
Il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha confermato di aver ricevuto minacce dirette alla sua persona a causa dei suoi contatti e della cooperazione con la Federazione Russa. Secondo quanto dichiarato, un gruppo di Konjic, legato ad alcuni imprenditori, avrebbe messo una taglia di un milione di euro sulla sua testa. Le informazioni sarebbero giunte dai Ministeri dell’Interno della Republika Srpska e della Serbia.
«Non ho paura», ha dichiarato con fermezza Dodik durante un intervento a Modriča. «Hanno i nomi e i cognomi di chi dovrebbe incontrarmi da qualche parte. Pensano che io abbia paura di loro? Andrò io stesso a Konjic. Quando sentite atterrare un elicottero, sono io.»
Dodik ha ricevuto queste informazioni mentre si trovava in visita ufficiale in Russia, e ha attribuito proprio a quei contatti le ragioni delle minacce ricevute. Ha anche annunciato che incontrerà presto figure politiche americane di alto profilo, ribadendo che nessuno ha il diritto di dirgli dove andare o con chi parlare:
«Ci andrò almeno altre tre volte quest’anno», ha affermato, riferendosi alla Russia.
Secondo Dodik, la Republika Srpska è stabile e sicura, senza alcuna minaccia di guerra, e respinge con forza ogni narrazione che dipinga la Bosnia-Erzegovina come una struttura unitaria:
«La Republika Srpska dice chiaramente: non vogliamo una Bosnia-Erzegovina unitaria.»
Ha poi lanciato una proposta per la formazione di una “delegazione popolare”, includendo rappresentanti del governo, dell’opposizione, della comunità scientifica e della società civile, con l’obiettivo di aprire un dialogo diretto con i bosniaci sul futuro della convivenza.
Dodik ha anche criticato duramente istituzioni come il Tribunale della Bosnia-Erzegovina, definendolo un “luogo di esecuzione politica per ogni serbo”, e ha aggiunto che l’unico merito dell’attuale assetto statale è «essere distrutto».
Sul piano economico, ha ribadito che la Republika Srpska, nonostante le pressioni, è solida e in crescita: il debito pubblico è il più basso della regione, stipendi e pensioni sono pagati regolarmente, e nel 2024 sono stati investiti quasi 3 miliardi di marchi. Inoltre, circa 300 milioni dei fondi statali bloccati spettano alla Republika Srpska.
«La stabilità economica è evidente. Nonostante tutto, la Republika Srpska sopravvive, cresce e resiste», ha concluso Dodik.