
(AGENPARL) – mer 26 aprile 2023 “Una ferita ancora aperta – ha precisato Antonino Chifari, da cui ha avuto origine il progetto, presidente di Green Heart ed ex consigliere comunale di Perugia con delega alla legalità –. Perugia non è questa, è una città dai principi democratici importanti e quindi noi con l’innesto della nuova stele vogliamo riaffermarli”. La cerimonia si è aperta nel ricordo di Laura Buco, prematuramente scomparsa, “che ha sostenuto il progetto con amore incoraggiando l’associazione a proseguire sulla strada intrapresa” ha ricordato Chifari. Oltre ai membri dell’associazione Green Heart, tra cui Laura e Serena Gaggia, Saverio Bevacqua e il segretario e responsabile della comunicazione Nadia Isidori, alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Perugia Andrea Romizi, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Perugia Claudio Zeni, il commissario capo della Polizia di Stato Monica Corneli, il direttore della Caritas don Marco Briziarelli, Salvatore Maria Miccichè, consulente del progetto ed ex provveditore agli studi di Perugia, e i dirigenti scolastici Cristina Bonaldi (I.C. Perugia 4), Fabio Gallina (I.C. Perugia 5) e Simona Ferretti (I.C. Perugia 12), oltre a rappresentanti della Direzione didattica Secondo circolo di Perugia e degli Istituti comprensivi Perugia 1 e Perugia 6. Presente anche il dirigente del Comune di Perugia Gabriele De Micheli; l’installazione della stele e la realizzazione di un nuovo punto di illuminazione sono avvenuti grazie alla collaborazione del Cantiere comunale e degli uffici Aree verdi e Autorizzazioni paesaggistiche.
Tantissimi gli studenti presenti, alcuni intervenuti leggendo propri pensieri e altri quelli di personalità importanti che hanno contribuito a diffondere la cultura della legalità con le loro opere, in alcuni casi anche pagando con la propria vita come Peppino Impastato, giornalista, conduttore radiofonico e attivista italiano assassinato nel 1978. Alcuni studenti hanno così ricordato il loro viaggio a Cinisi, dove hanno potuto conoscere la sorella del giovane ucciso da Cosa Nostra.
Il progetto ha varcato i confini regionali e difatti, ha ricordato Chifari, “alcuni lavori preparati dagli studenti dell’Istituto Bernardino di Betto sono stati esposti anche all’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone di Palermo”. “La città che noi vogliamo – ha raccontato poi Chifari – è un progetto in cui ho fortemente creduto fin da quando ero consigliere e che porto avanti, insieme ai membri dell’associazione, con forte determinazione. Abbiamo organizzato tre edizioni: la prima ha coinvolto alcune scuole superiori di Perugia con l’obiettivo di rendere i ragazzi protagonisti di un percorso di educazione civica in cui fossero attori principali e non semplici destinatari, attraverso testimonianze dirette, letture tematiche, racconti e visioni di film da analizzare e da cui trarre spunti per confronti e dibattiti. Il risultato è stato di alto valore educativo tanto da essere inserito nel portale del Comune di Perugia e messo a disposizione dei cittadini. L’entusiasmo e l’interesse suscitato ci ha portato quindi alla seconda edizione de ‘La città che noi vogliamo: dall’io al noi’, con la partnership del Comune di Perugia e il coinvolgimento di sette Istituti Comprensivi e un Circolo Didattico. L’obiettivo principale era quello di far capire l’importanza della legalità anche nelle azioni quotidiane, superando l’individualismo e l’egocentrismo dell’Io a favore di un’accezione comunitaria e della consapevolezza di essere parte di un contesto sociale, il Noi, di cui la legalità garantisce democrazia e sviluppo”. “Infine – ha proseguito Chifari –, nella terza edizione c’è stata un’ulteriore evoluzione dei contenuti. Ogni istituto ha affrontato e analizzato una tematica specifica legata a forme di illegalità, di mancata tutela dell’individuo e rischio per la democrazia. Ne è nato anche un Glossario della Legalità, stampato dall’associazione Green Heart e donato agli studenti. Per consentire la sperimentazione pratica del concetto di cittadinanza attiva e di partecipazione civile promossi nel progetto, mediante l’applicazione dei principi di libera elezione, rappresentanza e delega, è stato istituito un Consiglio Comunale Studentesco (CCS), con il compito di elaborare un programma politico da proporre all’amministrazione comunale di Perugia. Il progetto ha riscosso molto successo e il suo iter è stato anche oggetto di un lungo e dettagliato reportage sulla rubrica Rai Storie”.
A conclusione della terza edizione del progetto, su richiesta del CCS l’associazione Green Heart, in partnership con il Comune di Perugia e con il sostegno di alcuni sponsor, ha voluto lasciare un segno tangibile di questo pluriennale iter formativo con la piantumazione di una quercia e l’istallazione di una stele della legalità al percorso verde di Pian di Massiano, purtroppo vandalizzata nel novembre 2020. L’iniziativa odierna, quindi, vuole ripristinare l’opera per riaffermare il valore della legalità come essenziale per la democrazia e per la società civile, realizzabili solo attraverso l’educazione alla cultura della legalità dei suoi cittadini, fin da piccoli.
“Oggi siamo qui per ricordare che all’origine della legalità c’è anzitutto la cultura del rispetto – ha dichiarato Andrea Romizi –, il seme da cui scaturiscono tutte le regole di convivenza. Davanti a noi abbiamo sempre due strade possibili: da un lato, la cultura dell’indifferenza, che ci porta a distogliere lo sguardo in caso di ingiustizie; dall’altro, la cultura della cura di ciò che ci sta intorno, delle persone ma anche dell’ambiente e della città, che ci stimola a essere partecipi e a concorrere a una società più giusta. Ciò che chiediamo ai bambini e ai ragazzi è proprio di imboccare questa seconda via per aiutarci a creare un domani fondato su veri valori”. “Questo progetto – ha affermato Miccichè – ha l’ambizione di durare nel tempo e deve continuare per trasmettere un messaggio di speranza. I ragazzi devono crescere nella convinzione profonda che legalità significa garantire coesione sociale e giustizia, per costruire una società a misura di ogni uomo”.
**Seguiranno foto**
IL 27 APRILE NELLA SALA DELLA VACCARA INCONTRO SU “LA NOSTRA ALIMENTAZIONE”
Il 27 aprile alle ore 17 nella sala della Vaccara di Palazzo dei Priori a Perugia è previsto l’incontro “La nostra alimentazione”. Relatore professore Roberto Coli, specialista in Scienze dell’alimentazione. Introduce Laura Barese, presidente Fidapa Bpw Italy Perugia.
MOSTRA: TAYGA ABE – JISOU – NEL TEMPO SEDIMENTATO/ LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE IL 28 APRILE 2023 ORE 11.30 SALA ROSSA DI PALAZZO DEI PRIORI
Si comunica che venerdì prossimo, 28 aprile alle 11.30, presso la sala Rossa di palazzo dei Priori sarà presentata la mostra “TAYGA ABE – JISOU – NEL TEMPO SEDIMENTATO”, dell’artista e scultore giapponese Hiromasa Tayga Abe in collaborazione con l’Ambasciata del Giappone, Camep Perugia (Club Moto e Auto d’Epoca del perugino), Nohgaku Komparu School e con il patrocinio della Regione Umbria, Provincia di Perugia e Comune di Perugia.
Alla presentazione interverranno: Hiromasa Tayga Abe, Artista; Leonardo Varasano, assessore alla Cultura del Comune di Perugia; un rappresentante del Camep Perugia, il maestro Francesco Mancino.
**la stampa è invitata a partecipare**
2 MAGGIO ASSEMBLEA SINDACALE DEI LAVORATORI DI UMBRA ACQUE/ I SERVIZI GARANTITI
Umbra Acque comunica alla clientela del Servizio Idrico Integrato che a seguito di assemblea sindacale unitaria dei lavoratori dei settori gas, acqua, elettrico, indetta a livello regionale dalle OO.SS. FILCTEM-CGIL, FLAEI/FEMCA-CISL e UILTEC-UIL nell’esercizio delle prerogative previste dal Contratto Collettivo nazionale e dalla Legge 300/70, martedì 2 maggio 2023 dalle ore 8:00 alle ore 9:00 e dalle ore 15:00 alle ore 16:00 non saranno garantiti con regolarità i servizi, in particolare dalle ore 15:00 alle ore 16:00:
Call Center Commerciale Sportello di Santa Lucia e Sportelli digitali.
Tutti i servizi commerciali e le informazioni resteranno garantiti attraverso: il sito http://www.umbraacque.com la App My Umbra Acque.
SABATO 29 APRILE NELLA SALA DELLA VACCARA IL RICORDO DI ALBANO DEL FAVERO
Sabato 29 aprile 2023 alle ore 15.30 in sala della Vaccara gli amici e colleghi ricordano Albano Del Favero e la vita dedicata alla scienza, alla medicina e alla promozione della salute in Italia.
Alle ore 10.30 presso la biblioteca di San Matteo degli Armeni verrà piantata una rosa in sua memoria nel “roseto della compresenza”.
DI PIETRA E D’ACCIAIO/ LA MOSTRA AL CENTRO ESPOSITIVO DI VIA OBERDAN DAL 30 APRILE AL 28 MAGGIO
Sarà visitabile dal 30 aprile al 28 maggio presso il centro espositivo ex chiesa Santa Maria della Misericordia di via Oberdan la mostra “di pietra e d’acciaio”, indagine fotografica sul quartiere di Ponte della Pietra. Fotografie di Federico Ventriglia. Mostra a cura di Antonello Turchetti. Apertura domenica alle 16.30.
Ingresso gratuito. Orari: da venerdì alla domenica 11-13; da martedì a domenica 16.30-19.30.
AL TEATRO BICINI IL 29 E 30 APRILE LO “SCONCERTO” PER THEREMIN
Il 29 aprile alle 21.15 ed il 30 aprile alle 17.15 il teatro Bicini ospita lo “sconcerto” per theremin e pianoforte a cura di Massimo Cervini ed Alberto Romizi.
Il concerto è un’occasione rarissima per ascoltare il suono magico del theremin, uno strumento dalle vibrazioni struggenti e dal timbro particolarmente suggestivo che ricorda quello di un violoncello, di un violino o di una voce femminile.
Il programma prevede l’esecuzione di brani classici (Bach, Satie), musica da film (Morricone, Rota), pop (Dalla), Tango nuevo (Galliano). Tra un brano e l’altro i due musicisti, Massimo Cervini e Alberto Romizi interpreteranno delle gag surreali (novità ulteriore) per aggiungere un pizzico di sorriso alla suggestione della musica. Il tutto farà di questo evento un vero “Sconcerto”.
Ingresso unico 10 €.
LUNEDÌ 15 E MERCOLEDÌ 17 MAGGIO VA IN SCENA “SHAB QIRMIZ – NOTTE CARMINIO”, SPETTACOLO CON I DETENUTI ATTORI DELLA CASA CIRCONDARIALE DI PERUGIA CAPANNE
Dopo il grandioso successo dello scorso anno con lo spettacolo Balera, che ha visto per la prima volta i detenuti esibirsi in teatro, torna con la sua quinta edizione il progetto Per Aspera Ad Astra – riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza con SHAB QIRMIZ – notte carminio, in scena lunedì 15 maggio alle 18 presso la Casa Circondariale di Capanne e mercoledì 17 maggio alle 19 al Teatro Morlacchi di Perugia. La messa in scena diretta da Vittoria Corallo – promossa da Acri, l’Associazione nazionale delle fondazioni di origine bancaria, realizzata con la collaborazione della Fondazione Perugia e prodotta dal Teatro Stabile dell’Umbria – è il quinto capitolo di una ricerca portata avanti insieme ai detenuti che hanno partecipato alle precedenti quattro edizioni di Per Aspera ad Astra all’interno della Casa Circondariale di Capanne.
Per Aspera Ad Astra è nato nel 2018 e in corso oggi in 15 carceri italiane. L’iniziativa, promossa da Acri e sostenuta da 11 Fondazioni, ha coinvolto oltre 1000 detenuti dal 2018 – di cui 30 a Perugia – che partecipano a percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro, che riguardano non solo attori e drammaturghi, ma anche scenografi, costumisti, truccatori, fonici, addetti alle luci.
La quinta edizione del progetto, pensato per contribuire al recupero dell’identità personale e alla risocializzazione dei detenuti, è stata illustrata in occasione di una conferenza stampa a cui hanno partecipato: Daniela Monni presidente Commissione welfare di Fondazione Perugia, Antonella Grella direttrice della Casa Circondariale di Capanne, Nino Marino direttore del Teatro Stabile dell’Umbria e la regista Vittoria Corallo.
“Per Aspera ad Astra – ha sottolineato Daniela Monni – trasforma il tempo della detenzione in un’occasione di speranza e riscatto. Fondazione Perugia ha fortemente creduto in questa iniziativa e continua a sostenerla con convinzione, contribuendo alla realizzazione di un percorso che fa del teatro un ponte verso nuove opportunità. Ancora una volta il Teatro Stabile dell’Umbria ci accompagna in questo progetto, mettendo a disposizione professionalità e competenze per portare in scena uno spettacolo dal forte valore sociale. Riteniamo che questo grande patrimonio, artistico e formativo, sia uno strumento prezioso di ricerca personale, confronto e crescita”.
“Il teatro in carcere è un forte strumento di trasmissione culturale e inclusione sociale per gli attori-detenuti ma rappresenta anche un cambiamento del mondo carcerario che ha per finalità il reinserimento nella società – ha sottolineato il direttore del TSU Nino Marino – Il Teatro Stabile dell’Umbria è orgoglioso di poter contribuire al perseguimento di questo obiettivo”.
“Dare buone opportunità alla creatività potenziale è una faccenda di vita o di morte per qualsiasi società, disse lo storico inglese Arnold Toynbee; il teatro si basa proprio su ciò, è l’arte di conoscere se stessi, di poter dare spazio alla propria creatività, senza limiti, senza restrizioni, senza aver timore nel mostrarsi – le parole di Antonella Grella – Il teatro è lo specchio della nostra anima, è un modo per esprimersi, valorizzando il proprio talento. Essendo patrimonio di tutti ed essendo accessibile a tutti, nel teatro il detenuto si può sentire libero poiché, pur essendo all’interno di un carcere, ha un contatto con l’esterno potendo instaurare una relazione con se stesso e con gli altri. Fare teatro è una modalità di espressione creativa, significa apprendere e avvicinarsi all’arte, sperimentando qualcosa di sconosciuto, permettendo di entrare in equilibrio con il proprio corpo. In quest’ottica l’attività teatrale in carcere è un patrimonio culturale che deve essere promosso e dal quale partire per costruire percorsi di cambiamento e di reinserimento della persona”.
“Fare teatro in carcere per me significa solo portare il teatro in un luogo dove non c’e? e usarlo come antidoto al ruolo di quegli edifici e di coloro che li abitano, al realismo e alla forma definitiva del linguaggio che si usa – ha spiegato Vittoria Corallo – Il mio obbiettivo e? quello di lasciare al carcere le sue storie e le sue regole, e lavorare con i detenuti che partecipano al laboratorio teatrale come attori, che prestano i loro corpi, le loro voci e le loro energie ad una storia da raccontare insieme. Lavorare con una sezione penale maschile sul femminismo e sul femminile e? stata una grande occasione di spostamento da se?, per rintracciare una forma di comprensione capace di abitare in profondita? chi la esplora e la interpreta; questo tipo di comprensione diventa esperienza e trova uno spazio emotivo a cui radicarsi”.
SHAB QIRMIZ – notte carminio
Un racconto che intreccia elementi narrativi de Le mille e una notte alle proteste delle donne e degli uomini iraniani in seguito alla morte di Mahsa Amini e al movimento chiamato Donna Vita Liberta?. Viene rappresentata la storia cornice de Le Mille e una notte i cui protagonisti sono il re Sharyar, che tutte le notti uccide una fanciulla per vendicarsi dell’infedelta? della moglie, e Sherazade, che usa il racconto per salvare se stessa e un’intera generazione di donne dall’ira del re, confidando nel potere dell’affabulazione e della parola e usandolo per contrapporsi alla violenza. Ci si avvicina alle energie femminili e a quelle maschili come a delle entita? archetipiche, energie che ci abitano tutti e che possono essere rintracciate in quel labirinto infinito di immagini e storie che abbiamo ascoltato, o che i nostri predecessori hanno ascoltato prima di noi, di cui siamo imperniati.
NOTE DI REGIA
Il titolo e? composto dalla parola persiana Shab che significa notte e da Qirmiz che e? la radice araba da cui deriva il nome carminio, ho voluto tracciare un legame tra la Persia antica, ambientazione di molte novelle presenti ne Le mille e una notte e l’attuale Iran, in cui donne e uomini dissidenti si scontrano ogni giorno con il regime tirannico. Il rosso carminio deriva da un pigmento naturale estratto soprattutto dalle cocciniglie femmine. La notte e? l’ora delle ombre, dell’immersione nelle storie: nell’oscurita? tutto cio? che non si vede si immagina. Il rosso rimanda al sangue, all’amore, al potere, anzi spesso l’amore si confonde con il potere e con la violenza. Perfino nei paesi democratici del nostro tempo. Shab Qirmiz e? un racconto sul racconto, sull’incredibile potere che la parola e l’immaginazione hanno contro la violenza. Le neuroscienze confermano che quando leggiamo o ascoltiamo una storia, si attivano le stesse aree del cervello che si attiverebbero se fossimo noi i protagonisti di quelle vicende: ben oltre il linguaggio e la comprensione razionale, ci emozioniamo entrando nella testa e nei sentimenti dei personaggi delle storie. Sherazade aveva intuito che il racconto poteva salvarla, che il re Sharyar si sarebbe dimenticato di se? per il tempo dell’ascolto, avrebbe provato sentimenti diversi dai suoi, anche se la sua rabbia e il suo desiderio di vendetta erano assoluti e fortissimi. Ascoltare storie e? un’attivita? che affina l’intelligenza emotiva e la capacita? di provare empatia.