Mercoledì mattina, il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il nuovo ministro degli Esteri britannico David Lammy sono giunti a Kiev per incontri cruciali con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Al centro delle discussioni vi è la possibilità di autorizzare l’impiego di missili a lungo raggio per attacchi contro obiettivi situati in profondità nel territorio russo. Questo tema, già ampiamente segnalato, potrebbe rappresentare un punto di svolta nel conflitto in corso tra Ucraina e Russia.
I due ministri sono arrivati a Kiev dopo un viaggio in aereo e treno partito da Londra, con l’obiettivo di consultarsi con i leader ucraini e valutare la situazione sul campo. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha subito aperto le trattative con un chiaro riferimento alla necessità di armi a lungo raggio: “Ci auguriamo che si raggiunga l’equipaggiamento a lungo raggio per gli attacchi sul territorio del nostro nemico e lo avremo”, ha dichiarato, esprimendo fiducia nel supporto occidentale.
Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha ribadito tale posizione durante i suoi colloqui con il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, sottolineando che l’Ucraina dovrebbe poter utilizzare armi avanzate contro obiettivi militari legittimi in Russia. Questa richiesta riflette la necessità di colpire le basi aeree russe da cui partono attacchi devastanti contro l’Ucraina con bombe plananti a lungo raggio.
La fornitura di missili a lungo raggio è un tema delicato. Sebbene l’Ucraina abbia già ricevuto sistemi avanzati come lo Storm Shadow anglo-francese e l’ATACMS statunitense, il loro impiego è stato finora limitato a obiettivi russi in territorio ucraino. La possibilità di estendere tali attacchi in profondità in Russia rappresenta una “linea rossa” che finora i sostenitori occidentali di Kiev hanno esitato a superare, anche a fronte delle minacce russe di una potenziale escalation nucleare.
Tuttavia, l’urgenza di Kiev di colpire le basi aeree russe è vista come cruciale per garantire la sua difesa contro attacchi che partono da territori russi lontani. Blinken ha chiarito che il suo viaggio è volto a ottenere “la migliore valutazione di ciò che è necessario”, mentre il Regno Unito, con il ministro Lammy, ha promesso di esaminare ulteriori passi da intraprendere.
Questi sviluppi non sono passati inosservati a Mosca. Il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha denunciato qualsiasi tentativo di attacco all’interno del territorio russo come un’aggressione diretta da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, sottolineando che ciò potrebbe portare a conseguenze gravissime. Ryabkov ha inoltre accusato Washington di vivere in un mondo di “fantasie oscure” e ha avvertito che ogni attacco contro una potenza nucleare come la Russia potrebbe avere esiti disastrosi.
Nel frattempo, nonostante la mancanza di missili a lungo raggio più sofisticati, l’Ucraina continua a colpire in profondità il territorio russo utilizzando droni e altri mezzi. Un recente attacco di droni su Mosca ha causato danni significativi, con la Russia che ha intercettato decine di droni ucraini, pur ammettendo che molti hanno superato le difese.
Oltre alla questione degli attacchi missilistici, un altro tema rilevante emerso durante il viaggio riguarda la presunta fornitura di missili balistici all’esercito russo da parte dell’Iran. Blinken ha espresso preoccupazione per questo nuovo sviluppo, definendolo una minaccia alla sicurezza europea e globale, mentre Lammy ha parlato di “ulteriore escalation” e ha promesso nuove sanzioni contro Teheran.
La decisione finale sull’autorizzazione di attacchi a lungo raggio è attesa dopo l’incontro di venerdì tra il presidente statunitense Joe Biden e il primo ministro britannico Sir Keir Starmer. Mosca, tuttavia, ha già reagito duramente, anticipando che qualsiasi mossa in questa direzione sarà vista come una provocazione diretta con gravi conseguenze diplomatiche e militari.