[lid] MARCO VIGNETTI, Presidente Fondazione GIMEMA Franco Mandelli onlus e Vicepresidente Nazionale AlL.
Da oltre 40 anni la Fondazione GIMEMA promuove e sostiene la ricerca clinica indipendente sui tumori ematologici. Ci può spiegare quali sono gli obiettivi scientifici e come è organizzata sul territorio nazionale?
L’obiettivo della Fondazione GIMEMA, Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto, è la ricerca per individuare percorsi terapeutici e diagnostici per riuscire a curare, e in molti casi guarire, i pazienti utilizzando le terapie, da sole o in combinazione, e il monitoraggio. Questo è fondamentale perché nel caso la risposta alla malattia non sia adeguata è necessario essere pronti a rivedere il trattamento e questo è possibile con un monitoraggio costante. Oggi, sono disponibili numerosi farmaci molto efficaci per le diverse patologie ematologiche.
La Fondazione GIMEMA è nata come gruppo cooperatore per migliorare i risultati della terapia nelle leucemie acute e croniche e negli anni si è sviluppata grazie al lavoro in rete dei migliori centri italiani, oggi, tra IRCCS, centri universitari e ospedali sono quasi 150. I centri utilizzano protocolli condivisi che permettono di somministrare le migliori terapie disponibili per tutti i pazienti grazie a personale sanitario e anche tecnici di laboratorio e data manager che operano con i medesimi standard. Questo permette non solo di offrire ai pazienti le migliori strategie diagnostiche e terapeutiche ma anche di mantenere la formazione e l’aggiornamento costante degli operatori sanitari. Oggi, grazie al lavoro di quadra e alla ricerca condotta in questi anni l’ematologia italiana è considerata una della più valide al mondo e alcuni protocolli terapeutici sono diventati lo standard in diversi paesi.
In questi 40 anni il GIMEMA è cresciuto ed è sempre più articolato. Considerata l’aumentata disponibilità e anche la complessità delle terapie, per rispondere a questa esigenza una ventina di anni fa sono stati creati otto Working Parties (WP) che quest’anno sono diventati dieci, uno per la gestione delle complicanze infettive e l’altro per il mieloma. Alla guida dei WP ci sono i massimi esperti italiani e questo consente standard elevati: non solo protocolli di terapia, ma anche di percorso diagnostico che rivestono un ruolo particolarmente importante in ematologia. Protocolli di diagnosi e monitoraggio dell’andamento della terapia insieme a protocolli terapeutici sempre aggiornati è quello che rende alta la qualità dell’assistenza offerta da GIMEMA nei centri che afferiscono al Servizio sanitario nazionale.
Quali sono i progetti più promettenti in cui siete impegnati sui tumori ematologici?
I progetti in cui abbiamo ottenuto risultati importanti riguardano alcune forme di leucemia acuta e di leucemia come la leucemia mieloide e la leucemia linfatica cronica, dove grazie alla possibilità di utilizzare farmaci mirati che agiscono sul meccanismo che causa la malattia, oppure andando a colpire selettivamente le cellule malate si sono fatti grandi progressi. Per la leucemia mieloide cronica, in alcuni casi, l’aspettativa di vita è paragonabile a quella della popolazione normale sana. Per quanto riguarda la leucemia linfatica cronica sono ora disponibili dei nuovi farmaci che dimostrano di essere promettenti nell’ottenere dei buoni risultati nella cronicizzazione della malattia. Non si guarisce, ma di fatto è come non averla. Nel GIMEMA ci sono Gruppi di studio sulla Qualità di vita e sulle Cure palliative, in particolare queste devono essere messe a disposizione dei pazienti all’inizio del trattamento in modo da renderlo molto più tollerabile. In molti casi sono interventi non medici come l’assistente sociale, lo psico-oncologo o la riabilitazione, tutti quegli strumenti consentono di migliorare la qualità di vita e mettono al riparo la persona e la sua famiglia da quella che viene definita tossicità economica. Infatti, questa deriva dal cambiamento che avviene all’interno del nucleo familiare, la riduzione o perdita di reddito e i costi spesso elevati da sostenere. Oggi, grazie alle cure palliative, in diversi casi la persona può continuare a lavorare durante la terapia.
L’organizzazione offerta dal GIMEMA ad esempio con Labnet, il network di laboratori sul territorio nazionale che lavorano con standard condivisi, consente al paziente di sottoporsi agli esami più sofisticati, come quelli di biologia molecolare, senza spostarsi dal centro presso cui è in cura. Infatti, riuscire a guarire le persone e renderle nuovamente efficienti nella società è un investimento per la persona, la famiglia e la società nel suo complesso. I progetti per il futuro sono diversi e in particolare uno è di assoluta rilevanza. È un protocollo, che partirà a gennaio 2024, per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta nell’adulto che GIMEMA coordinerà a livello europeo in quattro paesi: Italia, Spagna, Inghilterra e Olanda. Verrà applicata una nuova strategia terapeutica con due farmaci “intelligenti” frutto della ricerca di due diverse aziende farmaceutiche. Questo è molto prestigioso sotto diversi aspetti, per il progetto in sé, per il nostro Paese e soprattutto per i pazienti perché si applicherà una strategia terapeutica che sembra essere rivoluzionaria rispetto a quella attualmente in uso.
Un altro studio di notevole importanza riguarda la leucemia acuta linfoblastica Philadelphia positiva, un protocollo che stiamo conducendo da alcuni anni e ora stiamo verificando la possibilità di curare i pazienti solo con i farmaci, un anticorpo monoclonale e un TKI, senza chemioterapia e senza trapianto. I risultati sono assolutamente incoraggianti: nella metà dei pazienti è stata ottenuta la risposta molecolare continua per un periodo piuttosto lungo. Tanto incoraggianti che il Gruppo cooperatore australiano ci ha recentemente chiesto di applicare il medesimo protocollo.
Quale è il ruolo di AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma nel sostenere la ricerca della Fondazione GIMEMA, e quali risultati possiamo aspettarci per il futuro?
AIL contribuisce a finanziare la ricerca del GIMEMA devolvendo ogni anno il 10% delle sue donazioni del 5X1000 che vengono utilizzate per studi specifici. Ma anche le 83 sezioni provinciali AIL, distribuite su tutto il territorio nazionale, sostengono singolarmente la ricerca ematologica attraverso donazioni e una serie di attività di supporto presso i centri clinici. Inoltre, istituiscono borse di studio per giovani medici e finanziano, parzialmente o integralmente, reparti e laboratori. Il Centro Dati di GIMEMA, con un organico multidisciplinare di oltre 40 professionisti della ricerca clinica (biostatistici, project manager, informatici, legali, data manager e altri) è ospitato a titolo gratuito nella sede di AIL nazionale a Roma.