
(AGENPARL) – Fri 04 July 2025 GUARDIA DI FINANZA
Comando Provinciale Messina
COMUNICATO STAMPA
04/07/2025
GdiF MESSINA: SEQUESTRO PATRIMONIALE PER UN VALORE DI STIMA PARI A 30
MILIONI DI EURO.
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina hanno eseguito un decreto di sequestro
patrimoniale emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, su richiesta della locale
Procura Distrettuale della Repubblica, nei confronti di due persone ritenute socialmente pericolose ai sensi del
Codice Antimafia.
Il provvedimento è il risultato di mirate investigazioni patrimoniali che hanno riguardato un ex avvocato
originario di Messina, attualmente affidato in prova ai servizi sociali ed un legale originario della provincia di
Vibo Valentia, ma attivo nel comprensorio peloritano.
Gli accertamenti svolti hanno fatto emergere fin da subito il ruolo di rilievo svolto dall’ex avvocato che per anni
ha messo a disposizione le proprie competenze professionali a favore di esponenti della criminalità organizzata.
Da qui è partita l’analisi puntuale di tutte le attività investigative che lo avevano riguardato ed è stato possibile
ricostruire un complessivo profilo di pericolosità sociale. Partendo da questo presupposto si è poi potuto
determinare che i beni di cui lo stesso disponeva direttamente o indirettamente, non trovavano giustificazione nei
redditi nel tempo dichiarati, facendo quindi presumere che gli stessi siano stati accumulati perché frutto di
attività illecite.
In dettaglio, la pericolosità sociale risulta chiaramente dalle evidenze giudiziarie emerse nell’indagine “BETA”,
risalente al 2013 e condotta dalla Procura di Messina, con la quale è stato accertato, nei confronti del principale
proposto, il concorso esterno nel delitto di associazione mafiosa per aver fornito uno specifico contributo al
perseguimento degli scopi di una consorteria appartenente a cosa nostra e collegata al clan SANTAPAOLA
ERCOLANO.
L’avvocato – successivamente radiato dall’albo, ha quindi assicurato nel tempo all’associazione mafiosa
un’assistenza tecnico legale completa, oltre ad avere partecipato direttamente alla commissione di taluni reati. Lo
stesso si è, inoltre, impegnato ad elaborare una serie di strategie societarie e legali volte ad eludere le
disposizioni in materia di prevenzione intestando fittiziamente svariate società a terze persone proprio per
sfuggire a provvedimenti come quello da poco eseguito.
In aggiunta, è stato possibile ricostruire il profilo di pericolosità di un ulteriore soggetto grazie alle risultanze
emerse dalla più recente operazione “DEFAULT”, eseguita nel 2019 dalla Procura di Messina con personale
della Guardia di Finanza, che hanno fatto emergere un’associazione a delinquere costituita da una serie di
professionisti, compresi i destinatari della odierna misura, creata allo scopo di commettere più delitti contro il
patrimonio, quali, tra gli altri, bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, riciclaggio e autoriciclaggio, falso ideologico in atto pubblico e appropriazione indebita. In particolare anche i partecipanti a
questa associazione offrivano le proprie competenze a imprenditori insolventi che si rivolgevano a loro per
preservare in modo illecito i patrimoni societari dalle procedure esecutive, a scapito dei creditori e del fisco.
Nel corso di tale procedimento, era stata già applicata una misura cautelare ai due proposti in qualità di
promotore e partecipe.
L’operazione testimonia ancora una volta la recente evoluzione delle organizzazioni criminali più strutturate che
hanno investito nel tempo sulla capacità di avvalersi dei più moderni istituti societari e legali, utilizzando a
questo scopo professionisti infedeli.
In definitiva la misura di prevenzione patrimoniale ha avuto ad oggetto complessivamente, nr. 7 compendi
aziendali comprensivi dei relativi beni patrimoniali, nr. 1 partecipazione di capitale sociale, nr. 1 polizza, nr. 1
conto corrente, nr. 49 beni immobili tra cui alcuni di notevole valore e pregio, nr. 1 motociclo, nella disponibilità
diretta e indiretta o comunque riconducibili ai proposti, per un valore complessivo di stima pari a 30 milioni di
euro.
Tra i beni sequestrati anche un tipico podere nobiliare, immerso nel verde della Toscana, composto da una casa
colonica ed abbellito da una pregevole cappella sconsacrata che si ritiene possa coincidere con un’antica rocca
risalente al Medioevo. In base alle ricerche storiche, l’immobile sarebbe appartenuto alla famiglia Chigi che su
questa rocca fece erigere anche la chiesa ancora esistente dedicata a San Bartolomeo. La Chiesa, ad unica navata,
risale al 1200.
L’esito delle attività testimonia la costante attenzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, della
Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, nonché della Guardia di Finanza di Messina, volta ad
assicurare le misure di recupero dei patrimoni della criminalità organizzata, ricorrendo a tutti gli istituti giuridici
di aggressione patrimoniale previsti dall’avanzata normativa antimafia nazionale.
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito, precisando che il
provvedimento di sequestro adottato può essere modificato o annullato attraverso il ricorso agli ordinari mezzi di
impugnazione e che tali successivi gradi di giudizio, sempre nel contraddittorio fra accusa e difesa davanti al
giudice terzo e imparziale, possono anche concludersi con l’esclusione di qualsiasi forma di responsabilità e la
restituzione dei beni agli aventi diritto.
pagina 2