
(AGENPARL) – mar 29 agosto 2023 *Preoccupazione tra i viticoltori per la vendemmia 2023 a causa
dell’ufficializzazione dei prezzi delle uve. Il Pd Lizzano invita il
ministro Lollobrigida a modificare le disposizioni nazionali di
attuazione del regolamento delegato (UE) N. 1225/2023 *
Il timore è quello di essere schiacciati dai costi di produzione già
sostenuti, per fronteggiare la malattia della peronospora che quest’anno ha
interessato tutto il nostro territorio; si teme, infatti, che a danno delle
aziende si stia perpetrando una miserevole speculazione.
Siamo passati dalla vendemmia 2021 con i prezzi delle uve che si aggiravano
per il primitivo DOC da €130/170 a quintale al 2022, in cui il prezzo è
calato del 50% circa.
I prezzi allettanti delle ultime annate hanno indotto parecchi viticoltori
a convertire i loro terreni in coltivazione da uve da primitivo aumentando,
quindi, il potenziale vitivinicolo a sfavore delle varietà delle uve di
Negramaro, Malvasia, Lambrusco, e delle uve a bacca bianca. Questo è
accaduto perché è mancata, nel corso degli anni, un’integrazione, da parte
degli enti competenti, sulla disciplina della variazione delle colture che
ha portato ad una riconversione indisciplinata delle colture con evidenti
danni.
Nonostante gli aiuti derivanti dall OCM in cui lo Stato consentiva al
produttore di potersi avvalere dei fondi europei per l’estirpazione ed il
reimpianto dei vigneti, già alcuni anni fa, si stava delineando un
trasferimento dei diritti di reimpianto al di fuori della regione Puglia a
danno della regione stessa.
La Regione, fortunatamente, con la giunta Vendola, intervenne per bloccare
le autorizzazioni e dare attuazione al decreto legislativo n.198 sulle
pratiche sleali.
Dalla discussione emerse un quadro drammatico sul raggiro dei blocchi delle
pratiche di estirpazione e reimpianto: nacquero miriadi di contratti di
fitto dei terreni in cui si concedeva al conduttore, diverso dal
proprietario, di poter richiedere le quote di estirpazione e reimpianto per
poi, una volta acquisite, trasferirle su altre province.
Nella nostra Provincia, e soprattutto nel cuore delle terre del Primitivo
di Manduria, questa operazione ha fatto aumentare di molto il potenziale
viticolo a Primitivo.
Per poter contenere l’aumento del potenziale viticolo nel territorio DOC di
Manduria, il Consorzio di Tutela, a partire dal 30 luglio 2020, si è
attivato affinché tutti gli impianti di vigneto a Primitivo impiantati dopo
quella data potessero rivendicare solo IGT. Operazione che è servita a ben
poco in quanto il danno era già stato fatto.
Da voci fra gli agricoltori nell’annata del 2021 si è assistito a dei
conferimenti di uve Primitivo oltre i 90 q.li ad ettaro (arrivando anche a
250 q.li ad Ha), e con grado zuccherino inferiore ai 15 gradi, salvo poi
vedersi pagare un quantitativo inferiore al conferito per poter rientrare
col multigradi e non destinare quell’uva alla distillazione come giusto
doveva per Legge.
Ed il resto del conferimento? Che fine ha fatto?
Il quadro fu davvero desolante quel giorno nell’ascoltare il resoconto
delle indagini sulle pratiche sleali, come è desolante, oggi, captare
l’amarezza di viticoltori che si sentono rifiutare il conferimento ad una
cantina per poter conferire così come è successo alle cantine Giordano
(affiggendo una comunicazione sulle porte degli uffici).
Perché tutto questo non è possibile evitarlo mettendo mano alla legge sulla
distillazione?
Facciamo un appello al ministro dell’agricoltura Lollobrigida affinché si
metta mano alle “Disposizioni nazionali di attuazione del regolamento
delegato (UE) N. 1225/2023 della Commissione per quanto riguarda la misura
della distillazione di crisi per la Campagna 2022/2023”.
Questa modifica, permetterebbe, infatti, alle cantine di svuotare i silos
del vino vecchio dietro un compenso di pagamento e permetterebbe alle
stesse di far fronte alla richieste di conferimento di uve di agricoltori
ormai esausti e rassegnati.
Noi del PD ascoltiamo, non rassegnati, il grido di dolore dei viticoltori
della Provincia e auspichiamo che i rappresentanti politici del territorio
lavorino con gli amministratori del governo centrale, si facciano carico di
questa problematica e collaborino con gli enti del settore per venire
incontro alle sollecitazioni ormai incessanti e quotidiane.