(AGENPARL) – ven 08 aprile 2022 L’Organizzazione mondiale della sanità stando agli ultimi dati del Global Health Observatory (GHO) sulle stime dei decessi in epoca pre Covid indicava le cardiopatie e gli ictus ischemici come i più grandi “assassini” del mondo, causa di 15,2 milioni di decessi nel 2016. Queste malattie sono rimaste le principali cause di morte a livello globale negli ultimi 15 anni.
Ciononostante, a memoria d’uomo, nessuno può ricordare di aver aperto ogni giorno per 15 anni giornali, radio, televisione o internet avendo il bollettino quotidiano dei morti con annessi divieti e connessi rimedi.
Sempre stando agli ultimi studi attendibili in epoca pre pandemica, apprendevamo che:
-La malattia polmonare ostruttiva cronica ha provocato 3,0 milioni di morti nel 2016, mentre il cancro ai polmoni (insieme a trachea e bronchi) ha causato 1,7 milioni di morti.
-Il diabete ha ucciso 1,6 milioni di persone nel 2016: erano meno di 1 milione nel 2000.
-I decessi dovuti a demenze sono più che raddoppiati tra il 2000 e il 2016, diventando la 5a causa principale di morti globali nel 2016 rispetto al 14° posto che occupavano nel 2000.
-Le infezioni respiratorie inferiori sono rimaste le malattie mortali più trasmissibili, causando 3,0 milioni di morti in tutto il mondo nel 2016.
-Il tasso di mortalità per malattie diarroiche è diminuito di quasi 1 milione tra il 2000 e il 2016, ma nel 2016 ha causato 1,4 milioni di morti.
Analogamente, il numero di morti per tubercolosi è diminuito durante lo stesso periodo, ma è ancora tra le prime 10 cause con un bilancio di vittime di 1,3 milioni.
L’HIV / AIDS non è più tra le prime 10 cause di morte al mondo, avendo ucciso 1,0 milione di persone nel 2016 rispetto agli 1,5 milioni del 2000.
Le lesioni stradali hanno ucciso 1,4 milioni di persone nel 2016, di cui circa tre quarti (il 74%) erano uomini e ragazzi.
Eppure, da quasi due anni a questa parte, di tutte queste cause di falcidie -che ciascuno deve andare a cercare perché, fortunatamente, non erano sulle prime pagine dei quotidiani ogni giorno- non si sente più parlare perché il mondo globalizzato ha scelto una malattia su tutte e l’ha resa l’unica e sola causa di morte, o almeno l’unica di cui farcire quotidianamente i Media mainstream di molti paesi (Italia in testa). Il Sars Cov e le sue varianti sono “La malattia delle malattie”. Tutto il resto è noia.
Che poi di sanità prima si parlasse (e soprattutto si investisse) troppo poco è un dato lampante, controbilanciato solo dal fatto che dopo, su un tema, si è invece scelto di parlare ininterrottamente mantenendo invece pressoché inesistente la parte relativa alla prevenzione e allo sviluppo delle strutture sanitarie.
Ma tutto ciò non basta, infatti dopo aver eletto “la malattia del secolo” adesso pare che si sia scelta anche “la guerra del secolo”: il conflitto Russo Ucraino, benché mentre scriviamo queste poche righe ci siano 169 guerre che insanguinano il mondo (molte delle quali ancora più truci e cruente) è il “conflitto dei conflitti”.
In altre parole, senza che nessuno voglia negare l’importanza dei due temi eletti a “unico problema quotidiano” abbiamo scelto:
⁃ la malattia del secolo
⁃ la guerra del secolo
⁃ il nemico del mondo
escludendo totalmente ogni altro tema o problematica.
In altre parole, da società sedicente pluralista, siamo diventati radicalmente assolutisti.
E Dio solo sa quale sarà il prossimo tema eletto a “tema dei temi”.
Probabilmente i goffi tentativi fatti lo scorso anno in sede Europea per mettere al bando di eliminare gli auguri di Natale, proibire i nomi Giuseppe e Maria (!!) e togliere i crocefissi dalle scuole (solo per fare degli esempi) fanno intravedere quello che sarà il prossimo passo: eleggere la “religione delle religioni”.
E allora la domanda è: in un mondo dove per anni si è predicato (almeno a parole) il rispetto di tutte le opinioni e delle più bislacche esigenze o supposti diritti (come quelli che permettono il matrimonio delle scimmie antropomorfe), com’è stata possibile tale deriva?
E dove ci condurrà? Sarebbe forse meglio porsi questi interrogativi e cercare di venirne a capo combattendo questa pericolosa deriva, prima che l’assolutismo dilagante che iniziando vietando i dubbi sulla “malattia del secolo”, adesso con la stessa tenacia mette a tacere chiunque sulla “guerra delle guerre” abbia una opinione diversa, arrivi al punto di negare radicalmente non solo l’esterna ione ma financo l’esercizio del pensiero critico al di fuori di ogni canale precostituito. E quel traguardo, se non si farà nulla per arginare questa deriva, non è così lontano.
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