
(AGENPARL) – sab 26 ottobre 2024 LEGIONE CARABINIERI LAZIO
Compagnia di Anzio
Comunicato Stampa
ANZIO ? CARABINIERI, D?INTESA CON LA PROCURA.
ARRESTANO SETTE PERSONE NEGLI ULTIMI DIECI GIORNI PER REATI RIENTRANTI NEL
COSIDDETTO CODICE ROSSO.
ANZIO (RM) ? I Carabinieri della Compagnia di Anzio hanno arrestato, in
diverse circostanze, sette persone accusate a vario titolo di reati
rientranti nel cosiddetto codice rosso.
Nel primo caso, i militari della Stazione di Nettuno hanno arrestato una
donna, italiana di 48 anni, gravemente indiziata del reato di atti
persecutori: la donna, già denunciata nei giorni precedenti dall?ex
compagno, poiché non accettava la fine della relazione, aveva continuato ad
avere nei confronti dell?ex condotte vessatorie. La vittima, ha raccontato
ai Carabinieri che la donna lo seguiva in autobus, lo contattava sul
cellulare a tutte le ore del giorno e che si appostava sotto casa. Ragion
per cui, dopo l?ennesimo episodio, la vittima ha chiesto aiuto al 112 e la
donna, è stata arrestata e condotta presso il carcere di Rebibbia.
Nel secondo caso, una pattuglia dei Carabinieri dell?Aliquota Radiomobile è
interveniva nel quartiere Zodiaco, a seguito di lite in famiglia. Sul posto
hanno trovato una donna, con quattro figli minori, che aveva appena subito
un?aggressione da parte del marito, dileguatosi a bordo della propria auto.
Le immediate ricerche effettuate dai Carabinieri hanno consentito di
rintracciare l?uomo, un rumeno 32enne, arrestato per maltrattamenti in
famiglia e lesioni personali, atteso che la donna è stata dimessa
dall?ospedale di Anzio con una prognosi di 30 giorni a seguito delle gravi
lesioni subite per i colpi di catena al volto.
Nel terzo caso, la Stazione di Anzio ha arrestato in flagranza un 23enne per
la violazione del divieto di avvicinamento alla madre, scaturito da una
denuncia presentata dalla stessa presso una Stazione Carabinieri di Roma. La
donna si era temporaneamente trasferita ad Anzio e, preoccupata per il
figlio, aveva deciso di accoglierlo nuovamente in casa. Ma dopo pochi
giorni, la vittima subiva nuovamente le condotte maltrattanti del figlio.
Nel quarto caso, sempre i Carabinieri della Stazione di Anzio hanno eseguito
un?ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 53enne
tunisino, gravemente indiziato del reato di atti persecutori nei confronti
della moglie, 43enne moldava. La misura scaturisce da una denuncia
presentata dalla donna nel mese di settembre scorso, a seguito della quale
l?Autorità Giudiziaria emetteva il divieto di avvicinamento con applicazione
del braccialetto elettronico nei confronti dell?uomo. Poiché lo stesso si
rifiutava di sottoporsi a tale misura, veniva condotto presso il carcere di
Velletri.
Nel quinto caso, i Carabinieri della Stazione di Nettuno acquisivano la
denuncia di una donna, che riferiva una serie di condotte maltrattanti e
vessatorie poste in essere negli ultimi mesi dal fratello convivente,
italiano 41enne. La stessa forniva diversi video riportanti tali condotte;
d?intesa con l?Autorità Giudiziaria, i militari procedevano con l?arresto in
flagranza differita nei confronti dell?uomo, come previsto dall?art. 382 bis
del c.p.p., di recente introduzione nell?ordinamento giuridico.
Nel sesto episodio, una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Marina
Tor San Lorenzo interveniva in zona Salzare a seguito di lite in famiglia
segnalata tramite numero di emergenza 112.; sul posto hanno trovato la
vittima, una 39enne del posto con un ematoma al volto, causatole dal
compagno convivente, già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari
per altra causa. Dopo aver accompagnato i due in caserma, la vittima
riferiva di
ulteriori episodi maltrattanti, mai denunciati. Per tali motivi, l?uomo
veniva arrestato e condotto presso il carcere di Velletri.
Nell?ultimo episodio, i Carabinieri della Stazione di Nettuno hanno
notificato un ordine di esecuzione pena a un 53enne italiano, che dovrà
scontare la pena di cinque mesi presso il proprio domicilio, a seguito di
maltrattamenti in famiglia denunciati ad Aprilia.
Si precisa che, considerato lo stato dei procedimenti (indagini
preliminari), gli indagati devono considerarsi innocenti fino ad eventuale
sentenza definitiva.
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