
(AGENPARL) – gio 26 dicembre 2024 Cia: la zootecnia non è nemica dell’ambiente
“La disciplina regionale sulle linee guida per la protezione delle acque
dall’inquinamento da nitrati di origine agricola nelle zone non
vulnerabili, definita unitariamente da tutte le associazioni di categoria
al Tavolo Verde in Regione e alla quale Cia-Agricoltori ha dato il suo
apporto di proposte, insieme al lavoro svolto dall’Ara Basilicata,
testimonia che la zootecnia non è nemica dell’ambiente”. Così Giovanna
Perruolo, direttrice Cia Potenza sottolineando che con il contributo di
tutti i soggetti sociali sono stati disciplinati i criteri e le norme
tecniche generali per l’utilizzazione agronomica degli effluenti di
allevamento, delle acque reflue, con la finalità di garantire al meglio la
tutela dei corpi idrici sia superficiali che sotterranei e del suolo. “Le
famiglie lucane anche in queste festività hanno portato in tavola carni
lucane – aggiunge Perruolo – confermando fiducia nei nostri allevamenti
scegliendo qualità e genuinità. Questo nonostante la situazione difficile
che il comparto zootecnico attraversa”.
Un quadro aggiornato al 31 dicembre 2022: il totale di capi ovi-caprini
ammonta a 220mila, con una riduzione nell’ultimo quinquennio di 60mila
capi; gli ovini sono circa 180mila e i caprini poco più di 41milla; le
aziende zootecniche con allevamenti ovi-caprini sono 2475 di cui 1175 con
più di 50 capi (500 con più di 100 capi e 800 con più di 70 capi). Prima
tendenza meno capi e aziende più grandi per resistere alla crisi. Inoltre, con
139mila ettari di coltivazioni biologiche (il 27,6% del totale) e 3280
operatori bio la Basilicata ha una forte caratterizzazione di agricoltura e
zootecnia biologiche e conferma la quarta posizione tra le regioni italiane
per incidenza delle superfici biologiche: prati pascolo (28mila ha),
colture foraggere (20,5 mila ha).
“Per tutto questo – conclude la dirigente Cia – i nostri allevatori non
hanno più nulla da dimostrare quali “custodi” del territorio, dell’ambiente
e delle nostre razze autoctone e sono pronti ad affrontare le nuove sfide
del 2025”.