(AGENPARL) – mar 17 settembre 2024 Giovanni Cestari console della RDC per il Sud (anche Basilicata),il più
giovane in assoluto
E’ il più giovane a ricoprire la funzione di console anche per la
Basilicata: Giovanni Cestari, 24 anni, è console della Repubblica
Democratica del Congo, con sede a Napoli, con competenza delle regioni
Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Molise. Venerdì scorso, presso il
Centro Direzionale di Napoli, si è svolta la cerimonia di inaugurazione
della Sede del Consolato della RDC, dopo il rilascio dell’atto di
riconoscimento da parte del Ministero Degli Affari Esteri Italiano. Alla
cerimonia hanno partecipato Paul-Emile Tshinga Ahuka, Ambasciatore della
Repubblica Democratica del Congo, il Segretario Dr. Bruno Mariano e il
Decano Avv. Elio Pacifico del Corpo Consolare di Napoli.
Per Giovanni, figlio dell’ing. Alfredo Carmine Cestari, che ha svolto lo
stesso prestigioso incarico per molti anni ed è presidente della Camera
ItalAfrica, una sfida impegnativa. Il consolato – ha spiegato – nasce con
l’obiettivo di promuovere i rapporti di cooperazione economica tra le
imprese italiane e quelle della Repubblica Democratica del Congo.
La missione inoltre intende sviluppare scambi culturali e scientifici tra i
due paesi, e fornire assistenza ai cittadini della Rdc in Italia. A chi gli
ha chiesto se si sente pronto ad affrontare la sfida nonostante la giovane
età, Giovanni Cestari ha risposto che sono proprio il coraggio e l’impegno
civile a reggere la prova.
La Repubblica Democratica del Congo è il più grande stato africano insieme
all’Algeria, con circa 100 milioni di abitanti ed un immenso patrimonio di
risorse naturali ed in particolare minerarie. La nomina di Cestari e
l’inaugurazione della nuova sede del consolato arrivano in un momento
cruciale per lo sviluppo delle attività commerciali ed economiche
dell’Italia che nel Piano Mattei ha previsto progetti per i Paesi
dell’Africa Centrale ed un impegno finanziario di 320 milioni di euro per
la realizzazione del ‘corridoio di Lobito’, il sistema infrastrutturale che
collegherà l’Angola allo Zambia, attraverso la Repubblica Democratica del
Congo. Un’infrastruttura imponente, che coinvolge numerosi settori e che
apre ad opportunità anche per le imprese italiane. Progetti pilota del
Piano Mattei sono anche nel settore dell’energia rinnovabile. Nel primo
trimestre dell’anno l’export italiano in Congo ha raggiunto gli 11,8
milioni di euro (più 31,4%) e l’import verso l’Italia ha superato i 66
milioni di euro. Per Giovanni Cestari ci sono le condizioni e le
opportunità per accrescere la presenza di imprese italiane (e del Sud
Italia) nella RDC e per questo promuoverà incontri nelle regioni di
competenza consolare.
Sono 700 le aziende italiane in attività in Congo. Il console Cestari
evidenzia
le potenzialità per gli imprenditori italiani per avviare le loro aziende
verso l’internazionalizzazione sottolineando in particolare il grande
potenziale di tutto il mercato africano Nel continente africano che dispone
della più grande superficie arabile del mondo e che entro il 2050
raddoppierà la sua popolazione a 2,5 miliardi, di cui oltre 2 miliardi
nell’area subsahariana, molto interessante è la domanda di tecnologie e
know-how italiani per la meccanizzazione agricola e l’industria alimentare.
L’esigenza che si pone in ogni caso per i prossimi anni e decenni, in un
contesto globale sempre più multipolare – aggiunge Cestari – è che Europa
ed Africa possano costruire un effettivo percorso di sviluppo comune, non
solo attraverso l’interscambio di beni, ma anche di competenze
professionali, know-how tecnico-scientifico, risorse finanziarie ed umane.
Una prospettiva indicata con chiarezza nel “piano Mattei” per l’Africa. Il
Piano Mattei – ricorda Cestari – è fondamentale per collocare l’Italia e
il suo continente tra gli attori principali di un nuovo equilibrio
internazionale, in grado di generare lavoro dignitoso e sviluppo
sostenibile. In sinergia con ItalAfrica porteremo avanti il progetto “Sud
Polo Magnetico” che punta a favorire lo sviluppo e
l’innovazione delle imprese del Mezzogiorno d’Italia e delle imprese
africane, valorizzando le zone economiche speciali adesso al Sud unica ZES.
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