
(AGENPARL) – ven 14 febbraio 2025 Un viaggio nel futuro del sistema finanziario
Intervento di Chiara Scotti
Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia
Congresso Annuale ASSIOM FOREX
Torino, 14-15 febbraio 2025
Introduzione
Buongiorno a tutte e a tutti. In primo luogo, desidero ringraziare gli organizzatori per
avermi invitata a questa sessione dal titolo ‘Intelligenza artificiale e transizione digitale
del sistema finanziario’.
La digitalizzazione – intesa in senso ampio per includere, tra l’altro, lo sviluppo di
tecnologie a registro distribuito (DLT), criptoattività e intelligenza artificiale (IA) –
sta trasformando il sistema finanziario ‘tradizionale’1. Nuove opportunità emergono in
ambito finanziario2, dall’aumento dell’efficienza degli intermediari, al miglioramento dei
servizi per la clientela, alla crescita dell’inclusione finanziaria. Tuttavia, non possiamo
ignorare le sfide sempre maggiori che la digitalizzazione porta con sé. In particolare,
le banche centrali e le autorità di vigilanza sono chiamate a individuare le potenziali
minacce per la sana e prudente gestione degli intermediari, la stabilità complessiva del
sistema finanziario, il regolare funzionamento del sistema dei pagamenti e la tutela dei
consumatori.
Nel mio intervento rifletterò su questi cambiamenti e sulle loro possibili evoluzioni.
Faremo insieme un viaggio nel sistema finanziario del futuro, attraverso tre itinerari che ci
permetteranno di individuare le possibili sfide e le soluzioni potenzialmente più adeguate
per conciliare stabilità finanziaria con innovazione ed efficienza. Richiamerò quindi le
modalità con le quali l’Unione europea (UE) sta affrontando queste sfide attraverso la
revisione del quadro regolamentare.
Petralia et al. (2019), Banking Disrupted? Financial Intermediation in an Era of Transformational
Technology, Geneva Reports on the World Economy; Beck et al. (2022), Will video kill the radio star?
Digitalisation and the future of banking (europa.eu), Reports of the ESRB Advisory Scientific Committee
N. 12; Fuster et al. (2019), The Role of Technology in Mortgage Lending, Review of Financial Studies,
Vol. 32, Issue 5, pp. 1854-1899; Buchak et al. (2018), Fintech, Regulatory Arbitrage, and the Rise of
Shadow Banks, Journal of Financial Economics, Vol. 130, pp. 453-483.
Cevik (2024), Promise (Un)kept? Fintech and Financial Inclusion, IMF Working Paper; Baba et al. (2020),
Fintech in Europe: Promises and Threats, IMF Working Paper.
Possibili scenari derivanti dalla digitalizzazione del sistema finanziario
In un periodo di grandi cambiamenti politici, culturali e tecnologici, alcune tendenze di
lungo periodo (i cosiddetti mega-trends) potrebbero rivoluzionare, ancor più di quanto
stia già accadendo, le nostre vite, inclusi i modi in cui paghiamo, investiamo e gestiamo
aziende. Vorrei metterne in evidenza tre in particolare: il crescente ruolo delle cosiddette
Big Tech nella intermediazione finanziaria, la diffusione delle criptoattività e delle attività
finanziarie digitali, le grandi promesse derivanti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Questi trend non si sviluppano in isolamento, ma possono rinforzarsi a vicenda. Ad
esempio, il potere di mercato che le Big Tech esercitano rispetto agli intermediari finanziari
tradizionali può risultare amplificato dalle economie di scala proprie delle tecnologie
digitali – pensiamo alla potenza di calcolo necessaria per gestire infrastrutture cloud ed
elaborare l’enorme volume di dati su cui si basano i modelli di intelligenza artificiale.
Si tratta inoltre di trend che sono strettamente legati ad altri sviluppi. Il quantum
computing, ad esempio, promette di accelerare la risoluzione di problemi complessi in
campi come la biologia, la chimica e la finanza (si pensi all’ottimizzazione dei portafogli)3.
In aggiunta, non dobbiamo dimenticare gli effetti delle scelte politiche di alcuni grandi
paesi e le tensioni internazionali che ne derivano: accordi commerciali e finanziari, princìpi
di cooperazione in tema di regolamentazione e collaborazioni tra pubblico e privato,
o tra nazioni, possono essere messi in discussione improvvisamente.
Il contesto in cui noi – come persone, organizzazioni private e istituzioni pubbliche –
agiamo e prendiamo decisioni è sempre più caratterizzato dalla complessità delle
interconnessioni in gioco, dalle forti incertezze nelle previsioni, dai dubbi circa l’accuratezza
delle informazioni e dall’estrema volatilità del contesto di riferimento. Si tratta di
problematiche che, seppure non esclusivamente associate agli sviluppi tecnologici, sono
acuite da questi ultimi.
Fare previsioni precise su ciò che accadrà nei prossimi anni è impossibile. Negli anni
‘80 si pensava che nessuno avrebbe mai avuto bisogno di più di 640 KB di memoria sul
proprio personal computer. Oggi, il mio telefono cellulare ha 256 GB di memoria ed è
quasi insufficiente. Ma se non possiamo prevedere con precisione il futuro e dobbiamo
comunque prendere decisioni, quale strategia dovremmo adottare?
Anzitutto, è necessario utilizzare un approccio sistemico. Come già accennato,
i cambiamenti avvengono in diversi ambiti ed è necessario mantenere una visuale ampia,
che abbracci le dimensioni economiche, politiche, tecnologiche, sociali e ambientali.
È altrettanto importante avere una prospettiva di medio termine. In un contesto che
evolve rapidamente, non è realistico – e forse nemmeno desiderabile – reagire a ogni
singolo cambiamento; al tempo stesso, non possiamo aspettare che la tempesta si calmi,
perché sarebbe troppo tardi. Dobbiamo quindi sfidare la logica di prendere decisioni
basate sul presente o sul futuro probabile. L’obiettivo dovrebbe essere quello di sviluppare
Il quantum computing rappresenta una delle tecnologie più promettenti e rivoluzionarie degli ultimi
anni. La sua potenza di calcolo potrebbe trasformare molti settori, incluso quello finanziario.
strategie robuste e flessibili che, basandosi su una vasta gamma di informazioni, siano
adatte ad affrontare non solo lo scenario più probabile, ma anche una serie di possibili
scenari alternativi. Lo scopo ultimo è permettere di anticipare le azioni necessarie per
gestire i rischi e ridurre l’impatto degli eventi avversi4.
Per calare queste considerazioni nella discussione odierna, penso quindi che sia utile
delineare alcuni scenari futuri – del tutto ipotetici – che possano stimolare una riflessione
sulle prospettive del sistema finanziario e sul ruolo che regolatori e supervisori dovrebbero
svolgere per promuovere le opportunità legate all’innovazione, mitigando al contempo
i rischi per la stabilità finanziaria.
Insieme ad alcuni colleghi, con esperienze professionali e formative diverse, abbiamo
quindi provato a ragionare sulle prospettive offerte dalla digitalizzazione, incluse le
tecnologie DLT e il trasferimento di valori e diritti rappresentati digitalmente, che per
semplicità indicherò nel seguito come criptoattività5.
Vi propongo quindi tre scenari, tre alternative di viaggio nel futuro del sistema finanziario6.
Itinerario a: Intermediari moderni e digitalizzati
In un primo scenario, gli intermediari finanziari tradizionali svilupperebbero internamente
le tecnologie necessarie per reagire all’attuale trend di esternalizzazione (come nel
caso del cloud e dell’IA), anche approfittando di un eventuale fallimento del modello
di business che ha finora favorito lo sviluppo delle Big Tech. Gli intermediari tradizionali
acquisirebbero il know-how necessario per stare al passo con l’evoluzione tecnologica
e per guidare l’adozione dell’innovazione, adattandosi dinamicamente alle esigenze del
mercato e dei consumatori. Inoltre, svilupperebbero piattaforme e soluzioni tecnologiche
in grado di competere con quelle delle Big Tech nel fornire servizi e prodotti finanziari,
limitando l’esternalizzazione unicamente a operatori specializzati all’interno del settore
finanziario. Le relazioni con i clienti rimarrebbero sotto il loro controllo e i rischi operativi
(inclusi quelli informatici) verrebbero gestiti principalmente all’interno del settore
L’idea prende spunto dalla Strategic Foresight, una tecnica di pianificazione che amplia le prospettive
di analisi attraverso l’esplorazione sistematica di una pluralità di scenari futuri plausibili, elaborati
con il contributo di varie categorie di stakeholders. Gli scenari plausibili sono quelli che pensiamo
potrebbero verificarsi in base alle conoscenze attuali riguardo al mondo, a determinate dinamiche,
processi, leggi della fisica o tecnologie, senza considerare quanto siano probabili. Un esempio di
esplorazione di scenari in linea con la metodologia dello Strategic Foresight è rappresentato dall’analisi
contenuta in D. Acemoglu (2025), The real threat to American prosperity, Financial Times.
Per completezza, si segnala che il legislatore europeo ha recentemente introdotto – con il Regolamento
(UE) 2023/1114 (c.d. Regolamento MiCAR) – una definizione di “cripto-attività”, che include
ogni “rappresentazione digitale di un valore o di un diritto che può essere trasferito e memorizzato
elettronicamente, utilizzando la tecnologia a registro distribuito o una tecnologia analoga”. Si fa altresì
presente che i diritti e gli obblighi introdotti dal medesimo Regolamento sono invece applicabili
alle sole “cripto-attività” diverse da quelle classificabili come versioni digitali di prodotti o strumenti
finanziari già regolati dal diritto europeo, come chiarito nell’ambito di applicazione dello stesso
Regolamento MiCAR (Markets in Crypto-Assets Regulation).
Si tratta di un aggiornamento e dello sviluppo di alcuni scenari presentati dalla Basel Committee on
Banking Supervision (2018), Sound Practices: implications of fintech developments for banks and bank
supervisors.
finanziario. In sintesi, gli intermediari finanziari acquisirebbero un ampio controllo sulla
componente tecnologica, seppur non necessariamente esclusivo7.
Itinerario b: Intermediari di servizio (Banking-as-a-Service)
In un secondo scenario, la realizzazione e la gestione delle componenti tecnologiche
verrebbero sviluppati dalle Big Tech, che fornirebbero soluzioni avanzate e canali
digitali per distribuire prodotti finanziari. Esternalizzando buona parte della catena del
valore dei servizi finanziari, le banche vedrebbero aumentare la propria dipendenza da
fornitori di tecnologia e da prestatori di servizi per le criptoattività e ridurre il proprio
vantaggio competitivo derivante dall’accesso ai dati e dal controllo dei processi. D’altra
parte, l’interazione tra banche e Big Tech, ad esempio mediante joint ventures, potrebbe
favorire lo sviluppo di soluzioni di pagamento innovative che utilizzano criptoattività,
aumentando le interconnessioni tra mercati digitali e sistema finanziario tradizionale8, 9.
Itinerario c: Sistema finanziario decentralizzato
Un terzo scenario vedrebbe l’ecosistema crypto divenire mainstream e la Decentralised
Finance (DeFi) diventare il modo principale di utilizzare i servizi finanziari. Le criptoattività
offerte al pubblico da soggetti privati (non finanziari) assumerebbero un ruolo centrale,
permettendo trasferimenti di valore e pagamenti per mezzo di piattaforme DLT
pubbliche/permissionless senza l’intervento delle banche tradizionali10. Si potrebbero
immaginare due versioni di questo scenario. Nella versione più estrema, non ci sarebbero
Questo primo scenario richiederebbe un livello di investimenti da parte delle banche difficilmente
compatibile con la redditività registrata negli ultimi trent’anni, specie se confrontata con quella delle Big
Tech, che già godono di un ruolo tecnologicamente dominante. Sul tema, Klein, P.O. e Weill, L. (2022),
Bank profitability and economic growth, The Quarterly Review of Economics and Finance, Vol. 84,
pp. 183-199; Di Vito et al. (2023), Understanding the profitability gap between euro area and US global
systemically important banks, ECB Occasional Paper n. 327. D’altra parte, non si può escludere uno sviluppo
alternativo a quanto finora osservato, considerando ad esempio l’ipotesi in cui le Big Tech – che hanno
investito in maniera ingente sull’IA – non dovessero ottenere progressi significativi in termini di innovazione
o crescita della produttività nel medio termine. In questo senso, si veda anche Op.cit. D. Acemoglu (2025).
Questo scenario pare essere il più verosimile, anche se è difficile quantificarne il “grado di intensità” a
regime. La variabile IA, inoltre, aggiunge ulteriori margini di incertezza in quanto il grado di innovazione
e l’intensità di utilizzo possono dar luogo a ulteriori varianti che non è facile oggi prevedere. Sul tema,
Aldasoro, Gambacorta, Korinek, Shreeti, Stein (2024), Intelligent financial system: how AI is transforming
finance, BIS Working Papers, n. 1194.
Si veda per esempio il caso di Silvergate Bank che, alla fine del 2022, risentì della crisi di questi
mercati innescata dal crollo della piattaforma FTX negli Stati Uniti. Sul tema, Azar et al. (2024), The
Financial Stability Implications of Digital Assets, Federal Reserve Bank of New York, Economic Policy
Review, Vol. 30, n. 2.
Questo scenario è forse meno probabile dei precedenti, anche perché presuppone soluzioni efficaci
per affrontare i problemi di sicurezza associati alla DeFi, rivelatasi particolarmente vulnerabile
a truffe e attacchi informatici. Sono un esempio di criticità di cybersecurity i casi di Poly Network
(cfr. https://research.kudelskisecurity.com/2021/08/12/the-poly-network-hack-explained/) e Wormhole
(cfr. https://www.chainalysis.com/blog/wormhole-hack-february-2022/), che mostrano come,
sfruttando debolezze nel sistema degli smart contract o dei meccanismi di interoperabilità (e.g. bridge,
oracoli), sia possibile condurre con successo attacchi informatici di cui spesso è difficile individuare
i responsabili, a causa della natura decentralizzata di tali infrastrutture. Tuttavia, sviluppi nelle
tecnologie criptografiche, come le Zero Knowledge Proofs, potrebbero seguire un andamento non
lineare, determinando progressi in tempi più rapidi del previsto.
intermediari e dunque le transazioni finanziarie avverrebbero tra utenti finali, tramite
smart contract che garantirebbero il contatto diretto tra soggetti con esigenze diverse11.
Nella versione meno radicale, la DeFi resterebbe la principale modalità di mediazione
finanziaria, ma gli intermediari potrebbero continuare a esistere in una forma adattata,
combinando tecnologie decentralizzate e centralizzate per garantire sicurezza e servizi
personalizzati.
3. Quali sono gli shock e le vulnerabilità critici per un sistema finanziario in divenire
e come farvi fronte?
Sono certa che ciascuno di voi avrà già cominciato a pensare a uno scenario alternativo a
quelli da me descritti. Come detto, questi scenari non sono previsioni di ciò che accadrà,
ma semplici narrazioni da utilizzare come metodo esplorativo per anticipare e prepararsi
a sfide e opportunità future.
Per una banca centrale, in questi scenari è importante distinguere tra shock e vulnerabilità.
Gli shock sono eventi improvvisi e per definizione difficili da prevedere. Le vulnerabilità
sono invece quegli aspetti e caratteristiche del sistema finanziario e dei suoi operatori che
potrebbero amplificare l’impatto di uno shock qualora si materializzasse. Le banche centrali
possono contribuire a contenere le vulnerabilità attraverso la loro attività di supervisione e
vigilanza12. Secondo le teorie correnti, le vulnerabilità del settore finanziario sono generalmente
riconducibili ai rischi di sopravvalutazione delle attività (le cosiddette valuation pressures), a
livelli elevati di indebitamento di famiglie e imprese, alla leva finanziaria, al rischio di funding
degli intermediari e alla elevata interconnessione tra istituzioni. Chiaramente i tipi e le fonti di
potenziali shock e vulnerabilità potrebbero evolvere nel tempo. Per questo le banche centrali
si avvalgono di ricercatori di frontiera, ispettori esperti e analisti di vigilanza che studiano e
individuano nuove fragilità e sviluppi del sistema finanziario.
Individuare scenari futuri aiuta a capire gli effetti che determinati shock potrebbero avere
sul sistema finanziario e come essi potrebbero interagire con le vulnerabilità esistenti o
emergenti. L’obiettivo è anticipare azioni di presidio e sviluppare strategie resilienti e flessibili,
ma al tempo stesso semplici e stabili, affinché una banca centrale, nel ruolo di regolatore e
supervisore, possa conciliare la solidità finanziaria con l’innovazione e l’efficienza.
Cosa emerge dagli scenari?
Quali sono quindi gli elementi più rilevanti che caratterizzano gli scenari proposti e che
potrebbero introdurre nuove vulnerabilità nel settore finanziario o modificare in modo
significativo quelle esistenti? Mi limiterò a discuterne due.
Ad esempio, i liquidity pool abbinano prestatori e mutuatari allineando liquidità, rischio di credito
e appetito per il rischio. I fondi sono detenuti in unhosted wallets, e tutto è gestito su blockchain
mantenute da sviluppatori open-source. Questo scenario è molto improbabile, al momento, per vari
motivi tra cui l’esposizione costante degli utenti a truffe e hack nella DeFi. Sul tema, Schar (2022),
DeFi’s Promise and Pitfalls, IMF Finance and Development Magazine.
Adrian, Covitz, Liang (2015), Financial stability monitoring, Annual Review of Financial Economics,
Vol. 7, pp. 357-395.
Un primo elemento riguarda il fatto che, con la ridefinizione dei mercati finanziari e
dell’intermediazione bancaria, potrebbero emergere vulnerabilità (in parte nuove)
legate a rischi operativi e cibernetici13, all’uso improprio di informazioni, a strutture
di governance decentralizzate14. Operatori non finanziari con modelli di business
innovativi e complessi, criptoattività e tecnologie decentralizzate non necessariamente
si conformano ai princìpi di informazione, tutela, correttezza dei mercati. Al contempo,
potrebbero anche presentarsi vulnerabilità ‘tradizionali’ in nuovi contesti, come
il rischio di funding o le valutazioni eccessive delle criptoattività.
Un secondo elemento, collegato al primo, è la crescente complessità del sistema
finanziario tradizionale e le sue interconnessioni con fattori esterni, legati agli sviluppi
dell’IA, delle criptoattività, e dei sistemi decentralizzati. Ad esempio, un drastico calo del
prezzo di Bitcoin potrebbe spingere gli investitori con leva a vendere, amplificando la
discesa iniziale del prezzo. Allo stesso modo, se un intermediario dovesse subire perdite
in criptoattività, i suoi creditori potrebbero ritirare fondi su larga scala, costringendo
l’intermediario a vendere anche altri asset, amplificando il calo iniziale del prezzo e
generando potenziali spillovers verso altre attività15.
In uno scenario di limitate interconnessioni tra mercati digitali e tradizionali, il contributo
delle criptoattività al rischio sistemico sarebbe contenuto. Questo è lo scenario in cui
abbiamo vissuto fino ad ora, nel quale la fornitura diretta di servizi finanziari da parte
del sistema crypto all’economia reale appare moderata. Tuttavia, con l’evolversi della
digitalizzazione, le interconnessioni tra l’ecosistema crypto e il sistema finanziario
tradizionale cresceranno, sia in uno scenario dominato dalle Big Tech, attraverso strumenti
in-platform, sia nell’ipotesi di servizi finanziari completamente decentralizzati. Pertanto,
all’aumentare delle interconnessioni, le fragilità dell’ecosistema crypto potrebbero
divenire destabilizzanti, specialmente se dovessero acquisire una rilevanza sistemica
Ad esempio, i computer quantistici potrebbero compromettere gli attuali algoritmi di crittografia che
proteggono i dati sensibili. Il G7 Cyber Expert Group ha di recente sottolineato l’urgenza di affrontare
questa sfida, raccomandando azioni concrete per rendere il sistema finanziario resistente agli attacchi
quantistici. È fondamentale che le istituzioni finanziarie, i regolatori e i fornitori di servizi tecnologici
collaborino per sviluppare e implementare soluzioni di cybersecurity post-quantum. In particolare,
è auspicabile l’adozione di protocolli cripto-agili (i.e. che consentono di modificare le primitive
crittografiche, senza dover modificare completamente l’infrastruttura dei sistemi) in modo da poter,
in prospettiva, adottare standard crittografici post quantum – quali quelli recentemente standardizzati
dal NIST (cfr. https://csrc.nist.gov/projects/post-quantum-cryptography/post-quantum-cryptographystandardization).
I modelli di governance decentralizzata si applicano tipicamente alle DLT permissionless, in cui la
gestione ordinaria del registro avviene attraverso automatismi codificati nel protocollo di consenso.
I cambiamenti strutturali a tali regole vengono decisi attribuendo i diritti di voto secondo modalità
che possono manifestare rischi legati ad asimmetrie informative e comportamenti opportunistici.
La concentrazione dei diritti di voto e la difficoltà di applicare normative tradizionali in contesti
decentralizzati possono compromettere l’efficienza del mercato e la tutela degli investitori. Inoltre,
l’assenza di un’autorità centrale identificabile complica l’enforcement delle regole e la gestione dei
conflitti, aumentando l’incertezza giuridica e operativa. Cfr. per approfondimenti Gola et al. (2023),
La governance delle blockchain e di sistemi basati sulla tecnologia dei registri distribuiti, Banca d’Italia,
Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers) n. 773.
Sul tema delle interconnessioni tra il sistema finanziario tradizionale e l’ecosistema crypto, si vedano per
esempio i casi di Signature Bank e Silvergate Bank, illustrati nel dettaglio in Op. cit. Azar et al. (2024).
quei crypto-assets privi di valore intrinseco in quanto non ancorati ad alcuna attività
dell’economia reale o finanziaria 16, 17.
Quali potrebbero essere le risposte per far fronte a tali vulnerabilità?
È evidente che le vulnerabilità descritte richiedano una maggior cooperazione tra
autorità competenti in diversi settori (non solo quello finanziario) al fine di salvaguardare
sia gli aspetti tipici della vigilanza prudenziale, sia quelli altrettanto importanti per il
corretto funzionamento dei mercati e il rispetto dei diritti delle persone, quali l’integrità,