Immaginate questa scena: negli austeri corridoi di Sport e Salute si respira aria di alta formazione. No, non stiamo parlando di corsi su come promuovere l’attività fisica o migliorare la salute dei cittadini. Niente di tutto questo. Stavolta si gioca su un altro campo: quello della contabilità. Ecco infatti che l’Ufficio Bilancio è stato costretto ad organizzare un corso di partita doppia… per dirigenti!
Già, avete capito bene. Proprio quei nuovi assunti che dovrebbero dirigere e supervisionare i bilanci delle Federazioni Sportive Nazionali si ritrovano a dover imparare il concetto di “dare” e “avere”. Come dire, mettere al timone di una nave qualcuno che ha appena scoperto cosa sia una bussola.
Il miracolo del reclutamento
Qui la vera domanda non riguarda tanto la necessità del corso (comunque surreale) quanto chi ha selezionato queste menti brillanti per un incarico tanto delicato. L’Ufficio Bilancio di Sport e Salute non è un angolino sperduto di qualche ente minore: è il cuore pulsante che vigila sui conti delle Federazioni Sportive Nazionali, dove girano milioni di euro. Eppure, i dirigenti appena arrivati sembrano aver vinto un premio per la “partecipazione” al concorso.
Forse il processo di selezione è stato un po’… creativo? Vengono domande:
- “Che cos’è un bilancio?”:
- a) Un attrezzo da palestra
- b) Una strategia di gioco
- c) Un complicatissimo schema contabile
- d) Tutte le precedenti, ma non mi interessa approfondire
Oppure, la domanda decisiva:
- “Se hai un debito di 100 euro, dove lo scrivi?”
- a) Sotto il tappeto
- b) Nei messaggi al gruppo WhatsApp
- c) A sinistra, credo?
Controllori che imparano dai controllati
L’ironia di questa situazione raggiunge vette inaspettate quando si considera che i dirigenti formati dall’Ufficio Bilancio dovranno, in teoria, controllare i conti delle Federazioni. Sì, proprio quegli organismi che spesso si trovano al centro di polemiche su bilanci opachi e spese discutibili. È come mandare un neofita del sudoku per giudicare un campionato mondiale di scacchi.
Ma tranquilli: ora che questi dirigenti stanno imparando cos’è un conto economico , tra una pausa caffè e un esercizio sul mastrino, tutto sarà risolto. Magari nei ritagli di tempo riusciranno anche a capire che “saldo di bilancio” non è una nuova disciplina olimpica.
Sport e Salute, una questione di equilibrio (precario)
Questa storia potrebbe sembrare una gag da spettacolo comico, se non fosse un riflesso impietoso della nostra amministrazione pubblica. Le Federazioni Sportive Nazionali non gestiscono spiccioli: si parla di milioni, spesso destinati a progetti che dovrebbero far crescere lo sport e promuovere stili di vita sani. Eppure, il controllo su queste risorse è affidato a chi deve prima passare dal “corso accelerato di sopravvivenza contabile”.
Forse la partita doppia non è poi così diversa dallo sport: per vincere, serve allenamento. Ma qui siamo ben oltre il concetto di preparazione. È il reclutamento che lascia perplessi. È possibile che in un settore così cruciale non ci fosse modo di assumere dirigenti o personale già competenti? È come selezionare un arbitro senza sapere se conosce le regole del gioco.
La morale della storia
In un Paese in cui l’efficienza amministrativa sembra una chimera, il Ministero dello Sport e dei Giovani ci regala, tramite Sport e Salute, l’ennesimo spettacolo tragicomico. E mentre i nuovi dirigenti imparano cos’è una scrittura contabile, le Federazioni continuano a macinare bilanci sotto lo sguardo perplesso dei cittadini.
Cari selezionatori, ci viene da chiedere: ma la prossima volta, almeno un test di matematica base lo facciamo? O è chiedere troppo? Magari, nel dubbio, manda anche voi un “dare” e un “avere” alla voce autocritica. A doppia voce, s’intende.
Forse è il caso che l’Amministratore delegato, Diego Nepi Molineris, e il Presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma, intervengano….