(AGENPARL) - Roma, 9 Dicembre 2025INTERROGAZIONE SU ESPULSIONE DIRETTORE GENERALE TERNI DA INCONTRO SU PSR, MELASECCHE (LEGA): “EPISODIO INACCETTABILE. PRESIDENTE CHIARISCA L’ACCADUTO”
“L’Umbria sta attraversando indubbiamente un momento complesso, da ogni punto di vista, ma non era mai accaduto che un direttore regionale nominato pro tempore dalla presidente Proietti, non solo impedisse di parlare, ma pretendesse persino che l’altro direttore, dott. Carbone, tecnico apicale del Comune di Terni, non rappresentasse il Comune, arrivando addirittura ad espellerlo, pare in modo poco urbano. Che la situazione dei rapporti fra il Comune di Terni e la Regione sia condizionata da situazioni ben note, è di tutta evidenza, ma è inaccettabile che i rapporti fra le rispettive apicalità politiche condizionino il rispetto obbligatorio fra professionisti dipendenti delle relative istituzioni. La verità è che si stanno reiterando atteggiamenti fin troppo gravi, che evidenziano un forte nervosismo da parte di eletti che in alcuni casi limite, come quello in esame, condizionano i comportamenti dei relativi tecnici nominati fiduciariamente dagli stessi.
Un altro atteggiamento che genera confusione e produce attrito, e che senza dubbio ha compromesso ulteriormente i rapporti tra Regione Umbria e Comune di Terni, è il ricorso al TAR da parte di Palazzo Donini per impedire la realizzazione del progetto stadio/clinica, con la Giunta che si è trincerata dietro il parere dell’avvocato generale spinto in modo irrituale, non in tribunale, ma nell’agone politico rappresentanza dell’Umbria. Tale progetto, anche se marginalmente, riguarda il settore della Sanità. Come, ancor più importante, è la realizzazione del nuovo ospedale, argomento oggetto della riunione nel quale pare sia accaduto lo sgradevole episodio ai danni del Direttore Carbone, su cui le promesse, ad un anno dall’insediamento della nuova giunta, appaiono del tutto evanescenti per ciò che concerne il cronoprogramma, il luogo, le risorse, in sintesi la volontà reale di provvedere alla sua realizzazione.
Come sostiene in una nota garbata il Direttore Carbone, l’imbarazzo e il disappunto provato per l’accaduto sono indicibili. Che la direttrice Donetti, nominata con incarico fiduciario a valenza tecnica da parte della presidente Proietti, ritenesse che il suo in qualche omologo Carbone fosse un estraneo a quel confronto proprio sul tema delicatissimo relativo alla realizzazione dell’ospedale di Terni, appare grottesco al limite del ridicolo. A memoria d’uomo e di donna un episodio del genere non si è mai verificato prima d’ora nel corso della storia ultra cinquantennale della Regione Umbria. Pur rivendicando con fermezza lo stesso Carbone il proprio ruolo tecnico apicale, l’espulsione dal contesto dei dirigenti di tutta l’Umbria appare abnorme, oltretutto in presenza a quell’incontro di altri direttori, quindi nominati fiduciariamente dalla presidente Proietti al pari della stessa Donetti. Quanto accaduto complica ulteriormente i rapporti della Regione con Terni e in questo modo si compie un ulteriore passo del tutto inopportuno, che denota e conferma un clima di penalizzazione nei confronti del comune di Terni, capoluogo della seconda provincia dell’Umbria.
A breve depositerò un’interrogazione alla presidente della giunta perché, sia come responsabile della nomina del direttore regionale alla Sanità, sia come detentore della delega, dia, con la massima urgenza, spiegazioni, prendendo i relativi provvedimenti onde evitare una escalation nei rapporti fra le due istituzioni, che non possono né debbono mai trascendere, né da una parte né dall’altra, in comportamenti men che meno che rispettosi e corretti, nella forma e nella sostanza. Al di là del ruolo ricoperto da ognuno, elettivo o meno, la rappresentanza delle relative comunità è cosa sacra e da maneggiare con la massima cura, perché i cittadini hanno ben altri problemi da risolvere che assistere a simili manifestazioni muscolari di strapotere e conseguente prepotenza.
Auspico che, chiarito l’accaduto e presentate le dovute scuse, si inizi, nell’approssimarsi del Santo Natale, un nuovo corso, che più che nella forma, nella sostanza delle decisioni, dimostri quanto la presidente della Regione sia presidente di tutti, non solo del proprio comune di provenienza, e tuteli pertanto in prima persona i diritti di ogni territorio al proprio sviluppo armonico, alle proprie strutture sanitarie, ad una qualità della vita analoga agli altri territori, al proprio spicchio di cielo. Il 2026 è alle porte, come anche il secondo anno di legislatura, che ci auguriamo possa iniziare con maggiore correttezza, meno cuoricini, ma più generosità, nel rispetto formale e sostanziale di tutti e delle promesse fatte, perché tutti gli umbri possano consolidare l’immagine della Regione, non più come matrigna, come una certa vulgata da anni diffonde, ma come la prima Istituzione stimata e compresa del futuro di tutti i suoi concittadini”.
Così in una nota il capogruppo della Lega Umbria, Enrico Melasecche