
(AGENPARL) – Mon 21 July 2025 Flussi, Ero straniero scrive ai parlamentari: il governo fissa nuove quote ma non interviene per fermare l’irregolarità che il sistema stesso produce
“Decidere di aumentare e programmare le quote d’ingresso, come questo governo sta facendo, è sicuramente un fatto positivo, ma non basta né al Paese, che ha bisogno di un sistema di ingressi per lavoro flessibile e finalmente efficace, né a lavoratori e lavoratrici, se poi non riescono a stabilirsi nel nostro paese e lavorare con tutte le tutele previste. Il meccanismo dei decreti flussi, come la campagna Ero Straniero ha ripetutamente sottolineato nei dossier annuali, continua a generare irregolarità, sfruttamento e precarietà e non si può più far finta di niente”: è quanto scrivono le organizzazioni promotrici della campagna ai parlamentari di Camera e Senato che dovranno esprimere un parere in merito al Dpcm approvato il 30 giugno 2025, in esame preliminare, relativo ai flussi migratori per il triennio 2026-2028.
“Dalla nostra analisi dei dati relativi agli ultimi decreti flussi (aggiornamento a giugno 2025) emerge chiaramente che solo una parte, esigua, delle persone entrate con i click day degli ultimi anni – e cioè il 20% rispetto ai click day del 2023 e il 12% rispetto al 2024 – ha sottoscritto un contratto e ha un permesso di soggiorno. Il resto, molto probabilmente, vive nel nostro Paese nella totale precarietà e senza documenti, a rischio sfruttamento.
Flussi
QUOTE
VISTI RILASCIATI
PDS PER LAVORO
(a giugno 2025)
PERCENTUALE PDS SU QUOTE
2023
131.850
33.528
26.209
19,87%
2024
146.850
26.479
17.773
12,7%
Questo accade perché lavoratori e lavoratrici, soprattutto stagionali, entrano regolarmente con visto in seguito alla richiesta di assunzione del datore di lavoro, salvo poi non riuscire a formalizzare il rapporto per motivi che non dipendono dalla loro volontà, venendosi quindi a trovare in condizione di irregolarità. Una situazione molto grave in termini di precarietà e ricattabilità, a cui l’ordinamento non riesce a offrire risposte né tutele. Se poi si prendono in considerazione i visti già rilasciati dagli uffici consolari, la situazione è ancora più preoccupante: nel 2023 il totale dei visti rilasciati è di 33.528, mentre il numero di permessi per lavoro è di 26.209. La differenza, pari a 7.319, potrebbe includere persone ancora in attesa di fare ingresso in Italia ma potrebbe anche riferirsi a persone che sono già nel nostro Paese, senza un titolo di soggiorno. Lo stesso ragionamento vale per i flussi del 2024”.
La soluzione? il permesso di soggiorno per attesa occupazione
“L’unica strada prevista dalla normativa in questi casi è il rilascio di un permesso di soggiorno “per attesa occupazione”, inizialmente pensato per lavoratori e lavoratrici in regola che, una volta perso il loro impiego, hanno la possibilità di rimanere in Italia e cercare un nuovo lavoro evitando di restare senza documenti. L’attesa occupazione, infatti, può essere concessa anche in caso di mancata instaurazione del rapporto di lavoro attraverso il decreto flussi, per responsabilità attribuibili al datore di lavoro. Tuttavia non è previsto un automatismo per il rilascio di tale permesso. Nonostante due circolari ne richiamino il ricorso a questo strumento nelle mani delle prefetture, la sua concessione risente della discrezionalità dell’azione amministrativa e dallo scarso rilievo che viene dato a questo istituto. Infatti, il quadro che emerge dai dati ottenuti dalla campagna Ero straniero dal ministero dell’interno – tramite accesso agli atti – dimostra che il rilascio del permesso per attesa occupazione nell’ambito dei flussi d’ingresso è residuale e del tutto insufficiente rispetto alle decine di migliaia di persone che avrebbero necessità di vederselo riconosciuto in seguito al fallimento della procedura. I dati, aggiornati a fine aprile 2025, mostrano che nel 2023 sono solo 62 le questure che rilasciano un permesso di soggiorno per attesa occupazione nell’ambito del decreto flussi (il 59,6% delle questure italiane), mentre sono 35 nel 2024 (il 33,6%). In totale, i permessi di soggiorno per attesa occupazione in via di rilascio risultano essere 648 nel 2023 e 179 nel 2024.
Flussi
QUOTE ASSEGNATE
PDS PER LAVORO
(a giugno 2025)
PDS PER ATTESA OCCUPAZIONE
(ad aprile 2025)
PERCENTUALE PDS ATTESA OCCUPAZIONE SU QUOTE
2023
131.850
26.209
0,49%
2024
146.850
17.773
0,12
Complessivamente il tasso di rilascio (cioè il rapporto tra quote e richieste di permesso per attesa occupazione) si attesta sullo 0,49% nel 2023 e sullo 0,12% nel 2024. Di fronte a queste evidenze, si impongono alcune domande. Perché le prefetture non ricorrono in maniera sistematica all’unico strumento che potrebbe garantire un lavoro e una vita dignitosa a chi ha già fatto ingresso nel nostro Paese e si ritrova senza nessuna prospettiva? Perchè non si prevede una sua applicazione automatica? Perchè lavoratori e lavoratrici che entrano con regolare visto troppo spesso non sono al corrente di questa, seppur minima, possibilità di tutela?”.
Più quote=più invisibili, e il governo lo sa
“Dai dati emerge chiaramente – concludono i promotori di Ero straniero – quanto sia urgente un intervento del governo per fermare questa continua creazione di persone invisibili e costrette al lavoro nero e allo sfruttamento: serve che nella nuova programmazione sia assicurata la possibilità di avere un permesso di soggiorno temporaneo, per cercare un nuovo impiego, per le decine di migliaia di persone che hanno fatto ingresso in Italia ma che poi sono rimaste senza documenti perché non sono state state assunte dall’azienda che le ha chiamate a lavorare. Si tratta di vittime, spesso inconsapevoli, di un sistema che non funziona, dei tempi lunghi della burocrazia o, peggio, di reti criminali. Vittime che vanno tutelate a beneficio di tutti. Ribadiamo che il sistema che non va solo “ridimensionato”, ma totalmente superato, come lo stesso governo sa fin troppo bene. Le modifiche fatte finora, non bastano. Aumentare le quote senza occuparsi dell’elefante nella stanza dell’irregolarità diffusa che questo stesso sistema crea, rischia di ridursi all’ennesimo atto di propaganda di un esecutivo volutamente cieco”.
La campagna “Ero straniero” è promossa dalle organizzazioni A Buon Diritto, ActionAid, ASGI, Federazione Chiese Evangeliche Italiane, Oxfam, Arci, CNCA, CILD.