
(AGENPARL) – ven 23 giugno 2023 Movimento 5 Stelle – Lombardia – Ufficio stampa
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Piano Cave della Provincia di Brescia, Pollini (M5S): «Piano irricevibile, fondato su numeri irreali, ma la Giunta regionale chiude ad ogni possibilità di modifica»
Il nuovo piano cave della provincia di Brescia si appresta a compiere l’ultimo passaggio formale, quello in Consiglio regionale, dopo aver incassato l’ok della Giunta.
Paola Pollini (Consigliera regionale M5S): «Questo documento è l’ennesimo regalo a cavatori e costruttori, a spese di un territorio già violentemente abusato. Se nulla cambierà, difficilmente le nostre modifiche verranno accolte dalla maggioranza, il nostro voto sarà convintamente contrario.
Abbiamo letto le osservazioni prodotte da comitati, liberi cittadini, enti e comuni e ad ogni proposta di modifica puntuale delle volumetrie estraibili da ciascuna cava la risposta è sempre stata negativa dal momento che una riduzione delle volumetrie avrebbe comportato il mancato rispetto del fabbisogno alla base di tutto il piano.
Il paradosso è che il fabbisogno non è un dogma, è lo stesso piano a definirlo ed è parte integrante di esso quindi perfettamente modificabile. Né provincia né Regione hanno voluto mettere in discussione la bontà dello “studio di scoping” (quello che determina il fabbisogno) e nemmeno hanno provato a motivare perché quel metodo era corretto e un altro no. Questo basterebbe per cestinare l’intero piano.
La criticità fondamentale riguarda l’anno di riferimento per il calcolo del fabbisogno, che nel nostro caso è il 2008. Per legge si deve considerare l’anno più produttivo del decennio di riferimento. Per Brescia il periodo da considerare è il 2008-2017 e l’anno più produttivo è stato il 2008. Formalmente la Provincia ha fatto quello che doveva fare, ma non si può fare a meno di notare che per programmare il prossimo decennio si faccia riferimento a valori di 15 anni fa. Non è tutto, i recenti piani cave delle provincie di Mantova e Milano hanno adottato metodologie completamente diverse: la prima ha fatto media sul quinquennio più produttivo, la seconda sull’intero decennio. Se anche la provincia di Brescia avesse scelto la stessa strada avrebbe ridotto il proprio fabbisogno di 13-20 milioni di metri cubi.
Regione non ha nemmeno contestato la ridicola cifra di 5,6 milioni di metri cubi di materiali, derivanti da fonti alternative. Parliamo dei materiali recuperabili dalle attività di demolizione e delle terre e rocce da scavo, che secondo diverse associazioni e comitati non sarebbero stati adeguatamente considerati.
In aula cercherò risposta a tutte queste domande e prometto massimo impegno, per tutelare un territorio già pesantemente martoriato.
Milano, 23 giugno 2023