
New York – L’Alto rappresentante per la Bosnia-Erzegovina, Christian Schmidt, ha indirizzato una lettera formale al Segretario generale delle Nazioni Unite, in vista del dibattito semestrale del Consiglio di sicurezza ONU sulla situazione nel Paese balcanico, previsto per il 6 maggio. Nel documento, Schmidt descrive un aumento significativo delle tensioni politiche, definendo il periodo recente come uno dei più gravi dalla firma dell’Accordo di Dayton.
Secondo quanto riportato nella missiva, Schmidt evidenzia come la crisi sia esplosa in particolare dopo la condanna del presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, da parte della Corte di Stato della Bosnia-Erzegovina il 26 febbraio 2025. Dodik è stato condannato a un anno di reclusione e a sei anni di interdizione dai pubblici uffici, per non aver rispettato una decisione dell’Alto Rappresentante relativa alla sospensione delle attività connesse a una sentenza della Corte Costituzionale bosniaca.
“Attacchi all’ordine costituzionale”
Schmidt afferma che, in reazione alla sentenza, le autorità della Republika Srpska hanno approvato leggi che impediscono l’operato della magistratura statale e delle forze dell’ordine nazionali sul territorio dell’entità serba. Tali misure, si legge, mirano a costruire un sistema parallelo e conflittuale rispetto a quello istituzionale della Bosnia-Erzegovina, minando l’integrità dello Stato.
Un passaggio particolarmente critico del rapporto riguarda la proposta avanzata da Dodik per una nuova Costituzione della Republika Srpska, che Schmidt definisce “un passo particolarmente pericoloso”, collegato a ripetute dichiarazioni pubbliche su uno “scioglimento pacifico” o una “separazione” dallo Stato centrale.
Brčko elogiata, polizia in difficoltà
Il rapporto dedica anche una nota positiva alla dirigenza del distretto di Brčko, lodata per aver mantenuto la concentrazione sulle riforme e per non essersi lasciata coinvolgere dalle recenti tensioni politiche. Brčko viene indicata come un esempio di stabilità amministrativa in un contesto complessivamente fragile.
Tuttavia, Schmidt segnala gravi criticità nel comparto sicurezza: molte strutture di polizia, come SIPA e la Polizia di frontiera, funzionano solo al 70-80% della capacità prevista, con un numero crescente di pensionamenti e scarso interesse da parte dei giovani a intraprendere una carriera nelle forze dell’ordine. Alcuni agenti, inoltre, stanno lasciando i ranghi per occupazioni più redditizie.
Focus sulle attività di Dodik
Una parte significativa del documento è dedicata alle attività politiche e istituzionali del presidente Milorad Dodik, che, secondo l’Alto Rappresentante, sta guidando un processo di erosione sistemica dello Stato centrale, minando l’ordine costituzionale e i principi fondanti dell’accordo di Dayton.
Il Consiglio di Sicurezza si riunirà lunedì prossimo per discutere questo scenario complesso. Si prevede che la sessione sarà accompagnata da forti divisioni tra i membri del Consiglio, soprattutto in relazione al ruolo e alla legittimità dell’Alto Rappresentante stesso.