
Il governo dei Paesi Bassi non imporrà sanzioni unilaterali a Milorad Dodik, presidente della Republika Srpska, respingendo la richiesta presentata dal Parlamento olandese. La decisione, comunicata ufficialmente con una spiegazione dettagliata, si basa sulla valutazione secondo cui non vi è una minaccia sufficiente all’ordine pubblico che possa giustificare l’adozione di misure restrittive a livello nazionale.
La mozione parlamentare, promossa dalla deputata Kati Piri e altri colleghi, chiedeva sanzioni nei confronti di Dodik per le sue azioni considerate destabilizzanti nei confronti dell’ordine costituzionale della Bosnia-Erzegovina. Tuttavia, il governo ha ribadito che le sanzioni sono più efficaci se adottate a livello europeo, sottolineando che “considerare le opzioni attraverso l’UE rimane la scelta migliore, anche per l’efficienza delle misure di attuazione”.
Durante la riunione del Consiglio Affari esteri dell’UE del 14 aprile, il governo olandese ha effettivamente sostenuto l’adozione di sanzioni a livello comunitario e ha proposto la sospensione dei finanziamenti UE destinati alla Republika Srpska. Tuttavia, tali misure non sono state approvate a causa dell’opposizione dell’Ungheria, che ha bloccato il consenso necessario all’interno dell’Unione Europea.
“In alcuni casi, quando sussiste una minaccia per l’ordine pubblico, possono essere adottate anche misure nazionali. In questo caso, tuttavia, tale minaccia non può essere giustificata abbastanza bene”, si legge nella nota ufficiale pubblicata dal portale Nezavisne novine.
La decisione olandese rappresenta un colpo per i sostenitori delle sanzioni contro Dodik, ma riflette anche le difficoltà interne dell’UE nel trovare una linea comune sulle misure da adottare contro i leader considerati problematici nella regione dei Balcani occidentali.