(AGENPARL) – lun 13 febbraio 2023 MEDIA RELEASE
Communications
Protezione delle minoranze nazionali: l’Italia dovrebbe prestare maggiore attenzione alle minoranze linguistiche numericamente inferiori e rafforzare la protezione di Rom e Sinti
L’Italia continua ad applicare le disposizioni della Convenzione a dodici “minoranze linguistiche storiche” riconosciute ufficialmente. Nella struttura decentrata della Repubblica italiana, i diritti delle minoranze sono protetti e attuati in modo molto asimmetrico nel territorio nazionale e non tutte le minoranze hanno goduto in egual misura dei diritti previsti dal trattato. La protezione dei diritti garantiti dalla Legge dello Stato n. 482/1999 sulla protezione delle minoranze linguistiche storiche è ulteriormente rafforzata in alcune regioni come la Valle d’Aosta, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige dagli statuti dell’autonomia e altre normative nazionali e regionali.
L’insegnamento nelle e delle lingue minoritarie rimane asimmetrico in tutto il paese con, da un lato, regolamentazioni rigorose e disposizioni specifiche nelle province e nelle regioni autonome e, dall’altro, il sostegno dell’istruzione nelle lingue minoritarie fornito a progetto. Data la territorialità della legislazione applicabile e quindi del finanziamento, le minoranze numericamente inferiori hanno grandi difficoltà ad accedere all’istruzione nella loro lingua, soprattutto in caso di chiusura delle scuole nella loro tradizionale area di stanziamento. Occorre compiere degli sforzi per assicurare accesso continuo, nelle aree rurali o di montagna, all’insegnamento nelle lingue minoritarie. Inoltre, la mancanza di insegnanti formati e certificati in o di lingue minoritarie ha un impatto negativo sulla disponibilità dell’istruzione nelle lingue minoritarie. È necessario fornire ulteriore sostegno alle università o ai centri di lingua che offrono corsi di formazione per insegnanti e certificazione nelle lingue minoritarie e occorre fornire degli incentivi per il reclutamento di insegnanti di lingue minoritarie. La “Rete di scuole con lingua di minoranza” appena istituita è uno sviluppo accolto con favore per consentire lo scambio di buone pratiche, formazione per gli insegnanti e materiale didattico nelle lingue minoritarie, che merita ulteriore sostegno.
Il Comitato esorta le autorità a migliorare l’efficienza del meccanismo per il sostegno delle lingue e delle culture minoritarie attraverso, inter alia, l’adattamento della legislazione alle priorità delle minoranze linguistiche, comprese quelle numericamente inferiori, e la semplificazione delle procedure di concessione per accedere ai finanziamenti, rendendoli più sostenibili.
È stato offerto ulteriore sostegno finanziario a vari livelli per preservare e sviluppare le culture e le lingue minoritarie. Tuttavia, la legislazione non soddisfa tutte le aspettative e il suo pieno potenziale a causa dei relativi oneri amministrativi. Le sovvenzioni annuali vengono talvolta distribuite in ritardo, il che rende praticamente impossibile per le organizzazioni minoritarie pianificare e attuare le attività concordate. Sono state osservate delle lacune nel finanziamento di servizi di assistenza linguistica, nonché pratiche non coerenti relative all’utilizzo del budget destinato alle minoranze linguistiche. Il processo di ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie non è stato ancora completato.
Il rapporto sottolinea inoltre la necessità di estendere l’accesso per le persone appartenenti a minoranze linguistiche ai programmi radiotelevisivi (compresi quelli nuovi) nella rispettiva lingua minoritaria e assicurare che le soluzioni digitali, come anche i futuri Contratti di servizio RAI (Radiotelevisione italiana), siano sviluppate in stretta consultazione con i rappresentanti delle minoranze. L’Italia dovrebbe inoltre assicurare l’effettiva rappresentazione delle persone appartenenti a minoranze linguistiche in qualsiasi meccanismo di monitoraggio dei media, tra cui il “Comitato direttivo e di monitoraggio”.
Infine, nella società italiana prevale un generale clima di apertura e rispetto reciproco nei confronti delle persone appartenenti a minoranze linguistiche riconosciute e presenti da molto tempo. Ciononostante, si potrebbero ottenere risultati migliori per aumentare la conoscenza tra la popolazione generale e gli studenti sulle rispettive cultura, lingua, storia e altre caratteristiche delle minoranze linguistiche, come anche delle comunità rom e sinti e dei gruppi religiosi.
Negli ultimi anni, è stata osservata una maggiore attenzione a combattere l’odio antisemita e antimusulmano nella società, anche a livello parlamentare. Vi è tuttavia la necessità di aumentare la consapevolezza e la fiducia nelle istituzioni che si occupano di illeciti a sfondo razziale in modo da affrontare la mancata segnalazione di reati di odio e discorso dell’odio fra questi gruppi. Inoltre, il livello di antiziganismo nella società persiste a tutti i livelli e non viene affrontato in modo sufficiente. In Italia, il ritratto negativo di Rom e Sinti rimane diffuso nella percezione generale, anche sui social media.
Il quinto parere del Comitato consultivo sulla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali si basa su informazioni fornite da fonti governative e non governative, comprese quelle ottenute durante la visita condotta dal Comitato in Italia a novembre 2022.
[La Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali e l’Italia](https://www.coe.int/en/web/minorities/italy)
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La Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali è il più completo trattato in Europa che protegge i diritti delle persone appartenenti a minoranze nazionali. È il primo strumento multilaterale giuridicamente vincolante dedicato alla protezione delle minoranze nazionali in tutto il mondo e la sua attuazione è monitorata da un Comitato consultivo composto da esperti indipendenti. Il trattato è entrato in vigore il 1° febbraio 1998 ed è attualmente in vigore in 39 Stati.
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