
(AGENPARL) – mar 07 marzo 2023 Voto unanime dell’Aula sui due atti in discussione
(Acs) Perugia, 7 marzo 2023 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria, dopo
aver preso atto, con voto unanime, della “Relazione del Garante regionale
delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà
personale sull’attività svolta nel 2021 e sui risultati ottenuti”, ha
votato, sempre all’unanimità una Proposta di risoluzione predisposta
unitariamente dalla Terza commissione che, sostanzialmente, come ha rimarcato
la presidente Eleonora Pace, in fase di illustrazione dell’atto, tiene
conto delle indicazioni e proposte emerse in Commissione sia dalla relazione
del Garante, Giuseppe Caforio, che da audizioni specifiche con i Direttori
degli Istituti penitenziari dell’Umbria.
Prima di illustrare il dispositivo del documento, Pace ha sottolineato le
maggiori criticità emerse, “soprattutto – ha detto – con riferimento al
sottodimensionamento dell’organico che vede Perugia con 70 unità mancanti,
Terni 42, Orvieto 11, Spoleto 41. Tutto questo genera grandi difficoltà
nell’esecuzione dei compiti previsti da parte degli agenti. Permane anche
una forte difficoltà legata alla problematica linguistica visto l’elevato
numero di detenuti stranieri che si ripercuote in modo negativo sulla
conoscenza dei propri diritti e doveri, nonché sulla conservazione dei
rapporti familiari. Sono anche in aumenti i tassi di suicidio all’interno
delle carceri umbre, fenomeno probabilmente correlato all’elevato numero di
persone con problematiche psichiche non adeguatamente trattate sai servizi
sanitari. Permangono anche forti difficoltà di accesso ai medicinali
prescritti. Sono diminuite le presenze settimanali degli operatori e dei
medici dei servizi psichiatrici di diagnosi e cure delle Asl territoriali.
Inoltre le condizioni di salute e la tutela della popolazione penitenziaria
sono fortemente peggiorate. Sono poi in forte aumento gli episodi di violenza
e di aggressione ai danni del personale di polizia penitenziaria, nonché
atti di danneggiamento nei reparti delle strutture carcerarie. La Commissione
ha preso dunque atto dei contenuti dell’articolo 27 della Costituzione che
sancisce, tra l’altro, che le pene non possono consistere in trattamenti
contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del
condannato”.
Pace ha anche ricordato, tra l’altro, gli effetti restrittivi in
conseguenza della pandemia, ma anche che il tasso di detenzione in Umbria è
aumentato nel 2021 di 114 unità, passando da 1284 a 1398 detenuti a fronte
di una capienza regolamentare di 1335 posti disponibili.
Nella Proposta di risoluzione è stato recepito un emendamento proposto da
Manuela Puletti e poi sottoscritto da tutti consiglieri presenti in Aula che
elimina dal dispositivo un punto che prevedeva la trasformazione
dell’articolazione di osservazione specialistica di Spoleto in
articolazione permanente di degenza. “Questo – ha detto Puletti – non
migliorerebbe in alcun modo la difficile situazione dell’istituto
penitenziario spoletino, anzi aumenterebbe le difficoltà di gestione”.
Alla luce di ciò, il dispositivo dell’atto di indirizzo impegna la Giunta
regionale a: “sollecitare l’Amministrazione Centrale Penitenziaria
affinché provveda ad integrare le dotazioni organiche delle unità di
polizia penitenziaria, del personale amministrativo ed educativo, anche alla
luce del recente incremento dei fondi statali destinati al potenziamento del
personale; attivarsi presso il Governo affinché attui le direttive della
Convenzione di Strasburgo siglata nel 1983 che prevede il trasferimento senza
previo consenso dei detenuti affinché scontino la pena nel loro Paese di
origine; attivarsi altresì presso il Governo affinché sia previsto il
trasferimento immediato dei detenuti problematici; a sollecitare il Governo a
istituire nuovamente il provveditorato dell’amministrazione penitenziaria
dell’Umbria, autonomo da quello della Toscana; sollecitare il Governo
affinché valuti il riconoscimento dell’autonomia decisionale del
Comandante della Polizia Penitenziaria delle strutture carcerarie negli
interventi di tutela della sicurezza dei detenuti e degli agenti; sollecitare
il Governo affinché fornisca gli strumenti adeguati alla tutela degli agenti
e alla sicurezza dei detenuti.
Vine inoltre previsto che la Giunta si attivi per ripristinare la presenza
del personale infermieristico e dei medici di guardia previsto dalle
dotazioni organiche e dagli accordi con le ASL umbre, nonché la
collaborazione con i medici specialistici a cui è stato interrotto il
servizio; realizzare nel più breve tempo possibile una Residenza per
l’esecuzione delle misure di sicurezza nel territorio regionale (REMS),
integrata con l’offerta assistenziale dei Centri di Salute mentale
territoriali; definire un piano di prevenzione delle malattie infettive
trasmissibili che consenta all’Amministrazione penitenziaria di programmare
l’adeguamento degli spazi lavorativi e di convivenza; promuovere
l’offerta formativa e di sostegno all’inserimento lavorativo rivolti alle
persone detenute o che accedono a misure alternative alla detenzione;
potenziare nelle strutture carcerarie la fornitura dei libri di testo e degli
strumenti didattici, anche quelli informatici consentiti, d’intesa con
l’Agenzia per il diritto allo studio universitario dell’Umbria (ADiSU), a
beneficio dei detenuti e del personale della Polizia Penitenziaria; sostenere
percorsi e progetti di trattamento e reinserimento sociale orientati
all’espressività artistica e culturale, anche attraverso la promozione di
eventi dedicati; sollecitare l’Amministrazione Centrale Penitenziaria,
attraverso il Ministero della Giustizia, affinché vengano contenute le
carcerazioni negli istituti regionali, già di molto superiori alla reale
capienza; sollecitare l’Amministrazione Centrale Penitenziaria al fine di
procedere nel più breve tempo possibile agli adeguamenti infrastrutturali e
tecnologici delle strutture carcerarie”.
Prima del voto sull’atto sono intervenuti: Thomas De Luca (M5S) che, dopo
aver annunciato il suo voto favorevole, ha precisato che “un conto sono gli
impegni contenuti nel documento che chiedono l’interlocuzione con il
Governo, altra cosa è l’aspetto sanitario, in capo, per competenza, alla
Giunta regionale. Per quanto concerne l’organico basta leggere la relazione
del Garante per capire come le carenze strutturali, soprattutto in termini di
personale medico ed infermieristico. Rispetto a quello medico, in Commissione
ci eravamo lasciati con l’impegno di fare una comparazione tra le varie
realtà regionali e come anche a livello contrattuale venivano sviluppati
metodi di incentivo per chi opera nelle carceri. Auspico che la Giunta
regionale lavori in tal senso”.
Assessore Enrico Melasecche: “la materia è fondamentalmente di competenza
governativa. Il ruolo della Regione, che verrà svolto, è quello di
sollecitare il Governo affinché tutte le richieste inserite nella Proposta
di risoluzione vengano tenute in considerazione. Si sta aprendo un confronto
diretto con il Governo su queste tematiche e cercheremo di portare avanti al
meglio questo confronto in modo tale da poter conseguire i migliori risultati
possibili”.
Scheda relazione Garante regionale delle persone sottoposte a misure
restrittive o limitative della libertà personale, Giuseppe Caforio,
sull’attività svolta nel 2021 e sui risultati ottenuti (documento illustrato
all’Aula dalla presidente della Terza commissione, Eleonora Pace).
“Sul piano organizzativo l’Umbria è stata unificata alla Toscana per la
gestione carceraria. La Toscana ha 25 carceri, alcuni grandi e molti piccoli
e piccolissimi. In alcune grandi strutture sono in corso interventi di
ristrutturazione e questo ha comportato lo spostamento in Umbria di decine di
carcerati, per lo più con situazione complesse, per circa due anni, con
effetti non positivi. Quando, poche settimane fa, si è verificato
l’incendio al carcere di Terni, i 5 autori della sommossa provenivano dalla
Toscana proprio a seguito a questi trasferimenti. A questo si unisce la
carenza di personale e il problema sanitario. Abbiamo detenuti con patologie
gravissime che riscontrano carenza di cure per mancanza di medici e
infermieri. I detenuti con problematiche psicologiche e psichiatriche non
hanno strutture adeguate in cui essere collocate. L’attivazione di
strutture dedicate è molto urgente, perché la loro presenza aumenta la
tensione tra i detenuti, con conseguenze negative sulla polizia penitenziaria
e che sfocia in atti di violenza. Di cui si rendono protagonisti quasi sempre
detenuti con seri problemi di natura mentale. Altro fenomeno preoccupante
riguarda l’autolesionismo dei detenuti, il più delle volte legati a stati
mentali complessi. Essi si tagliano e si feriscono, arrivando anche al
suicidio. Si registra una forte carenza di psichiatri per i 1300 detenuti
umbri. Questo rende più difficile prevenire gesti estremi e la Polizia
penitenziaria deve svolgere una sorta di improprio ruolo di supplenza per
alleviare queste situazioni. Peraltro il fenomeno dei suicidi riguarda anche
i poliziotti, che non riescono a reggere ritmi e contesti di lavoro usuranti.
Sarebbe auspicabile un sostegno per la Polizia penitenziaria: le carceri sono
comunità complesse in cui il benessere dei vari soggetti è strettamente
legato. La certezza della pena deve essere garantita come anche la dignità
di chi è recluso e di chi ci lavora. Servirebbero maggiore risorse umane,
una riduzione del numero dei detenuti in alcune strutture, mentre
complessivamente le strutture carcerarie hanno un livello più che buono, con
strutture tecnologiche adeguate”. AS/MP
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/74781
Notiziario Regione Umbria News: http://goo.gl/xvFFdO