
(AGENPARL) – Fri 12 September 2025 Scheda / Fotografia della pioppicoltura in Emilia-Romagna e il settore in Italia
La pioppicoltura in Emilia-Romagna
Nelle azioni attuali del Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico
della Pac 2023-2027 dell’Emilia-Romagna (CoPsr) è stato pubblicato un bando per il sostegno della filiera nel
2024 con una dotazione finanziaria di 640mila euro sul quale sono stati finanziati 26 interventi sulla
pioppicoltura per un totale ammissibile di oltre 499 mila euro. Un secondo bando è in programmazione.
La coltivazione del pioppo in Emilia-Romagna è stata poi al centro della programmazione 2014-2022 con
contributi per quasi 1,6 milioni di euro che corrispondono per valore dell’investimento complessivo stimato
in 3,5 milioni.
In precedenza, con il Piano di sviluppo rurale 2014-2022 sono stati pubblicati quattro bandi (2016, 2017,
2019, 2021), con un incremento della superficie di messa a dimora di pioppelle di oltre il 900%. Le misure
In totale nel periodo 2016 – 2021 sono state fatte 161 domande per una superficie piantata di 1.048 ettari.
Il settore in Italia
La pioppicoltura, pur occupando solo l’1% della superficie forestale italiana, fornisce il 45% del legname di
origine interna lavorato nel Paese e circa il 33% del legname utilizzato dal settore legno-arredo, che nel 2024
ha sviluppato un fatturato di oltre 51 miliardi di euro con quasi 300.000 addetti (fonte: Centro Studi
FederlegnoArredo). Il fabbisogno nazionale è stimato in 2,2 milioni di metri cubi l’anno, mentre la
produzione interna non supera 1 milione di metri cubi, e l’Italia è il secondo importatore mondiale di
pioppo dopo la Cina. Per raggiungere l’autosufficienza industriale servirebbero almeno 115 mila ettari
coltivati, contro i circa 50 mila ettari attuali. Oltre al legno-arredo, la materia prima pioppicola alimenta altre
filiere chiave come quella del compensato e pannelli (2,5 miliardi di euro di fatturato) e l’industria cartaria,
che conta 20mila addetti in 160 stabilimenti, per un valore di 6,7 miliardi di euro, metà dei quali destinati
all’export.