
New York – Il Rappresentante Permanente della Libia presso le Nazioni Unite, Taher Al-Sunni, ha rivolto un accorato appello al Consiglio di Sicurezza durante la sessione dedicata alla situazione in Libia, dichiarando che il popolo libico è ormai esausto delle soluzioni frammentarie e delle transizioni politiche fallite che si sono susseguite negli ultimi anni.
Nel suo intervento, Al-Sunni ha ribadito la richiesta di “una rapida organizzazione delle elezioni” come unica via per superare l’attuale impasse e avviare una reale e duratura transizione politica. “Ogni ulteriore rinvio mina la fiducia dei cittadini e alimenta l’instabilità,” ha dichiarato.
Denuncia dell’instabilità e del ruolo degli attori esterni
Facendo riferimento ai recenti scontri a Tripoli, Al-Sunni ha descritto gli eventi come “il risultato diretto dell’assenza di una soluzione politica globale”, e ha accusato alcuni attori internazionali di aver aggravato la crisi, contribuendo alla frammentazione politica e al prolungamento delle divisioni interne.
Ha inoltre sottolineato che la Libia è stretta tra “sfide di sicurezza, crisi economica e ingerenze esterne”, e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di assumersi le proprie responsabilità nel sostenere il processo di stabilizzazione.
Cooperazione con la Corte Penale Internazionale nel rispetto della sovranità
Nel corso del briefing, il rappresentante libico ha parlato anche del rapporto con la Corte Penale Internazionale (CPI), ribadendo l’importanza della collaborazione, ma nel pieno rispetto della sovranità nazionale. “La giustizia deve essere parte di un progetto nazionale”, ha affermato, chiedendo che i crimini commessi in Libia siano perseguiti in primo luogo dai tribunali libici e che sia data esecuzione alle richieste di estradizione da parte della magistratura nazionale.
Un appello alla comunità internazionale
In chiusura del suo discorso, Al-Sunni ha lanciato un appello alla comunità internazionale: “Basta con soluzioni temporanee. È tempo di sostenere realmente la volontà dei libici. Il futuro del Paese deve essere deciso dai suoi cittadini, non da attori esterni”.
Il discorso del diplomatico libico riflette il crescente malcontento all’interno della società libica nei confronti delle lentezze del processo politico e delle continue interferenze internazionali che ostacolano il ritorno alla normalità istituzionale.