
Il partito sovranista tedesco Alternativa per la Germania (AfD) ha intentato una causa legale contro l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV), accusando la polizia politica del Paese di aver agito illegittimamente nel classificarlo come “estrema destra dichiarata”. La mossa arriva mentre nel dibattito pubblico si intensificano le pressioni per arrivare a un vero e proprio bando del partito, oggi seconda forza politica nel Bundestag.
Secondo quanto riferito dall’AfD, il BfV non ha risposto entro il termine previsto a una lettera formale con cui si chiedeva di ritrattare la classificazione. Di conseguenza, il partito ha annunciato di aver presentato un ricorso urgente al tribunale amministrativo di Colonia, città dove ha sede il BfV, definendo la decisione “manifestamente illegittima”. La classificazione consente al BfV di sorvegliare il partito, i suoi rappresentanti e i suoi membri senza particolari restrizioni.
La questione ha assunto anche una valenza politica simbolica, visto che la causa è stata presentata lo stesso giorno del passaggio di consegne tra il governo di coalizione di sinistra uscente e il nuovo esecutivo di centro-destra. Secondo il quotidiano tedesco Bild, il precedente governo avrebbe approvato la decisione di classificazione come uno degli ultimi atti prima della fine del mandato, su spinta dell’ex ministra dell’Interno Nancy Faeser.
Il neo-ministro Alexander Dobrindt, che presterà giuramento martedì, ha dichiarato che la decisione verrà riesaminata a fondo. “Questo rapporto non finirà in archivio. Voglio che il vertice del BfV mi presenti il documento, lo discuta e me lo spieghi dettagliatamente”, ha affermato. Lo stesso Dobrindt si è espresso contro l’idea di un bando del partito, affermando che l’AfD non mostra caratteristiche di “aggressività e militanza” tali da giustificare un divieto secondo i criteri costituzionali.
Ciononostante, voci contrarie si fanno sentire. Il politico Michel Friedman ha dichiarato a Die Welt che chi sostiene l’AfD si rende “complice” di un partito antidemocratico. “Può anche essere stata eletta democraticamente, ma questo non la rende un partito democratico”, ha detto, lasciando intendere che un procedimento di esclusione potrebbe essere avviato in futuro.
Il caso si inserisce in un contesto delicato per la democrazia tedesca: mentre cresce il consenso per l’AfD, aumenta anche il dibattito su come affrontare la sfida posta dal partito, tra repressione legale e confronto politico.