
La Turchia sta intensificando la produzione e la coltivazione della cannabis, considerata oggi un “prodotto strategico” a livello nazionale. Sostenuta da una precisa volontà politica, espressa dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, e da iniziative concrete del Ministero dell’Agricoltura, l’industria della cannabis turca sta vivendo una rapida espansione, sia in termini di quantità prodotta sia di superfici coltivate.
Secondo i dati ufficiali diffusi da TurkStat e analizzati dall’agenzia Anadolu, la produzione di semi di cannabis ha raggiunto nel 2024 le 556 tonnellate, registrando un aumento del 70% rispetto all’anno precedente. Nell’arco di cinque anni (2020–2024), la produzione cumulativa ha superato le 1.335 tonnellate, a testimonianza di un trend strutturale in crescita.
Parallelamente, la produzione di fibra di canapa, impiegata in settori come tessile, automotive e bioedilizia, ha subito un’esplosione: da appena 9 tonnellate nel 2020 si è arrivati a 1.216 tonnellate nel 2024, con un aumento annuo del quasi 239%. Un risultato reso possibile dall’espansione delle superfici coltivate: nel 2020, i campi dedicati alla fibra di canapa coprivano appena 101.000 m², mentre nel 2024 si è toccata quota 8,8 milioni di m².
Anche la superficie destinata ai semi di cannabis è cresciuta costantemente: da 4,25 milioni di m² nel 2020 a 7,2 milioni di m² nel 2023, consolidando l’interesse per una pianta che può avere ricadute significative su agricoltura, economia e industria.
Ricerca scientifica e innovazione genetica
La Turchia non si sta limitando alla sola espansione agricola, ma punta anche sulla ricerca e l’innovazione. La Direzione generale per la ricerca e le politiche agricole (TAGEM), insieme all’università Ondokuz Mayis e al centro di ricerca scientifica TUBITAK, ha avviato progetti per sviluppare nuove specie di cannabis a basso contenuto di THC, nel rispetto delle normative internazionali. Le varietà “Narli” e “Vezir”, nate nel 2021 tramite incroci genetici, sono il frutto di questa strategia.
Contemporaneamente, il settore scientifico e privato lavora per ottenere specie ad alto contenuto di fibre, ideali per applicazioni industriali e tecnologiche, come i compositi polimerici utilizzati in sistemi di irrigazione e materiali di drenaggio. Questi progetti sfruttano le fibre di lino, ortica e canapa per realizzare materiali leggeri, resistenti e sostenibili.
Il ruolo del settore privato
L’industria turca, soprattutto nei comparti tessile e automobilistico, si sta mobilitando per sfruttare le potenzialità della cannabis. La fibra naturale rappresenta un’alternativa ecologica alle materie plastiche, con possibilità di utilizzo in tessuti tecnici, componenti automobilistici e prodotti farmaceutici.
La supervisione della produzione è affidata al Turkish Grain Board, che garantisce il controllo della filiera e la tracciabilità del prodotto, in particolare per gli utilizzi farmaceutici della pianta.
La Turchia sembra dunque pronta a diventare un punto di riferimento regionale nella coltivazione e nell’industrializzazione della cannabis legale, con un modello che coniuga sostenibilità, innovazione e valorizzazione economica.
