
(AGENPARL) – ven 30 dicembre 2022 CONFERENZA STAMPA
CONSUNTIVO 2022
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE DI POLIZIA E ANALISI CRIMINALE
Salone conferenze Viminale
Roma, 30 Dicembre 2022, h 11.00
Nel consueto bilancio di fine anno, la Direzione centrale della polizia criminale traccia un consuntivo dell’attività svolta e delle proiezioni per il 2023 nel settore della cooperazione internazionale di polizia, dell’analisi dei fenomeni criminali e della protezione di collaboratore e pentiti.
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE DI POLIZIA
La dimensione globale delle emergenze che caratterizza la contemporaneità (dalla pandemia agli effetti del conflitto russo-ucraino) ha dato un impulso senza precedenti alla cooperazione internazionale di polizia, con fenomeni criminali che si manifestano sempre di più sulle piattaforme digitali, che per definizione non hanno confini, e che proliferano nei Paesi con minori barriere difensive.
L’Italia ha nel Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) il single point of contact, hub per le forze di polizia italiane e straniere relativamente a qualsiasi richiesta di natura operativa, che può contare all’estero su di una rete di Esperti per la sicurezza e personale di supporto che copre 84 Paesi e lavora grazie ad una sala operativa internazionale (SOI) che gestisce oltre 420 messaggi in ingresso al giorno.
Risultati operativi
Da gennaio a fine novembre 2022 sono stati catturati 1.369 latitanti in 64 Paesi, 26 in più del 2021. Di questi, 654 erano latitanti attivi, vale a dire ricercati dalle autorità giudiziarie italiane in 40 Paesi: in ambito europeo, il 22% dei soggetti è stato arrestato in Romania, il 18 % in Spagna, il 14% in Germania, il 12 % in Francia e a seguire negli altri Paesi, mentre a livello extraeuropeo spicca l’Albania per numero di arresti (36 persone complessivamente).
I latitanti passivi, ricercati dalle autorità giudiziarie estere e catturati dalle forze di polizia italiane, sono stati 715, ricercati da 64 Paesi: a livello europeo per lo più da Romania (30%), Germania (20%) e Francia (8%).
Dei 1369 latitanti, 72 sono stati arrestati attraverso la rete ENFAST (European National Fugitive Active Search Team), il network che opera sulle 24 ore e che collega i team che si occupano della ricerca e cattura a livello internazionale dei ricercati (+10% rispetto al 2021 quando erano stati 65).
Dei latitanti catturati 138 soggetti appartengono al crimine organizzato e 24 ad organizzazioni mafiose (2 a cosa nostra, 7 a ‘ndrangheta, 9 a camorra, 3 a mafie pugliesi e 3 a mafie straniere).
Particolare clamore ha avuto la cattura di Ilir Paja, detto “Ufo” per la sua capacità di evasione: albanese di 49 anni ha visto concludere la sua latitanza nel novembre scorso davanti allo specchio di un barbiere a Tirana. Ricercato in campo internazionale con red notice per scontare la pena di 25 anni di detenzione per omicidio, aveva fatto perdere le sue tracce da anni ed era ricercato dalla polizia italiana e tedesca per assassini commessi in entrambi i Paesi. Nel 2007 in Italia fuggì da un’ambulanza con cui veniva trasferito da un carcere ad un altro, in un’area di servizio dell’autostrada A1 quando simulò un malore per far avvicinare il capo scorta alla barella su cui era legato, e dopo averlo preso a testate, riuscì a sfondare la porta dell’ambulanza e sparire nei boschi limitrofi nonostante corresse a piedi nudi e con un braccio fratturato.
Altrettanto significativa la cattura di Ghebremedhin Temesghen Ghebru, detto “Tenny”, eritreo di 50 anni. Ricercato in campo internazionale con red notice per associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è stato localizzato e arrestato il 14 settembre 2022 presso l’aeroporto internazionale di Addis Abeba-Bole, al termine di intense attività di ricerca svolte a livello internazionale mentre cercava di imbarcarsi su un volo per l’Australia. La sua cattura è stata più volte menzionata presso le Nazioni unite come esempio eccellente di contrasto investigativo alla criminalità organizzata dedita al traffico di esseri umani.
Nell’arco del 2022 sono stati rimpatriati 518 detenuti, di cui 25 con voli charter e di Stato.
L’Ufficio nazionale per il recupero dei beni (Asset Recovery Office – A.R.O.) costituito presso lo SCIP ha consentito il sequestro e la confisca di beni per un valore di oltre 22 milioni di euro in 8 Paesi, soprattutto in Slovenia, Regno Unito e Romania.
Il progetto I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) promosso dall’Italia insieme ad Interpol e avviato nel 2020, ha fatto registrare importanti risultati operativi: 37 latitanti catturati complessivamente, di cui 11 nel 2022 in 6 Paesi del mondo con figure criminali di estrema pericolosità, come Vittorio Raso, Mario Palamara (il cosiddetto broker delle ‘ndrine) e Luciano Camporesi. Risultati resi possibili dalla cooperazione internazionale di polizia e dalla rete promossa da I CAN con 13 Paesi aderenti oltre all’Italia (Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay).
Una materia particolarmente delicata riguarda le 100 indagini in corso sulle sottrazioni di minori, portati all’estero da uno dei due genitori (+29% rispetto al 2021) con 15 bambini riconsegnati all’avente diritto (12 in più rispetto all’anno scorso).
Linee strategiche
Attacco ai patrimoni illeciti della criminalità organizzata
La dura esperienza italiana di lotta alla mafia ha dimostrato che uno strumento irrinunciabile di contrasto alla criminalità organizzata sia l’attacco ai patrimoni illeciti che devono essere restituiti alla comunità, come ristoro alle ferite inferte.
L’insegnamento del giudice Giovanni Falcone che per combattere la mafia è necessario “seguire il denaro” (following the money) deve diventare una consapevolezza a livello globale, grazie anche agli strumenti offerti dalla tecnologia digitale che consentono di “tracciare il denaro” (tracking the money).
La criminalità organizzata oggi, più che in passato, ha l’obiettivo primario di massimizzare il profitto e accumulare l’ingente quantità di denaro proveniente dal traffico di droga, corruzione, immigrazione clandestina, tratta di esseri umani: il crimine finanziario diventa, dunque, la minaccia più grave a livello globale, anche se nella percezione comune, più impaurita da atti sanguinari, sembra relegato al mondo elitario dell’alta finanza.
In realtà oggi la criminalità organizzata, agli omicidi e alla violenza che provocano una reazione immediata da parte degli Stati, preferisce agire in modo silente nel mondo della speculazione finanziaria e della corruzione degli apparati governativi.
In tale prospettiva l’Italia si è resa promotrice di due iniziative a livello unionale, insieme a Europol, con il Law Enforcement Forum ed extraeuropeo, insieme ad Interpol, con la risoluzione sulla Silver notice.
Next generation EU – Law Enforcement Forum
Proseguono i lavori del Law Enforcement Forum, promosso dalla Direzione centrale della polizia criminale insieme ad Europol con il sostegno della Commissione europea, che ha l’obiettivo di prevenire l’infiltrazione della criminalità organizzata nei fondi del Next Generation EU, come distribuiti dai Piani approvati dal Consiglio dell’Unione Europea (Recovery and Resilience Plans).
Dopo due incontri in Italia nel 2021 e nei Paesi Bassi nel marzo 2022, è in programma a Roma il 15-16 febbraio 2023, un working group sulle best practices in materia di aggressione patrimoniale alla criminalità organizzata. Rivolto ai Direttori degli Uffici per il Recupero dei Beni e ai Procuratori degli Stati membri dell’Unione europea impegnati nel settore dei crimini finanziari e nel recupero dei beni, ai rappresentanti di EUROPOL, EUROJUST, della DG Home della Commissione europea, di OLAF, del Gruppo EGMONT e della Procura europea (EPPO), verrà organizzato presso la Scuola di perfezionamento per le forze di polizia.
Interpol – Approvazione della risoluzione sulla Silver notice.
Durante la 90° Assemblea Generale di Interpol, che si è svolta a New Delhi nell’ottobre 2022, è stata approvata la risoluzione proposta dall’Italia per introdurre la Silver notice volta a tracciare i patrimoni illeciti per combattere la criminalità organizzata. Nel 2023 un gruppo di lavoro guidato dall’Italia lavorerà in seno ad Interpol per dare operatività alla risoluzione, perché venga effettivamente introdotta all’interno delle banche dati una Silver notice che consenta il tracciamento dei patrimoni illeciti nei 195 Paesi aderenti ad Interpol.
L’obiettivo è quello di presentare la realizzazione del progetto in occasione della prossima Assemblea generale a Vienna dove si festeggeranno i cento anni di Interpol.
Progetto I CAN – software predittivo
Nell’ambito del Progetto I Can e nella prospettiva di anticipare la minaccia della ‘ndrangheta a livello globale, su input della Direzione centrale della polizia criminale, il Centro di Ricerca e Analisi Informazioni Multimediali (CRAIM) del Dipartimento di P.S., insieme a Leonardo Spa sta lavorando ad un software, in avanzato stato di realizzazione, che consentirà un’analisi documentale capace di correlare anche in modo automatico le informazioni di polizia con quelle raccolte sul web da fonti aperte. L’obiettivo è quello di arrivare, come ultimo stadio di evoluzione, a dun software dotato di capacità predittive.
Lotta all’immigrazione clandestina e alla tratta – Progetto Identity con Interpol
Nel 2023 partirà il progetto Identity, realizzato insieme ad Interpol che si propone di aumentare la capacità di raccolta e condivisione dei dati biometrici – riferiti a profili criminali conosciuti – con i Paesi dell’Africa occidentale maggiormente interessati dai flussi migratori diretti ai Paesi europei, al fine di una loro tempestiva identificazione nel corso delle procedure di controllo messe in atto negli hot spot. In prospettiva futura, le forze di polizia, potranno controllare, in tempo quasi reale, le informazioni biometriche presenti nelle banche dati INTERPOL direttamente tramite infrastrutture nazionali a tutto vantaggio del contrasto all’immigrazione clandestina e alla tratta di essere umani.
Unità crimini internazionali
La Direzione centrale della polizia criminale sta costituendo un’unità che assicurerà la conoscenza degli sviluppi della cooperazione internazionale di polizia (collegata a quella giudiziaria), nel settore dei crimini di guerra e in via prioritaria riferita al conflitto russo-ucraino in corso, ricevendo report predisposti dagli attori istituzionali coinvolti. Garantirà la partecipazione del Dipartimento della P.S. alle riunioni del Genocide Network e agli altri eventi in materia organizzati in ambito nazionale e internazionale. Avvierà i necessari contatti con le Unità specializzate già attive in altri Paesi per l’acquisizione di buone pratiche e lo scambio di esperienze.
ANALISI DEI FENOMENI CRIMINALI
Analizzando la delittuosità in Italia nel periodo gennaio – novembre 2022, raffrontata con quella dell’analogo periodo del 2021, si osserva un lieve incremento (3%) del dato complessivo dei reati. Incremento che non è, comunque, tale da raggiungere i livelli pre-pandemici: i dati relativi ai primi 11 mesi del 2022 si sono, infatti, attestati su valori inferiori a quelli del 2019.
Lo spostamento sulle piattaforme digitali che ha riguardato ogni aspetto della quotidianità (dallo stile di vita, al lavoro, allo studio, al divertimento) ha evidentemente interessato anche i modus operandi criminali.
Dopo l’impennata dei reati informatici (come il phishing, gli spyware, i ransomware e il social engineering) registrata nel 2021, si assiste nel 2022 ad una loro prima lieve flessione (-15%), che dovrà essere confermata con il consolidamento dei dati, ma che potrebbe indicare il rafforzamento delle strutture informatiche e dell’attività di contrasto delle forze di polizia nel segno di quella che viene definita come resilienza cibernetica.
Per quanto riguarda il più grave dei reati, vale a dire l’omicidio, dall’inizio dell’anno al 28 dicembre 2022 si sono stati registrati 309 omicidi, con 122 vittime donne, di cui 100 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 59 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.
Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato rispetto a quello analogo dello scorso anno, si nota un aumento del 3% con 11 persone morte in più (si passa da 299 a 309), così come nel numero delle vittime di genere femminile, che da 118 diventano 122 (+3%).
Una diminuzione si rileva, invece, per i delitti commessi in ambito familiare/affettivo, che da 146 scendono a 137 (-6%), flessione che, in tale ambito, attiene anche al numero delle vittime di genere femminile, che passano da 102 a 100 (-2%).
Rispetto allo stesso periodo del 2021 risulta in flessione sia il numero di omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 77 scendono a 65 (-16%), sia le relative vittime donne, che passano da 69 a 59 (-14%).
Nel 1990 gli omicidi in Italia erano 3.012 e negli ultimi 15 la curva è in costante calo (erano 632 nel 2007).
Confrontando il dato degli omicidi volontari in Europa, secondo l’indagine effettuata dall’Istituto EUROSTAT, l’Italia appare uno dei Paesi più sicuri con uno delle più bassi rapporti tra numero degli omicidi e popolazione.
Confrontando il numero degli omicidi per 100.000 abitanti, su 32 Paesi presi in esame, l’Italia con un tasso dello 0, 6% risulta il paese più sicuro, seconda solo a Norvegia e Svizzera. La Germania ha un tasso dello 0,9%, il Regno Unito (Inghilterra e Galles) il doppio dell’Italia (1,2%) e la Francia più del doppio (1,4%).
Tendenza confermata anche dai dati 2021 resi disponibili dagli Esperti italiani per la sicurezza, raffrontando gli omicidi volontari su 100.000 abitanti nelle città europee più rappresentative con l’aggiunta di realtà metropolitane degli Stati Uniti e del Canada: statistiche in cui Milano e Roma sono tra le realtà più sicure con un tasso dello 0.6% (seconde solo a Madrid e Oporto). A parte il dato impressionante delle città americane, con un tasso di 32,7% per Washington e di 29,1% per Chicago, Bruxelles è al vertice delle città europee per incidenza di reati sanguinari con un tasso del 14,8% (Birmingham 13%, Parigi 4,6%i in base al dato 2020).
Se il tasso di incidenza degli omicidi rispetto alla popolazione è un dato di per sé già molto eloquente, anche i valori assoluti possono aiutare a fornire un quadro più comprensibile del fenomeno. A fronte dei 26 omicidi a Roma (su di una popolazione di oltre 4, 2 milioni di abitanti) e di 19 a Milano (su oltre 3,2 milioni di abitanti), Bruxelles ha 179 omicidi (su di una popolazione di 1,2 milioni di abitanti), Parigi ne registra 100 (su 2,1 milioni di abitanti).
Dei 26 omicidi in provincia di Roma, 16 si sono verificati nell’area comunale con un’incidenza che rimane dello 0,6% rispetto alla popolazione.
Avendo riguardo ai reati spia della violenza di genere, confrontando i primi 10 mesi del 2022 con quelli del 2021, si assiste ad una diminuzione del 10,3% degli atti persecutori o stalking, del 3,9% dei maltrattamenti in famiglia mentre si rileva un aumento del 15,7% delle violenze sessuali.
Passando ai reati predatori e analizzando i primi dieci mesi dell’anno, si registra quest’anno un aumento del 19,7% dei furti rispetto al 2021, con un dato che in valori assoluti è comunque inferiore a quello del periodo pre-pandemia: era di 887.905 nei primi 10 mesi del 2019, di 782.391 nei primi 10 mesi del 2022 (653.889 nei primi 10 mesi del 2021).
Nei primi dieci mesi del 2022 crescono anche le rapine del 18,2% rispetto allo stesso periodo del 2021: dato che costituisce una media tra le varie forme di rapina, che vedono un +20,7% per quelle commesse nella pubblica via.
Dato quest’ultimo che può essere letto anche in rapporto con i reati commessi dai minori. Confrontando i primi dieci mesi dell’anno del 2019 con quelli del 2022 si registra un aumento del 14,3% dei minori denunciati e arrestati, con punte che riguardano alcuni tipi di reati: attentati +53,8%, omicidi volontari +35,3% (17 in valore assoluto nel 2019, 23 nel 2022), tentati omicidi +65,1%, +33,8% lesioni, +50% percosse, +75,3% rapine (+91,2% per quelle in pubblica via).
Ultimo dato significativo è che 2 truffe su 3 vengono commesse on-line: nel dettaglio tale percentuale è del 68,2% nei primi 10 mesi del 2022, con un marginale incremento rispetto allo stesso periodo del 2021, in cui tale valore si attestava al 66,3%.
Nel corso dell’anno il Servizio Analisi Criminale della Direzione centrale della polizia criminale ha prodotto una serie di Report sui fenomeni criminali che destano maggiore allarme sociale, tutti pubblicati sul sito del Ministero dell’Interno, come quelli sulla violenza contro le donne, sugli abusi sui minori, sulle gang giovanili, sui reati corruttivi e sulla criminalità predatoria, come furti e rapine.
L’attività si è sviluppata anche attraverso la partecipazione ad osservatori e gruppi di lavoro, che hanno coinvolto le istituzioni e i soggetti privati di riferimento, per monitorare i diversi fenomeni criminali ed elaborare delle strategie di prevenzione mirate alle realtà economiche e sociali in così rapida evoluzione:
Organismo tecnico di supporto all’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali
Nei primi nove mesi del 2021, sono stati registrati 460 atti intimidatori (-16% rispetto allo stesso periodo del 2021).
245 casi (53%) sono stati censiti nei confronti di sindaci anche metropolitani e 77 casi (17%) consumati attraverso le piattaforme social.
Organismo permanente di supporto al Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti
Nei primi 9 mesi del 2021 sono stati registrati 84 atti intimidatori (-48% rispetto allo stesso periodo del 2021). 24 casi (29%) sono stati consumati tramite social network.
Il Gruppo Interforze Centrale (GIC) del Servizio Analisi Criminale che opera a supporto delle Prefetture nei settori relativi a grandi opere, grandi eventi, ricostruzione e riqualificazione, con particolare riferimento alle attività finanziate con i fondi PNRR, ha prodotto 222 segnalazioni di criticità alle Prefetture nei confronti di altrettanti soggetti, con oltre tremila approfondimenti richiesti o d’iniziativa e oltre 67.00 interrogazioni alle banche dati delle forze di polizia.
Un asset strategico della Direzione centrale della polizia criminale è rappresentato dalla prevenzione e contrasto ai crimini dell’odio attraverso l’attività di monitoraggio e coordinamento svolta dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, organismo dove lavorano dal 2010 Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri e che elabora il contributo del Dipartimento della P.S. per la raccolta annuale dei dati sui crimini d’odio effettuata dall’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa).
Attraverso anche il lavoro degli OSCAD territoriali costituiti in ogni provincia, i compiti dell’Osservatorio si concentrano sull’emersione del fenomeno dei reati d’odio, spesso caratterizzati dalla difficoltà di denunciare anche per la tendenza a banalizzare le diverse forme discriminatorie nei confronti delle varie minoranze.
In tale prospettiva, è fondamentale
la formazione delle forze di polizia (coinvolti complessivamente circa 47.000 operatori) ed il costante rapporto con il territorio con chi interviene nel contrasto ai crimini e discorsi d’odio;
l’attività d’informazione svolta attraverso la realizzazione di report pubblicati sul sito del Ministero dell’Interno e che vengono presentati nel corso di eventi e campagne di sensibilizzazione;
il continuo e costante dialogo a livello internazionale con tutti gli attori delle istituzioni, delle associazioni e del mondo accademico che si occupano di tutela dei diritti umani per mettere a sistema le migliori pratiche esistenti. In tale prospettiva, attraverso la rete degli Esperti per la sicurezza all’estero, è stato prodotto un Report di analisi (in italiano e in inglese) sulla normativa, organizzazione di polizia e best practices di 73 Paesi nel mondo, che verrà presentato a livello nazionale ed internazionale per aumentare la consapevolezza in materia di rispetto dei diritti umani che più di altri rappresenta l’indice di civiltà di ogni società.
COLLABORATORI E TESTIMONI DI GIUSTIZIA
Nel 2022 la popolazione protetta in Italia è di 4.446 persone, con una flessione del 7% dei collaboratori di giustizia (892 a fronte dei 949 del 2021) e un numero invariato di testimoni (56).