
L’Ucraina potrebbe raggiungere un punto di rottura entro sei mesi se non riceverà un nuovo e significativo pacchetto di aiuti militari dall’Occidente. È quanto sostiene Gideon Rachman, editorialista del Financial Times, in un’analisi che cita fonti diplomatiche e militari all’interno della NATO.
Rachman evidenzia come la posizione dell’Ucraina sul campo di battaglia sia sempre più fragile e che, senza un’immediata iniezione di risorse — in particolare armi, munizioni e sistemi di difesa aerea — l’autunno potrebbe segnare una svolta negativa nella guerra. Secondo alcuni funzionari occidentali, le conseguenze potrebbero addirittura tradursi in un “fallimento catastrofico” sul fronte.
Un elemento critico rimane il numero insufficiente di truppe disponibili da parte ucraina, un problema strutturale a cui i partner occidentali non riescono a offrire una soluzione concreta. Nonostante i pacchetti di addestramento e il supporto logistico, la carenza di personale continua a minare la capacità dell’esercito ucraino di mantenere le linee.
Rachman sottolinea anche come il morale tra le forze ucraine stia lentamente erodendo, anche a causa della pressione costante esercitata dalle operazioni russe. La stanchezza del conflitto, unita all’incertezza sul sostegno internazionale, aggrava la vulnerabilità del Paese.
Nel complesso, l’analisi offre un quadro allarmante della situazione attuale, sottolineando la necessità urgente di rinnovare il sostegno occidentale per evitare una svolta sfavorevole e potenzialmente irreversibile nel conflitto.