
(AGENPARL) – mar 28 maggio 2024 POMPEI, INSULA DEI CASTI AMANTI
Scoperti disegni di gladiatori realizzati da bambini
prima dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
In una stanza dello stesso isolato nuovi dipinti mitologici
Sul portone d’ingresso della casa due vittime dell’eruzione
DA OGGI CANTIERE APERTO AL PUBBLICO
Gladiatori e cacciatori, dipinti da bambini piccoli con il carboncino sui muri di un cortile di
servizio, nella casa del Cenacolo colonnato su via dell’Abbondanza a Pompei, aiutano a
capire meglio l’infanzia ai tempi degli antichi romani. Come scrivono gli autori di un testo
pubblicato oggi sull’E-Journal degli Scavi di Pompei https://pompeiisites.org/e-journal-degliscavi-di-pompei/ l’esposizione a forme estreme di violenza, anche di bambini piccoli (si
stima tra 5 e 7 anni), non sembra essere un problema solo dei giorni nostri, tra videogiochi
e social media – con la differenza che nell’antichità il sangue sparso nell’arena era vero e
che pochi ci vedevano un “problema”, con tutte le possibili ricadute sullo sviluppo psicomentale dei bambini pompeiani.
Nell’insula dei Casti Amanti, dove la scoperta è avvenuta nell’ambito di un progetto di
restauro, scavo e accessibilità e che da oggi è visitabile “dall’alto” grazie a un sistema di
passerelle sospese, il Parco Archeologico di Pompei è impegnato in un progetto di ricerca
interdisciplinare per valorizzare i tanti dati nuovi.
Oltre ai disegni dei bambini, per il cui studio il Parco ha avviato una collaborazione con il
dipartimento di neuropsichiatria infantile dell’università Federico II a Napoli, sono stati
documentati i resti di due vittime, una donna e un uomo, morti nei lapilli del Vesuvio davanti
al portone chiuso della casa dei Pittori al lavoro (chiamata così in virtù del fatto che si stava
ridipingendo al momento dell’eruzione); all’interno della casa, è venuto alla luce un piccolo
cubicolo (“camera da letto”), allestito come studiolo in prossimità del tablinum (sala di
ricevimento) della casa. Tra le scene mitologiche un quadretto singolare, senza confronti
del repertorio vesuviano, con la rappresentazione di un piccolo bambino incappucciato,
forse un figlio deceduto dei proprietari.
Da oggi 28 maggio 2024 è possibile accedere al cantiere tutti i giorni dalle ore 10.30 alle
18:00, attraverso un percorso che, interamente “accessibile”, va ad implementare l’itinerario
senza barriere architettoniche “Pompei per Tutti”, e include un elevatore per il
raggiungimento delle passerelle sospese anche ai diversamente abili.
Il percorso dall’alto consentirà una visione innovativa e globale dell’intera insula, nonché
dell’architettura delle case romane con l’alternarsi di ambienti vari adibiti ad usi diversi, dal
produttivo al commerciale all’abitativo, oltre che dell’attività di cantiere in atto, nell’ottica di
una rinnovata e migliore fruizione al pubblico.
L’ingresso, da via dell’Abbondanza, sarà contingentato allo scopo di garantire un’ottimale
accessibilità e fruizione in sicurezza del percorso, anche in considerazione delle attività in
essere al livello archeologico.
“Periodicamente e sempre di più, Pompei ci rivela nuove scoperte meravigliose e si
conferma uno straordinario scrigno di tesori. – dichiara il Ministro della Cultura Gennaro
Sangiuliano – Ecco perché noi in legge di bilancio abbiamo espressamente rifinanziato gli
scavi a Pompei, dove adesso sono attivi tantissimi cantieri, che giorno dopo giorno portano
all’attenzione generale nuove meraviglie. Dopo la conclusione del Grande Progetto Pompei
noi vogliamo dare un assetto organico, un assetto stabile a questo meraviglioso sito che
ogni giorno fa registrare decine di migliaia di visitatori”
“Con l’itinerario di visita facilitato “Pompei per tutti”, avviato nel 2016 e da allora oggetto di
progressive implementazioni e sviluppi, nonché con le nuove campagne di scavo che negli
ultimi anni hanno regalato al mondo incredibili sorprese, è stato inaugurato un nuovo
approccio, inclusivo e coinvolgente, alla valorizzazione del sito. – aggiunge il Direttore
Generale dei Musei, Massimo Osanna – L’apertura di oggi, traguardo di un cantiere
complesso e importante, avviato in seno al Grande Progetto Pompei, appare in questo
senso assai significativa.
Offre infatti il valore aggiunto dell’accessibilità e della piena inclusione di tutti i visitatori,
anche rispetto a tutte quelle attività dietro le quinte, quali gli interventi di scavo e restauro
propri di un cantiere, che sono rese visibili a tutti senza barriere.”
GLI AMBIENTI e I RINVENIMENTI
Tra gli ambienti portati alla luce nel corso degli scavi archeologici, nella Casa dei Pittori al
lavoro è emerso uno dalle raffinate pareti affrescate in IV stile. La porzione superiore
a fondo bianco è decorata con figure mitologiche (centauri, sirene, grifi) che incorniciano
l’immagine di una divinità, presente su ciascun lato. Si riconoscono Afrodite, Apollo e
Dioniso e una quarta divinità (molto probabilmente una figura femminile) non ben
leggibile, a causa di una breccia sulla parete di riferimento.
Questo ambiente ancora in corso di scavo era
interamente obliterato dal flusso cineritico. Gli interventi
sono consistiti, contestualmente alla rimozione
meccanica della cinerite, nella pulitura e nel
consolidamento della superficie pittorica ad opera dei
restauratori. Il registro di mezzo con pannelli a fondo
rosso presenta, invece, quadretti dipinti direttamente sul
colore. Nelle scene si riconoscono Perseo e
Andromeda da un lato e la purificazione di un eroe
dall’altro.
Su un’altra parete ancora, un quadretto più piccolo
raffigurante, in maniera alquanto inedita, un bambino
con cappuccio e mantello da viaggiatore, circondato
da grandi grappoli d’uva e melagrane; al suo fianco un
cagnolino. Posto vicino all’apertura che affaccia sul
triportico (giardino con portico a tre bracci), la scena crea
un gioco di illusione prospettica con il giardino.
Sempre nella casa dei Pittori al lavoro, un altro ambiente, già parzialmente indagato nelle
precedenti campagne di
scavo, è stato identificato
come l’ingresso principale
della Casa dei Pittori al
Lavoro attraverso il vicolo
occidentale.
Lo scavo ha qui restituito gli
scheletri di due vittime, un
uomo e una donna in età
avanzata che, entrati dalla
porta sul vicolo, avevano
cercato rifugio nelle fauces
(corridoio di accesso), un
piccolo spazio ancora libero
dal lapillo caduto durante la
prima fase dell’eruzione,
trovando successivamente la
morte a causa dei lapilli grigi che inevitabilmente vennero ad accumularvisi.
Nella casa del II Cenacolo colonnato, invece, durante le attività di scavo e svuotamento
dal materiale eruttivo, su una delle pareti di un corridoio nei pressi di un cortile di servizio, a
circa 1,50 m dal piano pavimentale, sono stati intercettati alcuni disegni a carboncino, che
semplicità
dell’esecuzione, la natura
ingenua del tratto e le
semplificazioni degli schemi
iconografici, sembrerebbero
essere stati eseguiti dalla
bambino,
verosimilmente salito su un
ponteggio montato per i lavori
in corso nella casa. I disegni in
questo ambiente raffigurano,
nelle parti conservatisi, una
scena gladiatoria, con due
gladiatori uno di fronte all’altro
e una scena di venatio
(giochi di caccia), con due
bestiarii, provvisti di lunga lancia, intenti ad affrontare probabilmente una coppia di cinghiali.
A destra, invece, una testa di rapace, forse di aquila.
“Insieme alle psicologhe della Federico II, siamo giunti alla conclusione che con ogni
probabilità i disegni dei gladiatori e di cacciatori sono stati eseguiti in base a una visione
diretta e non da modelli pittorici. – dichiara il Direttore Gabriel Zuchtriegel Probabilmente uno o più dei bambini che giocavano in questo cortile, tra cucine, latrina e
aiuole per coltivare verdure, avevano assistito a dei combattimenti nell’anfiteatro, venendo
così a contatto con una forma estrema di violenza spettacolarizzata, di cui potevano far
parte anche esecuzioni di criminali e schiavi. I disegni ci mostrano l’impatto di questo
sull’immaginario di un bambino o di una bambina di tenera età, soggetto alle stesse fasi di
sviluppo che si riscontrano ancora oggi. I cefalopodi, ovvero le figure con gambe e braccia
che escono direttamente dalla testa, caratterizzano un modo di disegnare la figura umana
che possiamo ritrovare nei bambini di oggi. Evidentemente si tratta di una costante
antropologica che prescinde da mode artistiche e culturali.”
In un altro spazio identificato come un’area usata sia per lo stoccaggio/scolo delle anfore
sia per scopi produttivi, su
alcune pareti è apparsa un’altra
serie di disegni sempre su quote
non molto alte, tra i 0,20 e i 0,50
m dal piano pavimentale,
probabilmente ad altezza di
bambino.
Si tratta di tre piccole mani
scontornate con il carboncino,
due scene gladiatorie, un
disegno
sembrerebbe
ritrarre due figure che giocano
con una palla, un animale da
riconoscere verosimilmente in
un cinghiale e, infine, una
scena di pugilato, che ritrae uno dei due pugili riverso a terra.
La parete est, oltre a testimoniare la presenza di un’altra scena di pugilato, disegno che
immortala sempre l’atto di “knock-out” di uno dei due atleti, documenta una scena più
complessa, appartenuta a una mano differente e a un periodo precedente della vita
dell’ambiente (ancora non ben definito), poiché il disegno è parzialmente coperto da una
scialbatura color crema, forse messa in opera proprio a copertura di questo disegno.
Quest’ultimo non è stato tracciato tramite l’utilizzo di un carboncino, ma con l’ausilio di un
pigmento minerale di color rosso, forse ocra. Il disegno rappresenta in maniera schematica,
ma con un forte intento ironico, una scena marina, dove troviamo: due grandi navi
circondate da pesci, oggetti che si riferiscono alla pesca (nassa?) e, sotto un pesce che
presenta lunghi bargigli, plausibilmente una triglia, di maggiori dimensioni, due membri
maschili, uno dei quali preso all’amo.
Il CANTIERE
L’Insula dei Casti Amanti
(IX 12) si inserisce nel
quartiere centrale della
città antica di Pompei
(Regio IX), lungo Via
dell’Abbondanza.
Scavata per circa la
metà, ha un’area di circa
2.600 mq (70 x 37 m).
Il core del progetto diviso in due lotti
differenti – ha previsto
seguenti
fasi:
verifica, progettazione
e realizzazione della
nuova copertura; scavi
archeologici; riprofilatura dei fronti di scavo; messa in sicurezza degli elevati murari;
restauro delle superfici e degli elementi archeologici. Un’equipe di professionisti
(architetti, restauratori, ingegneri, archeologi) ha inizialmente portato avanti una campagna
di indagine conoscitiva di tutti gli aspetti e specificità dell’area (rilievo architettonico,
tecniche costruttive, fasi storiche, stato di conservazione della materia, caratteristiche
meccaniche e degrado strutturale, etc.) al fine di ottenere una “fotografia” dell’area e delle
strutture nelle sue condizioni prima dell’inizio dei lavori, anche con l’ausilio di analisi
strumentali in situ (prove geognostiche, prove fisiche, prove strutturali, etc.) ed in laboratorio
(analisi di campioni). Riscontrata l’inefficacia della copertura preesistente ai fini del
mantenimento dell’equilibrio conservativo, è stato studiato un nuovo sistema di copertura
al fine di liberare tutta l’insula da qualsiasi elemento interferente con la fruizione delle aree
e poggiante solo lungo i due vicoli laterali. A seguito di approfonditi sondaggi archeologici è
stata localizzata con precisione la posizione delle fondazioni delle 12 colonne di sostegno
della struttura.
Il primo lotto dei lavori ormai completato, partito con la progettazione finanziata del Grande
Progetto Pompei ed affidata ad un RTP guidato dalla società B5 srl (che ha curato nella
persona dell’arch. Francesca Brancaccio anche la Direzione dei lavori del primo lotto, di cui
è Responsabile Unico di Progetto Vincenzo Calvanese, funzionario ingegnere e
responsabile dell’Ufficio Tecnico del Parco), ha previsto interventi di messa in sicurezza dei
fronti di scavo ed il rifacimento completo delle coperture con la realizzazione di una struttura
reticolare spaziale che copre con un’unica campata l’intera superficie dell’Insula per oltre
2.000 mp oltre alla realizzazione di una passerella sospesa per una lunghezza complessiva
di circa 240 metri lineari di percorso. Il primo lotto è stato realizzato dall’RTI Fratelli Navarra
/ Icores / Cassisi ed è costato complessivamente circa 8 milioni di Euro, per gran parte
finanziati dai fondi europei PON FESR Cultura e Sviluppo 2014-2020.
L’attività tutt’ora in corso sta interessando in questa seconda fase interventi mirati alla
messa in sicurezza e al restauro delle strutture e degli apparati decorativi emersi.
Il secondo lotto dei lavori attualmente in corso vede Responsabile Unico di Progetto l’arch.
Paolo Mighetto, Direttore dei lavori l’arch. Arianna Spinosa e Imprese Esecutrici: Consorzio
Officina e Forte Costruzioni.
La copertura è stata realizzata con una struttura reticolare spaziale in acciaio, isolata
sismicamente in testa alle colonne, la cui maglia si orienta e si dispone adattandosi alle
giaciture del tessuto edilizio dell’insula. Una particolare attenzione è stata data all’impatto
della copertura sul paesaggio di Pompei ed al rapporto pieno/vuoti esistente in relazione ai
cortili, agli atri ed ai giardini interni all’insula.
Sono stati previsti all’uopo elementi vetrati in corrispondenza delle aree scoperte, per
permettere di avere luce dall’alto. I lucernari sono realizzati con speciali pannelli di vetro con
cellule fotovoltaiche integrate atti a captare energia solare e produrre l’energia elettrica
sufficiente a rendere autonomo il complesso sia per l’illuminazione notturna che per
l’impianto elevatore. In relazione alla fruizione dell’area, è stata elaborata una soluzione
finalizzata a migliorare i livelli di accessibilità da parte dei visitatori, anche con il ricorso ad
un camminamento integralmente sospeso, agganciato alla copertura, e collegato, tramite
un elevatore, al percorso “Pompei per tutti”.
I tre fronti di scavo artificiali sono stati oggetto di interventi di riprofilatura e di protezione con
sistemi di ingegneria naturalistica, tali da garantire la messa in sicurezza dell’intera area nei
confronti di potenziali fenomeni di instabilità dei fronti di scavo medesimi.
Nel corso delle operazioni di riconfigurazione sono stati rinvenuti significativi reperti
archeologici e porzioni di affreschi o di elementi architettonici in situ o trascinati nelle fasi di
crollo. Si è deciso di lasciare a vista alcune porzioni di sezioni geologiche relative alle
stratigrafie del prodotto delle eruzioni rinvenute durante gli scavi. Sono stati progettati
specifici sistemi di sostegno per gli elevati murari che garantiscono la stabilità delle
strutture e riducono sensibilmente l’ingombro all’interno degli ambienti, consentendo così
una migliore fruizione. È stato elaborato un articolato progetto di restauro esteso a tutte
le superfici dell’insula (circa 200 prospetti) e di valorizzazione delle pavimentazioni e dei
percorsi interni, calibrato sulle effettive forme di degrado rilevate e sulla loro entità, che è
oggetto di un ulteriore appalto.
Il progetto ha previsto anche uno scavo archeologico finalizzato ad una migliore
comprensione e fruibilità delle unità abitative già individuate.
Lotto 1:
Responsabili del Procedimento: Stefano Aiello, Michele Granatiero, Alberta Martellone, Massimo Osanna,
Gabriel Zuchtriegel e dal dicembre 2021 fino al completamento, Vincenzo Calvanese.
Progettazione e DL: Raggruppamento Temporaneo tra Professionisti: B5 s.r.l (mandataria), rappresentata
dall’arch. Francesca Brancaccio (che ha curato anche la Direzione dei Lavori) ing. Ugo Brancaccio, dott.
Gianluca Minin (Geologo), dott. Francesca Fratta (Archeologa), dott. Carlo Serino (Restauratore) e la
consulenza dei seguenti esperti: prof. arch. Giovanni Carbonara, prof. arch. Fabio Mangone, dott. Fabrizio
Ruffo, dott. ssa Francesca Longobardo, prof. Ing. Luigi Di Sarno, arch. Ugo Carughi, prof. ing. Luca de
Sanctis, ing. Alfredo Postiglione.
Operatore Economico: Raggruppamento temporaneo di Imprese con mandataria Italiana Costruzioni (poi
Fratelli Navarra), con Cassisi ed Icores.
Collaudo Statico: Ing. Armando Santamaria con il supporto del prof. Ing. Luigi Petti.
Collaudo Tecnico-Amministrativo: Arch. Arianna Spinosa, dott. Giuseppe Scarpati, Dott.ssa Manuela
Valentini.
Lotto 2:
Responsabili del Procedimento: Stefano Aiello, Michele Granatiero, Paolo Mighetto.
Progettazione: Raggruppamento Temporaneo tra Professionisti: B5 s.r.l (mandataria), rappresentata
dall’arch. Francesca Brancaccio (che ha curato anche la Direzione dei Lavori) ing. Ugo Brancaccio, dott.
Gianluca Minin (Geologo), dott. Francesca Fratta (Archeologa), dott. Carlo Serino (Restauratore) e la
consulenza dei seguenti esperti: prof. arch. Giovanni Carbonara, prof. arch. Fabio Mangone, dott. Fabrizio
Ruffo, dott. ssa Francesca Longobardo, prof. Ing. Luigi Di Sarno, arch. Ugo Carughi, prof. ing. Luca de
Sanctis, ing. Alfredo Postiglione.
Operatore Economico: Raggruppamento temporaneo di Imprese Consorzio L’Officina con Forte
Costruzioni.
Direzione dei Lavori: direttore dei lavori arch. Arianna Spinosa, con direttore operativo archeologo dott.
Giuseppe Scarpati, direttore operativo restauro dott.ssa Manuela Valentini e dott.ssa Ludovica Alesse,
coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione arch. Crescenzo Mazzuoccolo, supporti alla direzione dei
lavori geom. Angelo Capasso e arch. Mariapia Amore.
LINK FOTO
https://we.tl/tvG9MIEcIc4?utm_campaign=TRN_TDL_05&utm_source=sendgrid&utm_medium=email&t
rk=TRN_TDL_05
LINK VIDEO Ministro San Giuliano
https://we.tl/t-VX2gnvI4Fg
LINK VIDEO coperture e Direttore Zuchtriegel
https://we.tl/t-racCf2lvxn
Ufficio stampa Parco archeologico di Pompei
AMPLIATA L’OFFERTA RISTORATIVA, APRONO I CHIOSCHI
Collegamento diretto con il Cantiere dei Casti Amanti
E in autunno l’inaugurazione del Restaurant Cafè presso Casina dell’Aquila
Prende vita il progetto di ampliare l’offerta ristorativa all’interno del Parco Archeologico di
Pompei.
A partire dai primi giorni di giugno, infatti, visitatrici e visitatori potranno godere di esperienze