
(AGENPARL) – mar 25 ottobre 2022 Al via il progetto di Ricerca con Università Cattolica di Milano
Siamo donne, oltre ottobre c’è di più
È iniziato lo studio condotto da Humanitas e CREMIT, Centro di Ricerca sull’Educazione
ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia di Università Cattolica di Milano,
che nei prossimi mesi valuterà l’impatto di Sorrisi in Rosa sulle donne
che stanno affrontando un percorso di cura o di prevenzione del tumore al seno.
Focus in particolare sulle foto e i racconti scritti delle 100 ex pazienti testimonial
dell’iniziativa, da Nord a Sud Italia. La ricerca di carattere psico-sociale
si affianca ai progetti scientifici in corso in Humanitas per migliorare diagnosi,
terapia medica e chirurgia in Oncologia senologica.
Rozzano, 25 ottobre 2022 – Sala d’attesa di un ospedale. Anna aspetta l’esito di una mammografia che ha
evidenziato la presenza di una massa sospetta. Alza lo sguardo e incrocia il sorriso di 20 donne, avvolte in
sciarpe rosa, testimoni di un percorso di malattia e rinascita. Quanto conta questo messaggio di speranza e di
forza rispetto alle fatiche, ansie e paure che Anna dovrà affrontare negli anni successivi? Da questa domanda
prende il via lo studio condotto da Humanitas e CREMIT, Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media
all’Innovazione e alla Tecnologia di Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che analizzerà
l’impatto sui percorsi di cura e prevenzione di Sorrisi in Rosa, il progetto fotografico e narrativo nato sei
anni fa da un’idea dei senologi di Humanitas in collaborazione con la fotografa Luisa Morniroli e la
scrittrice Cristina Barberis Negra.
Anima centrale di Sorrisi in Rosa sono la mostra fotografica e i racconti delle donne che hanno
affrontato un tumore al seno. Obiettivo principale è sensibilizzare sul tema della prevenzione, ma da 6 anni
gli ospedali – da Torino a Catania, passando per Milano, Bergamo e Castellanza – che aderiscono
all’iniziativa raccolgono messaggi positivi di donne che trovano forza e speranza nel progetto o che,
imbattendosi nelle foto, scelgono di entrare nelle Associazioni Pazienti locali per condividere il viaggio della
malattia con altre compagne. Ormai sono più di 100 le testimonial di Sorrisi in Rosa.
Con la diagnosi di tumore cambia tutto: dalla percezione del proprio corpo al rapporto con i familiari, ed
è questo uno dei punti principali su cui si concentrerà la ricerca CREMIT-Humanitas, che si svolgerà in tutti
gli ospedali e i centri medici (Medical Care) Humanitas e nella primavera 2023 porterà i primi risultati.
Come si svolge lo studio Humanitas – CREMIT
Ogni mostra fotografica di Sorrisi in Rosa esposta nelle sale d’attesa degli ospedali e dei centri medici è
accompagnata da un QR Code che porta a un questionario online anonimo. Si tratta di una trentina di
domande, personalizzate a seconda delle prime risposte che suddividono le partecipanti in donne già
testimonial dell’iniziativa Sorrisi in Rosa, pazienti inserite in un percorso di cura o di diagnosi/prevenzione,
accompagnatori e familiari.
“In 10 giorni abbiamo raccolto circa 200 questionari compilati: il 62% sono donne che stanno facendo
prevenzione e si imbattono nel progetto, il 34,7 % donne già protagoniste di Sorrisi in Rosa e il 3,3%
caregiver – spiega la prof.ssa Simona Ferrari, coordinatrice del CREMIT –. Nella primavera 2023
saremo in grado di produrre una valutazione più approfondita del linguaggio fotografico e testuale di Sorrisi
in Rosa, per indicarne i punti di forza alla luce della percezione che la donna ha di sé, del rapporto con altre
persone, tra cui i medici, e con i propri familiari”.
“Con quasi 60mila casi nuovi ogni anno, il tumore della mammella si conferma la neoplasia più frequente a
tutte le età – continua il dott. Alberto Testori, direttore associato Breast Unit IRCCS Istituto Clinico
Humanitas e Humanitas San Pio X –. I dati ci dicono inoltre che una corretta prevenzione, con visita
senologica ed ecografia e/o mammografia a seconda delle indicazioni, permette di riscontrare neoplasie in
fase iniziale con una percentuale di guarigione che supera il 90%. Per questo ogni progetto volto a favorire
informazione, prevenzione e a supportare psicologicamente le donne nel percorso di cura, come Sorrisi in
Rosa, è di grande importanza”.
La ricerca senologica in Humanitas
Dalla diagnosi alla terapia, passando per la chirurgia, l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas è in prima linea
per migliorare i percorsi di cura del tumore al seno.
Chirurgia meno demolitiva risparmiando i linfonodi
“I risultati di un importante studio (SINODAR-ONE) pubblicato su Annals of Surgical Oncology 2022,
iniziato nel 2015 e terminato nel 2020 in Humanitas con il sostegno di Fondazione Humanitas per la Ricerca
e del programma 5×1000 di Humanitas, hanno aperto nuove prospettive per la chirurgia senologica
dimostrando che, in alcune pazienti, è possibile evitare l’asportazione dei linfonodi – spiega il prof.
Corrado Tinterri, direttore Breast Unit IRCCS Istituto Clinico Humanitas e Humanitas San Pio X -. In
particolare, per quanto riguarda la chirurgia conservativa mammaria (non ancora per le mastectomie), grazie
a questo studio sono cambiate le raccomandazioni delle linee guida italiane 2022 sull’omissione della
dissezione ascellare (la rimozione di tutti i linfonodi ascellari). Abbiamo valutato la possibilità di evitare
l’asportazione dei linfonodi in pazienti sottoposte a chirurgia conservativa della mammella, o a mastectomia
per carcinoma mammario T1-2, e che presentavano uno o due linfonodi sentinella macrometastatici, ovvero
con metastasi superiori ai 2 mm. L’obiettivo era determinare se la sola biopsia del linfonodo sentinella fosse
associata o meno a un peggioramento della prognosi rispetto alla dissezione ascellare. I risultati hanno
dimostrato che i tassi di sopravvivenza e di recidiva a 3 anni delle pazienti trattate con la sola biopsia e la
terapia adiuvante non erano inferiori a quelli delle pazienti a cui erano stati rimossi tutti i linfonodi. Questo
approccio chirurgico più conservativo consente un recupero più rapido e meno doloroso”.
Mammografie con mezzo di contrasto iodato
“Uno studio di ricerca evidence-based in partenza in Humanitas ha l’obiettivo di dimostrare come l’utilizzo
della mammografia con mezzo di contrasto iodato, effettuata contestualmente alla mammografia di follow-
up nelle donne operate per cancro al seno, aumenti la capacità di identificare recidive rispetto alla
mammografia classica e all’ecografia al seno – racconta la dott.ssa Daniela Bernardi, responsabile della
Radiologia Senologica e Screening IRCCS Istituto Clinico Humanitas -. Le donne operate e guarite
hanno infatti un rischio aumentato rispetto alla popolazione generale perché al rischio di recidiva al seno
operato si associa quello di nuova possibile insorgenza in quello sano. Lo studio, che prevede l’arruolamento
di donne operate e in follow-up senologico a partire dal mese di dicembre, ha l’obiettivo di valutare
l’efficacia della mammografia con mezzo di contrasto come strumento di prevenzione secondaria del cancro
del seno”.
La nuova frontiera della chemio-immunoterapia: gli anticorpi farmaco coniugati
“In Humanitas, accanto ai trattamenti tradizionali per la cura del tumore del seno nelle fasi precoci e
avanzate di malattia, esistono trattamenti innovativi che sfruttano nuovi farmaci in sviluppo clinico, tra cui i
nuovi anticorpi-farmaco-coniugati (ADC) – spiega il prof. Alberto Zambelli, responsabile Oncologia
Senologica IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente di Humanitas University –. Questa classe di
farmaci costituisce un avanzamento rilevante nelle opzioni di cura per il tumore al seno ed è il risultato
della coniugazione farmacologica tra chemioterapia e anticorpi monoclonali diretti contro bersagli cellulari
selezionati. Questi farmaci di coniugazione (ADC) consentono trattamenti più mirati e più efficaci rispetto
alla sola chemio classica o alla sola immunoterapia, e contribuiscono ad una sempre più attiva Medicina di
precisione. I risultati sino ad oggi osservati con i nuovi ADC, soprattutto nell’ambito della malattia
metastatica, sono così rilevanti da porre questa nuova classe di farmaci come opzione di scelta per molte
pazienti affette da malattia mammaria in fase avanzata, laddove sono fallite le cure precedenti. In
Humanitas sono attivamente in corso studi per incorporare i nuovi ADC anche nelle fasi più precoci di
malattia”.
Una sciarpa rosa per sostenere la Ricerca
Sorrisi in Rosa è parte di Pink Union di Fondazione Humanitas per la Ricerca, il progetto a sostegno
della salute femminile che rappresenta l’impegno di medici e ricercatori che ogni giorno lavorano per aprire
nuove strade alla cura delle patologie tipicamente femminili. Sostenere la Ricerca è semplice, basta andare su
http://www.sorrisinrosa.it, dove è anche possibile acquistare la sciarpa simbolo dell’iniziativa. Le donazioni
sosterranno iniziative di supporto psico-sociale per accompagnare le pazienti nell’affrontare i cambiamenti
del proprio corpo e trovare la forza di accettare gli effetti delle cure.

