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(AGENPARL) – ven 28 febbraio 2025 ASSOLUZIONE ESTENSE.COM, IL SINDACO: “VALUTEREMO UNA VOLTA LETTE LE
MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA, QUERELARE RIMANE UN ATTO DOVUTO PERCHÉ LE
PAROLE DI QUELL’ARTICOLO NON CORRISPONDONO A VERITÀ”
Ferrara, 28 feb – “Valuterò come procedere solo dopo aver letto le
motivazioni del giudice. Il mio unico obiettivo è tutelare quanto è stato
fatto in tutti questi anni per il bene della città”, è il commento del
sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, appreso della sentenza di assoluzione in
primo grado di Marco Zavagli, autore dell’editoriale “La propaganda,
l’industria che funziona meglio a Ferrara”, pubblicato su Estense.com,
giornale online che Zavagli dirige, il 23 ottobre del 2020.
Fabbri aveva querelato Zavagli per diffamazione. “Querelare è stato un atto
dovuto, sarebbe stato scorretto non farlo, perché ritengo sia molto grave
quanto viene riportato in quell’articolo. Quanto riportato nelle parole di
Zavagli non corrisponde a verità e non sono l’unico a pensarlo, visto che
il giudice precedente, nel 2022, aveva accolto la nostra opposizione alla
richiesta di archiviazione del pubblico ministero di allora, riscontrando i
profili diffamatori in quello scritto. Oggi il pm ha chiesto la condanna
dell’autore di quell’articolo, il giudice ha scelto l’assoluzione. Io
continuo ad avere fiducia nella magistratura, per questo aspettiamo di
leggere nel dettaglio le motivazioni della sentenza, per valutare
successivamente come agire”, ha precisato il primo cittadino Alan Fabbri.
Proprio il giudice per le indagini preliminari, Carlo Negri, tre anni fa,
aveva infatti ribadito come le parole dell’articolo oggetto della querela
paiano “esondare il limite della continenza espositiva e si caratterizzino
per un rilevante tasso di genericità”. Il testo dell’articolo in questione
faceva secondo il gip emergere “una immagine del sindaco e della persona
Alan Fabbri come soggetto dedito alla massiva manipolazione
dell’informazione giacché gestore di una autentica ‘industria’ della
‘propaganda’”, tratteggiata come “un’industria che produce fake news, che
banna normali cittadini, che si appropria di meriti altrui con allegra
noncuranza” (qui riportando proprio una frase dell’articolo di Zavagli).
Affermazioni che, sempre secondo il giudice per le indagini preliminari,
“evocano nel lettore l’immagine di una massiva e sistematica azione di
distorsione della verità o creazione di ‘false verità’ ai fini
(verosimilmente) politici”.
Zavagli aveva infatti attaccato il primo cittadino ribadendo che la stessa
‘procedura’ sarebbe stata consolidata già ai tempi di quando Fabbri era
sindaco a Bondeno. “Il termine propaganda – aggiungeva il gip Negri – per
altro, calato nella dimensione politica istituzionale, evoca precedenti
storici, anche drammatici, di saturazione del sistema informativo a scopo
manipolatorio, gettando cosi un’ombra lugubre su chi la esercita”.
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