni indicano come il PIL lombardo dovrebbe crescere dello 0,8%, i
consumi dell’1,8% e gli investimenti del 3,3%.
Sono questi alcuni dei dati presentati questa mattina in conferenza stampa
da CNA Lombardia nel Primo Focus sull’andamento dell’economia regionale,
realizzato dal Centro Studi Sintesi. Il Focus ha puntato l’attenzione sul
monitoraggio dei territori fotografando la situazione della stessa nel 2022
e realizzando previsioni relative all’anno attualmente in corso.
Dalla ricerca emerge come il PIL della Lombardia nel 2022 dovrebbe
attestarsi al +4,4%, con un sensibile rallentamento rispetto all’anno
precedente: tuttavia, la regione nello stesso anno fa registrare una
crescita del PIL del +3,9% rispetto al 2019, superando ampiamente il livello
precovid. Anche sul fronte consumi nel 2022 la Lombardia è stata
protagonista di un’importante progressione (+5,1%), comunque non sufficiente
per recuperare quanto perso durante la fase acuta della pandemia (-0,5%
rispetto al 2019). Si tratta, tuttavia, di un dato migliore della tendenza
nazionale (-1,5%). Da segnalare anche la positiva evoluzione degli
investimenti, che si è consolidata nel corso del 2022: infatti, il valore
reale degli investimenti è aumentato del +10,8% rispetto al 2021, mentre dal
confronto con il 2019 si evince un incremento di quasi 19 punti percentuali.
“Restiamo tenacemente sul sentiero della crescita. I dati che abbiamo
raccolto fotografano naturalmente su molti fattori una contrazione rispetto
al 2019, ma si tratta di un elemento legato all’esplosione della pandemia e
al suo perdurare per un biennio – afferma Giovanni Bozzini, Presidente di
CNA Lombardia -. Il dato rilevante è che la tendenza “anno su anno”, tra il
2021 e il 2022, è ormai positiva per numerosi indicatori, tra cui i consumi
e le imprese attive. Bisogna guardare con grande fiducia alle voci che
risultano già positive anche rispetto alla fase pre-pandemica, come
investimenti ed export. Segnali di un ripreso slancio vitale della nostra
economia.”
Crescita, ma anche qualche segnale di preoccupazione relativo alle imprese
attive in Lombardia, in particolare quelle artigiane. A dicembre 2022 il
numero di imprese lombarde ha fatto segnare un -0,6% rispetto a settembre
2022, quelle artigiane lombarde -1,1% a dicembre 2022 rispetto a settembre
2022. In pratica nell’arco di tre anni (2019-2022) il numero di imprese
attive in Lombardia si è ridotto di circa 800 unità e tale variazione
negativa riguarda soprattutto commercio-turismo (-10.307), manifattura
(-6.221) e agricoltura (-1.673): solo la crescita significativa dei servizi
ha consentito di ridimensionare l’entità della contrazione generale.
Analizzando i territori lombardi, tra dicembre 2019-dicembre 2022, le
provincie che fanno segnare un trend positivo relativo alle imprese attive
sono Milano (+1,7%), Varese (+1%) e Brescia (+0,9%), mentre Mantova (-6,3%),
Sondrio (-4,2%) e Cremona (-3,8%) registrano un segno negativo.
Ancora peggiore il dato relativo alle imprese artigiane (attualmente
233.402) nel periodo dicembre 2019-dicembre 2022 dove la dinamica appare
decisamente negativa con un -3,4% (perse 8.155 imprese). Analizzando i
territori, l’unica provincia a registrare una crescita di imprese lombarde
nel periodo dicembre 2019-dicembre 2022 è Varese (+2,8%), tutte le altre
evidenziano un segno meno, in particolare Mantova (-10%), Cremona (-6,8%) e
Pavia (-6,5%).
Inoltre nella regione, nel corso del 2022, si contano 56.510 nuove imprese,
a fronte di 45.095 cessazioni: pertanto, il saldo a fine anno tra imprese
iscritte e cessate risulta ampiamente positivo (+11.415 imprese). A livello
territoriale, invece, su tutte Milano (+8.126), Brescia (+1.262) e Monza e
Brianza (+811) hanno un saldo positivo, mentre Mantova (-134) e Cremona
(-32) negativo.
“Una voce preoccupante è sicuramente quella della mortalità di imprese
artigiane verificatasi dal 2019 alla fine del 2022 – commenta il Presidente
di CNA Lombardia -. La pandemia e le speculazioni sui costi energetici e
delle materie prime hanno inciso molto. Continuiamo a pensare che occorra
agire in fretta e che la prossima Giunta regionale abbia il dovere di
mettere tra le vere priorità l’accesso al credito e i costi energetici. Per
questo le elezioni regionali devono costituire un appuntamento democratico
capace di rilanciare prontamente il confronto. Come CNA Lombardia, in queste
settimane abbiamo consegnato ai tre candidati Presidenti il quadro delle
nostre priorità: efficienza energetica e costo delle materie prime, accesso
al credito, infrastrutture materiali ed immateriali, formazione
professionale e soprattutto una risposta ad un bisogno di autonomia
differenziata che potrebbe aiutare sia in termini di budget disponibile per
le politiche regionali sia in termini di efficienza amministrativa.”
Sul fronte occupazione, nel terzo trimestre 2022 l’occupazione in Lombardia
fa segnare una leggera contrazione rispetto al trimestre precedente:
tuttavia, considerando il valore medio nei primi nove mesi del 2022, si
riscontra una crescita del numero di occupati del +2,3% rispetto allo stesso
periodo del 2021, trend positivo che però non riguarda l’agricoltura.
Rispetto al periodo pre-covid, invece, la Lombardia manifesta una perdita di
circa 44 mila occupati (-1%): tale tendenza interessa tutti i settori
economici, con l’eccezione delle costruzioni, in crescita di quasi 20 punti
percentuali tra il 2019 e il 2022.
Per quanto riguarda l’export, la Lombardia si conferma eccellenza italiana
pur facendo registrare nel terzo trimestre del 2022 una lieve flessione
rispetto al periodo precedente: tuttavia, considerando i primi nove mesi del
2022, il valore delle esportazioni ammonta a 120 miliardi di euro, con una
variazione del +21% rispetto allo stesso periodo del 2021. Un dato che
permette alla regione di assorbire completamente l’impatto negativo della
pandemia sull’export, il cui valore, a settembre 2022, risulta superiore del
27% al dato cumulato a settembre 2019. In particolare nei primi tre
trimestri del 2022 i comparti manifatturieri fanno segnare un incremento
delle esportazioni del 27% rispetto al medesimo periodo del 2019. Sul fronte
territoriale, invece, tra dicembre 2019-dicembre 2022, le provincie che
fanno segnare un trend maggiormente positivo relativo alle esportazioni sono
Lodi (+51%), Cremona (+39%), Brescia (+36%) e Sondrio (+33%).
“L’economia lombarda è vitale ma la fotografia che abbiamo scattato rende
evidente come arresti e cadute dipendano da fattori esogeni che nella
globalizzazione continueranno ad agire periodicamente – spiega Stefano
Binda, Segretario Generale CNA Lombardia -. Appena il quadro ritrova un
margine di stabilità, gli indicatori tornano a salire. Bisogna capire come
rendere strutturali le variabili positive e neutralizzare o minimizzare
quelle negative. Molto dipende come noto da fattori sovranazionali, sia di
ordine geoeconomico sia di ordine politico. Qualcosa tuttavia resta anche
nelle mani delle politiche messe in atto sul territorio e la futura Giunta
potrà fare la sua parte. Noi in ogni caso saremo sempre a disposizione per
il confronto. L’importante è come sempre articolare scenari e visioni a
partire dalla realtà dei fatti.”