(AGENPARL) – lun 30 gennaio 2023 Da Istat: Stima preliminare dei conti economici dell’agricoltura. Anno 2022
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STIMA PRELIMINARE DEI CONTI ECONOMICI DELL’AGRICOLTURA | ANNO 2022Inflazione e siccità penalizzano l’agricolturaNel 2022 la produzione dell’agricoltura si riduce dello 0,7% in volume. Scendono anche il valore aggiunto ai prezzi base (-1% in volume) e le unità di lavoro (-1,4%). Superati gli effetti della crisi pandemica, c’è il pieno recupero delle attività secondarie e dei servizi ma la ripresa è frenata dal sostenuto rialzo dei prezzi degli input e dalla siccità.Notevole l’incremento dei prezzi dei prodotti venduti (+19,1%) e ancora più rilevante quello dei prezzi dei prodotti impiegati (+23,6%).Si riduce la produzione di olio (-17%) e cereali (-10,4%) mentre l’annata è favorevole per frutta (+6,8%) e florovivaismo (+1,1%); stabile il settore zootecnico. Nell’Ue27, la Francia consolida il primato per produzione e valore aggiunto agricolo.38,4miliardiIl valore aggiunto in euro dell’agricoltura in ItaliaSecondo posto nella Ue27 dopo la Francia (43,5 miliardi di euro) e prima di Germania (30,9 miliardi) e Spagna (28,5 miliardi)221,2miliardiIl valore aggiunto in euro dell’agricoltura per tutta l’Ue27+13,7%La variazione dell’indicatore di reddito agricolo per l’ItaliaValore in linea con la media Ue27 (+13,1%)Annata agricola pregiudicata da rialzo dei prezzi e perdurare della siccità L’Istat diffonde la stima preliminare dell’andamento economico del settore agricolo per l’anno appena trascorso. I dati esposti in questo report si riferiscono ai Conti economici dell’agricoltura (CEA), che differiscono per alcuni aspetti dal quadro centrale dei Conti Nazionali. Per ulteriori dettagli si rimanda alla “Nota metodologica”. Nel 2022 gli effetti della crisi pandemica che avevano segnato il biennio precedente sono stati riassorbiti, in particolar modo per le attività secondarie e dei servizi che hanno recuperato il trend positivo bruscamente interrotto. La forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricolei e dei prodotti energetici, che ha caratterizzato l’ultima parte del 2021 e che si è amplificata nel corso del 2022 anche per l’effetto dirompente del conflitto russo-ucraino, ha tuttavia innescato un consistente rialzo dei prezzi con ricadute particolarmente pesanti sui costi di produzione. Inoltre, il fattore climatico ha segnato l’andamento del settore soprattutto per la siccità, fenomeno che ha contraddistinto l’intera annata influendo su volumi e qualità di molte colture. I prezzi dei prodotti venduti sono cresciuti in modo consistente (+19,1%) ma ancora più forte è stato il rialzo dei prezzi dei beni acquistati (+23,6%). Se, quindi, da un lato il valore corrente della produzione totale dell’agricoltura è aumentato del 18,2% (72,4 miliardi di euro contro 61,2 del 2021) dall’altro i consumi intermedi hanno subito un incremento del 23,1%; il valore aggiunto a prezzi correnti è aumentato del 14,2%.Al netto della variazione dei prezzi, nel 2022 la produzione dell’agricoltura si è ridotta dello 0,7% in volume e il valore aggiunto dell’1%. La diminuzione complessiva delle unità di lavoro è stimata all’1,4%, a sintesi di una netta flessione dei lavoratori indipendenti (-2,3%) e di un lieve incremento di quelli dipendenti (+0,3%).I contributi alla produzione ricevuti dal settore sono aumentati del 2%. Il reddito dei fattori è cresciuto del 15,6% in valore e, conseguentemente, l’indicatore di reddito agricolo ha evidenziato un aumento del 13,7%.Coltivazioni: raccolti in calo, prezzi in salitaIl 2022 non è stato un anno favorevole per le coltivazioni (-2,2% in volume). Gli eventi climatici hanno condizionato le produzioni, con basse temperature primaverili, eccezionali ondate di calore nel periodo estivo e pressoché totale assenza di precipitazioni e un clima caldo e asciutto che si è protratto per gran parte dell’anno in molte aree del Paese. AGRICOLTURA: I NUMERI CHIAVE. Anno 2022 a) milioni di euro correnti, valori percentualiAGGREGATIMilioni di euro correnti Anno 2022Variazioni di volume 2022/2021 %Variazioni di prezzo 2022/2021 %Variazioni di valore 2022/2021%Produzione vegetale 39.504,8-2,2+17,8+15,2Produzione zootecnica20.252,2-0,3+24,2+23,8Produzione agricola di beni59.757,0-1,6+19,9+18,0Produzione agricola di servizi5.520,0+0,5+5,0+5,5Produzione agricola65.277,0-1,4+18,5+16,8Attività secondarie (b)7.076,9+6,0+25,4+32,9Produzione totale della branca Agricoltura72.353,9-0,7+19,1+18,2Consumi intermedi33.993,1-0,4+23,6+23,1Valore aggiunto lordo ai prezzi base38.360,8-1,0+15,4+14,2Valore aggiunto netto ai prezzi base27.588,9-1,5+20,0+18,2Reddito dei fattori31.971,7+15,6Manodopera agricola totale (in migliaia di Ula)1.026,3-1,4Indicatore di reddito agricolo+13,7a) Le stime presentate in questo prospetto sono preliminari e pertanto passibili di revisione con i prossimi rilasci.b) Si tratta di attività secondarie non agricole effettuate nell’ambito del settore agricolo (principalmente: agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, produzione di energia rinnovabile), al netto delle attività secondarie agricole effettuate da settori non agricoli (essenzialmente connesse a coltivazioni e ad allevamenti ed esercitate, ad esempio, da imprese commerciali).Sensibili decrementi si registrano non solo per olio d’oliva (-17% in volume) e cereali (-10,4%) ma anche per piante foraggere (-5,5%), piante industriali (-4,5%), patate (-1,9%) e ortaggi freschi (-1,8%). L’annata si è rivelata invece propizia per colture frutticole (+6,8% in volume) e florovivaismo (+1,1%), mentre il vino ha mantenuto gli stessi livelli quantitativi del 2021 (+0,1%).Notevole l’incremento dei prezzi dei prodotti delle coltivazioni, cresciuti mediamente del 17,8%, con punte del 40,3% per i foraggi, 39,9% per i cereali, 21,2% per gli ortaggi freschi, 14,7% per gli agrumi, 13,5% per le piante industriali, 10,1% per il vino e 6,6% per la frutta fresca.Comparto zootecnico: produzione stabile, prezzi in forte aumentoSecondo le prime stime, nel 2022 il settore zootecnico ha mantenuto volumi produttivi sostanzialmente stabili rispetto al 2021 (-0,3%), a sintesi di una crescita che ha riguardato principalmente gli ovi caprini (+5,2%), bovini (+2,5%) e il latte (+0,1%) e di un calo per le carni suine (-2,8%) e il pollame (-1,5%). Il prezzo medio dei prodotti zootecnici è in forte aumento (+24,2%), spinto soprattutto dal rincaro di pollame (+33,4%), latte (+26,6%), carni bovine (+19,5%), suine (+18,4%) e ovi caprine (+10,6%).Attività secondarie e dei servizi agricoli di nuovo in crescitaLa produzione delle attività secondarie non agricole nel 2022 ha segnato un incremento in volume del 6%. Le stime indicano un’espansione soprattutto per le attività legate all’agriturismo e la piena ripresa di questo settore dopo le forti cadute causate dalla crisi pandemica. In positivo pure le attività dei servizi agricoli (incremento in volume dello 0,5%). Anche per questi ambiti produttivi si è avuto un rialzo dei prezzi, consistente per le attività secondarie (+25,4%) e più contenuto per quelle dei servizi (+5%). Consumi intermedi: la crescita dei prezzi pesa sui costi di produzioneNel 2022, a fronte di un calo delle quantità dei prodotti acquistati (-0,4%), l’ammontare dei consumi intermedi, ovvero i costi sostenuti dagli agricoltori, è stimato in sensibile aumento (+23,1%). La progressione dei costi è imputabile essenzialmente ai prezzi dei principali prodotti impiegati (+23,6%); sono cresciuti sensibilmente soprattutto i prezzi di fertilizzanti (+63,4%), prodotti energetici (+49,7%) e alimenti per animali (+25,1%). L’incremento, iniziato alla fine del 2021, si è ampliato e consolidato nel corso del 2022 in buona parte per le conseguenze del conflitto in atto in Ucraina che ha prodotto una forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici. L’andamento congiunto dei prezzi dei prodotti venduti (output) e di quelli acquistati (input) delinea nel 2022 un ulteriore peggioramento della ragione di scambio per il settore agricolo.FIGURA 1. PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO DELL’AGRICOLTURA UE27, GRADUATORIA DEI PRINCIPALI STATI MEMBRI. Anno 2022, valori correnti in milioni di euroFrancia prima in Europa per produzione e valore aggiunto agricoloNel 2022 il comparto agricolo ha registrato un decremento del volume della produzione del 3% per l’insieme dei paesi dell’Ue27. Limitando l’analisi ai principali Paesi, il calo più vistoso ha riguardato Ungheria, Romania e Spagna mentre si è avuta una lieve crescita in Grecia, Danimarca e Francia. La graduatoria del valore della produzione a prezzi correnti vede la Francia mantenere nel 2022 la prima posizione (96,6 miliardi di euro, +17,2% rispetto al 2021), seguita da Germania (74,4 miliardi di euro, +25,7%), Italia (72,4 miliardi di euro, +18,2%) e Spagna (63,8 miliardi di euro, +11,7%). Anche in termini di valore aggiunto la Francia conferma nel 2022 la propria leadership europea (43,5 miliardi di euro, +23,5% rispetto al 2021) seguita dell’Italia (38,4 miliardi di euro, +14,2%), che aveva mantenuto il primato ininterrottamente dal 2013 al 2020, mentre la Germania (30,9 miliardi di euro, +57,9%) supera la Spagna (28,5 miliardi di euro, -4,8%). I prezzi alla produzione (misurati in termini di prezzo base) sono risultati in forte accelerazione nel 2022 per il complesso Ue27 (+23%), con valori al rialzo di almeno 10 punti percentuali in tutti gli Stati membri; gli incrementi più rilevanti hanno interessato Ungheria, Polonia, Romania, Germania e Spagna.Le stime mostrano un aumento dei consumi intermedi del 21,5% per il complesso dell’Ue27 nel 2022. Polonia (+43,6%), Spagna (+29,9%), Paesi Bassi (+24,2%) e Italia (+23,1%) sono i Paesi in cui si rilevano incrementi del valore dei consumi intermedi più elevati (e al di sopra della media europea) mentre Germania (+9,8%) e Francia (+12,4%) quelli dove risultano più ridotti. I prezzi dei beni e servizi impiegati sono cresciuti mediamente del 25,4% per l’Ue27, con Polonia (+44,8%), Spagna (+31,2%) e Romania (+30,8%) tra i Paesi con i maggiori incrementi e Germania (+14%) e Francia (+18,1%) tra i paesi con variazioni più contenute; l’Italia (+23,6%) si attesta al di sotto della media europea. Crescente risulta l’impatto dei consumi intermedi sul valore della produzione: essi incidono mediamente per il 58,8% nell’Ue27 (57,7% nel 2021), con percentuali maggiori in Danimarca (70,9%), Ungheria (70,1%), Paesi Bassi (67,3%) e Germania (58,4%) e inferiori in Spagna (55,3%), Francia (54,9%) e Italia (47%). L’andamento dell’indicatore A di reddito agricolo, che misura la produttività del lavoro in agricoltura, nel 2022 risulta in aumento per quasi tutti i principali Paesi, in particolare per Germania (+66,8%), Danimarca (+29,8%) e Francia (+24,5%) mentre mostra valori negativi per Romania (-21,2%), Ungheria (-4,9%) e Spagna (-4,5%). Il valore dell’Italia (+13,7%) è in linea con la media Ue27 (+13,1%).FIGURA 2. INDICATORE A DI REDDITO AGRICOLO PER UE27 E PRINCIPALI PAESI EUROPEI. Anno 2022, variazioni annue percentualiGlossarioDeflatore: è il rapporto tra un aggregato espresso in termini nominali e lo stesso espresso in termini reali. Indica quanta parte della crescita dell’aggregato, espresso in termini nominali, sia da attribuire a variazioni di prezzo.Indicatore di reddito agricolo: il cosiddetto indicatore A è definito da Eurostat come il valore aggiunto al costo di fattori in termini reali dell’agricoltura per unità di lavoro. Il deflatore utilizzato è quello del Pil. Prezzo base: misura l’ammontare effettivo ricevuto dal produttore. Include i contributi sui prodotti ed esclude le imposte sui prodotti e ogni margine commerciale e di trasporto fatturato separatamente dal produttore. Ragione di scambio: in questo contesto, la ragione di scambio dell’agricoltura è misurata dal rapporto fra l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli (output) e quello dei prezzi dei consumi intermedi (input) per i produttori interni.Reddito da lavoro dipendente: è il costo sostenuto dai datori di lavoro a titolo di remunerazione dell’attività prestata dai lavoratori alle proprie dipendenze. Il complesso dei redditi da lavoro dipendente comprende sia le retribuzioni lorde sia i contributi sociali, effettivi e/o figurativi.Retribuzioni lorde: comprendono i salari, gli stipendi e le competenze accessorie, in denaro e in natura, al lordo delle trattenute erariali e previdenziali, corrisposti ai lavoratori dipendenti direttamente e con carattere di periodicità, secondo quanto stabilito dai contratti, dagli accordi aziendali e dalle norme di legge in vigore.Unità di lavoro (Ula): rappresentano una misura dell’occupazione con la quale le posizioni lavorative a tempo parziale (contratti di lavoro part-time e seconde attività) sono riportate in unità di lavoro a tempo pieno. Le unità di lavoro sono calcolate al netto della cassa integrazione guadagni.Valore aggiunto ai prezzi base: è la differenza tra il valore della produzione di beni e servizi e il valore dei costi intermedi sostenuti a fronte di tale produzione. La produzione è valutata ai prezzi base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti e i costi intermedi ai prezzi di acquisto. Corrisponde alla somma delle retribuzioni dei fattori produttivi e degli ammortamenti.Nota metodologicaLa stima preliminare sull’andamento dell’economia agricola dell’anno in corso viene prodotta entro il mese di Novembre da tutti gli Stati membri dell’UE in base al Regolamento (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio n.138/2004. Le stime vengono, poi, aggiornate nei mesi successivi secondo quanto previsto dalla legislazione comunitaria.I Conti economici dell’agricolturaI Conti economici dell’agricoltura (CEA) forniscono un quadro generale dell’attività del settore. Dai conti agricoli derivano gli andamenti economici per prodotto, le variazioni dei prezzi di base e dei volumi produttivi per gruppi di prodotto e per comparto produttivo. I dati sono elaborati secondo le metodologie stabilite dal Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (Sec 2010) e riguardano aggregati economici quali produzione, consumi intermedi, valore aggiunto e redditi agricoli. I dati presentano un elevato livello di dettaglio sia territoriale che di prodotto.Le elaborazioni vengono effettuate dall’Istat e la metodologia utilizzata segue le linee guida raccomandate dall’Eurostatii.I CEA presentano alcune differenze rispetto al quadro centrale dei Conti Nazionali: da un lato, infatti, non includono le attività degli orti familiari e dei piccoli allevamenti e alcune attività dei servizi; dall’altro prevedono l’inclusione tra le attività agricole anche della produzione di vino e olio trasformata dalle cooperative. Per queste ragioni i dati presentati in questo report differiscono per alcuni aspetti dal quadro centrale dei Conti Nazionali. Il valore della produzione agricolaPer la definizione del valore della produzione viene utilizzato Il metodo “quantità per prezzo” che consiste nel moltiplicare le quantità dei prodotti per il loro prezzo medio unitario annuo. Questo metodo garantisce l’esaustività delle stime in quanto vengono considerati oltre 170 tra prodotti e attività che coprono l’intera produzione del settore agricolo. Le procedure di calcolo sono estremamente dettagliate e riguardano ogni tipologia di prodotto a livello di 4 cifre della Nace Rev.2. Le quantità vengono rilevate a partire dall’indagine “Stima delle superfici e produzione delle coltivazioni agrarie”: l’indagine prevede il dettaglio a livello provinciale e rileva le superfici investite, le rese medie per ettaro, la produzione totale e la produzione raccolta e risponde al Regolamento Europeo 543/2009. I prezzi vengono rilevati attraverso un’indagine specifica denominata ”Rilevazione mensile dei prezzi alla produzione dei prodotti venduti dagli agricoltori” con dettaglio per singola provincia; l’indagine tiene conto della stagionalità delle produzioni ed esclude i prodotti importati. I prezzi medi rilevati (al produttore) vengono poi incrementati dagli eventuali contributi e depurati dalle imposte sui prodotti ottenendo così i prezzi base. Utilizzando i prezzi base il metodo “quantità per prezzo” permette di ottenere, per ciascun prodotto, il valore della produzione. Analoga considerazione riguarda le stime degli altri aggregati della produzione come le attività secondarie e le attività di supporto. Per esempio nelle stime dell’agriturismo si tiene conto delle indagini su presenza e flussi nelle aziende agrituristiche e sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; tali stime vengono poi confrontate con le valutazioni delle organizzazioni di settore e con le dichiarazioni IVA del settore agricolo.I consumi intermedi dell’agricoltura La stima dei consumi intermedi del settore viene elaborata attraverso una metodologia riconducibile all’approccio “quantità per prezzo”. Oltre ai componenti consolidati dei costi (ad esempio mezzi tecnici quali mangimi, concimi, sementi e fitosanitari), sono state inserite nuove tipologie di costi delle aziende agricole quali i costi assicurativi per le strutture e la zootecnia, le spese legate all’imbottigliamento, la commercializzazione del vino prodotto in azienda, le spese per imballaggi legate alla prima lavorazione dei prodotti e la preparazione per i mercati, le spese di manutenzione ordinaria per gli impianti fotovoltaici e per gli impianti di biogas, le spese per la manutenzione di parchi e giardini, le altre spese minori legate all’agriturismo e alle attività ad esso collegate e infine le spese legate alle altre attività di supporto. Le fonti utilizzate spaziano da indagini specifiche sui mezzi tecnici, all’indagine mensile sui prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori.Diffusione: link utiliNotizie e approfondimenti su “Le Novità nei conti agricoli – La revisione dei conti nazionali e regionali dell’agricoltura e le modifiche apportate con l’introduzione del Sec 2010” sono disponibili alla pagina http://www.istat.it/it/archivio/162712.Le informazioni sui conti nazionali (annuali e trimestrali) e sui conti istituzionali, territoriali e ambientali sono disponibili alla pagina http://www.istat.it/it/conti-nazionali. Dati dettagliati a livello europeo sono disponibili su http://ec.europa.eu/eurostat/data/database al tema “Agriculture, forestry and fisheries”/“Agriculture”/“Economic Accounts for Agriculture”. NOTE_________________________i Per materie prime, o commodity, si intendono quei beni standardizzati facilmente stoccabili e conservabili nel tempo, adatti ad un’ampia e facile commercializzazione. Le principali materie prime agricole (dette anche soft commodities) a livello mondiale sono le colture cerealicole, da olio e da proteine, alcune colture da radice, da tubero e da fibra, le principali colture coloniali quali il the, il caffè e il cacao. Tra le prime 20 commodities (in termini di quantitativi prodotti) ve ne sono quattro di origine animale (latte e carni) e tra quelle vegetali primeggiano i cereali (mais, riso e frumento).ii Il Regolamento (Ce) N. 138/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 dicembre 2003 relativo ai Conti economici dell’agricoltura nell’Ue (GU L33, 05.02.2004) stabilisce la base giuridica per definire una metodologia armonizzata per la compilazione dei Conti economici dell’agricoltura. Il Regolamento è stato modificato dai successivi Regolamenti 306/2005, 909/2006 e 212/2008. Il documento metodologico di riferimento è il “Manuale dei conti economici dell’agricoltura e della silvicoltura CEA/CES97”.Per chiarimenti tecnici e metodologiciRoberto Mororomoro@istat.itPaolo Panfilipanfili@istat.it