
(AGENPARL) – lun 30 settembre 2024 Buongiorno,
di seguito una riflessione dell’assessore comunale allo Sport *Mario Dadati*
sull’episodio di violenza che si è verificato durante la partita di calcio
tra Besurica e Audax Calcio Libertas nella terza giornata “Allievi
interprovinciali under 16”.
—-
“L’episodio di ieri (domenica 29 settembre) sul campo della Besurica,
durante la partita con la Libertas under 16, dovrebbe far riflettere tutti
sulle caratteristiche della nostra Società contemporanea, la funzione dello
Sport, la Missione delle Società sportive, il controllo e indirizzo delle
Amministrazioni pubbliche.
Il calcio è sport popolare per definizione ed è normale che presenti al suo
interno uno spaccato sociale, con tutte le sue criticità.
Che il mondo giovanile sia fragile è un dato di fatto, che la gestione
della frustrazione sia di difficile attuazione è una certezza, che la
violenza (di ogni tipo) sia la risposta più facile e immediata è purtroppo
di fronte ai nostri occhi quotidianamente.
Come disinnescare questo meccanismo? Come farsi portatori di valori
attraverso la pratica sportiva? Come gestire con equilibrio le vittorie e
le sconfitte?
L’azione più importante sarebbe quella di pensare al risultato come
conseguenza di una serie di comportamenti e non come unico obiettivo della
prestazione.
Come a scuola bisognerebbe dare maggiore importanza al percorso fatto dallo
studente (ognuno dei quali è diverso da tutti gli altri) e meno al
risultato delle verifiche, così nello sport l’allenatore dovrebbe valutare
la prestazione dei propri atleti (di conseguenza della squadra) attraverso
il comportamento in campo e non al risultato conseguito. E nel termine
“comportamento” comprendiamo aspetti tecnici, tattici, strategici, fisici,
atletici, cognitivi, attitudinali.
Dovrebbe passare il messaggio culturale che lo sport non significa solo
cosa ottieni ma come lo raggiungi.
Bisognerebbe osservare atteggiamento e comportamento dei giocatori in
campo, ma anche in tribuna, negli spogliatoi, in casa, nel tempo libero, a
scuola.
Perché tutti possono essere giocatori ma non tutti possono essere buoni
sportivi.
Quante società sportive sono consapevoli della loro funzione sociale?
Quante Società sportive antepongono gli aspetti valoriali a quelli
agonistici? Quante società si comportano coerentemente rispetto ai valori
identitari? Quante Società si impegnano quotidianamente per condividere i
propri valori con tutte le persone coinvolte (giocatori, allenatori,
dirigenti, accompagnatori, genitori, volontari eccetera)?
Il carico di responsabilità in capo alle società e alle associazioni
sportive è sicuramente pesante ma è arrivato il tempo di definire le
priorità. Ed episodi come questo ne sono la prova.
Chi pensa di poter proseguire il proprio progetto sportivo abdicando alla
funzione educativa dello sport e senza farsi carico della grande
responsabilità che riveste nella tenuta della società attuale, commette un
grave errore che provocherà ripercussioni sulla vita futura di tutti noi.
Questa Amministrazione crede fermamente nell’importanza del gioco e
dell’agonismo, sostiene le società sportive con contributi e messa a
disposizione di impianti.
L’Assessorato allo Sport ha iniziato la propria attività redigendo la
“Carta dei Valori”, chiedendo alle società aderenti di adottare una serie
di comportamenti coerenti con i valori dello sport.
Ha avviato il “Tavolo dello Sport”, luogo di riflessione e approfondimento,
con l’obiettivo di ideare strategie mirate ad affrontare le criticità
evidenziate, insieme ai rappresentanti di Federazioni, Coni, Cip, Asl,