
La Costituzione italiana da più parti è datata.
Essa è pure ancora di riferimento per tante democrazie europee nascenti e ancora lo è per tutti noi.
Raro esempio di equilibrio tra poteri, che non attribuisce primazía ad alcuno di essi: perché memore di una delle pagine più dolorose e buie della nostra storia.
Un vero faro antifascista scritto da sapienti menti insieme cattoliche e liberali; socialiste e comuniste; repubblicane e socialdemocratiche; laiche e libertarie.
Però…
Quando Essa fu varata si respirava ancora a pieni polmoni l’aria mefitica della dittatura, del terrore, della compressione delle libertà, della lotta fratricida, della contrapposizione uomo contro uomo e della morte: insomma -in una parola- i nostri Padri Costituenti erano figli del loro tempo, che non fu proprio un grande esempio di libertà.
Eppure Loro riuscirono a infuturare un sogno che era, ed é stato, possibile.
Oggi siamo in una situazione tutt’affatto diversa, con uomini che di quelle dittature hanno solo vagamente -per fortuna- sentito parlare e mantenere del tutto eguale questa Magna Charta in tutte le Sue parti (quasi fosse un Mantra) pare a noi ci stia facendo perdere ogni attinenza con le nuove emergenze che pure ci troviamo di fronte.
A cominciare da quella dei movimenti umani migratori; per proseguire con la sicurezza e le nuove regole che è necessario dare a chi la difende giustapponendosi a chi -di fatto- la limita spesso impunito (con la paura, l’odio religioso e il terrore) facendo leva sulle nostre incertezze ordinamentali
e/o interpretative; delle nuove forme di prestazione in luoghi di lavoro che hanno fatto inverare novative tipologie di diritti e doveri; dalla nuova dimensione europea da darsi alla nostra legislazione, fino a più incisive e chiare regole giudiziarie.
Nessuno porta avanti la tesi che la Prima Parte della Costituzione -quella dei sacri principii- debba essere toccata: in quanto, di fatto, ci disegna l’impianto del modello di bravo cittadino italiano nella Comunità nazionale, internazionale e pure nel suo rapporto con gli altri.
Tuttavia vi sono altre parti che appaiono con chiarezza inadeguate a proiettarci meglio verso il futuro.
Ne prendiamo una per tutte: giusto per significare di cosa stiamo ragionando.
Troppe interpretazioni -spesso contraddittorie- vengono date sia dalla Magistratura inquirente che da quella giudicante sui concetti di gravità, colpa, fermo o arresto di altri cittadini (o immigrati) che commettono reati spesso gravi e che colpevolmente finiscono per mettere sullo stesso piano il pubblico difensore della legge con quelli che la norma violano, pare a noi possano essere più chiaramente vergate anche sul versante costituzionale: perché di violazione di diritti pur si tratta.
A quando l’avvio di una nuova fase di riflessione per rimodellare, alla luce delle nuove necessità del cittadino, la nostra Costituzione?
Sarà oltremodo elevata la sfida per una Giorgia Meloni nei panni del Costituente.
Un segno inequivocabile di “percorso netto”.