
(AGENPARL) – mar 03 gennaio 2023 Nota di Tommaso Bori (Pd) sulla riforma del regionalismo
(Acs) Perugia, 3 gennaio 2023 – “Con l’avvio nel nuovo anno, la
cosiddetta riforma Calderoli riguardante il regionalismo differenziato, o per
meglio dire, ‘regionalismo sovranista’, sarà al centro dell’azione del
Governo Meloni. Il programma annunciato dal Ministro leghista prevede,
entro il 6 gennaio l’esame del Consiglio dei ministri, poi della Conferenza
unificata per il relativo parere prima dell’approvazione definitiva in Cdm,
e quindi il voto delle Camere. Un iter irrituale che non contempla alcun
passaggio preliminare al Senato per spiegarne i passaggi e gli obiettivi”.
Lo evidenzia il consigliere regionale del Partito democratico Tommaso Bori.
“L’obiettivo – spiega Bori – è quello di modificare in fretta e furia
l’assetto organizzativo e funzionale delle Regioni relativamente ai settori
della scuola, dei beni culturali, delle infrastrutture, dei trasporti e della
sanità. In particolare, rispetto al comparto sanitario, la riforma rischia
di avere conseguenze deleterie specie per le regioni più povere e più
piccole come l’Umbria. Tutto ruoterà intorno a due principi: costi
standard e superamento dei Lea (livelli essenziali di assistenza), con
conseguente introduzione dei Lep (livelli delle prestazioni). Nonostante il
principio dei costi standard sia stato ampiamente superato dopo il tentativo
fallimentare compiuto nel 2013, la bozza Calderoli lo ripropone come base di
finanziamento della futura sanità. Riguardo ai Lep, invece, l’intenzione
è quella di ridurre il concetto di tutela facendo coincidere il bisogno di
cura solo con la relativa prestazione tecnica, ovvero il minimo sindacale.
Ciò significa che ci saranno regioni in cui verranno garantiti livelli base
e altre, che, grazie a maggiori disponibilità economiche, potranno andare
ben oltre i Lep. A parità di patologia, infatti, avremo regioni che si
potranno permettere di dare cure e assistenza adeguate, potendosi permettere
di pagare la differenza tra il costo standard della prestazione minima e il
costo totale di una cura appropriata, e altre no. Tutto ciò, oltre che
essere immorale, comporterà una sperequazione e una palese discriminazione
dei cittadini su una base territoriale. Regioni come l’Umbria, ad esempio,
in alcuni casi dovranno decidere se interrompere le cure in corso o mettere a
carico dei malati i costi eccedenti. L’altra opzione sarebbe quella
di autorizzare le singole aziende sanitarie a coprire gli stessi costi
eccedenti mettendoli in bilancio, ma, data l’entità del buco di bilancio
che la destra ha provocato in Umbria, ciò non sarà possibile”.
“Con la riforma Calderoli e i tagli previsti in finanziaria dal Governo
Meloni – prosegue Tommaso Bori – il sistema sanitario pubblico è destinato a
perdere ulteriore terreno. Ma se il sistema pubblico arretra quello privato
avanza. L’ultimo monitoraggio della spesa sanitaria condotto dal Mef indica
chiaramente che dai 34,8 miliardi del 2019 la spesa sostenuta di tasca
propria degli assistiti è salita a 37 miliardi. Nonostante ciò il Governo
Meloni decide di tagliare sulla Sanità. A poco serviranno infatti i 2,15
miliardi del fondo sanitario portati a casa dal ministro della salute Orazio
Schillaci, visto che ben 1,4 miliardi di essi sono già stati assorbiti dal
caro bollette, e ci sono 3,8 miliardi di deficit per costi non coperti dalle
regioni per il covid. Quello che è successo anche da noi e che costerà ai
cittadini umbri sia in termini di riduzione dei servizi che di tagli alla
spesa, a partire da quella che servirebbe per ripopolare corsie e ambulatori
di medici e infermieri. Invece di un’autonomia che libera
potenzialità, riduce la burocrazia e semplifica la vita di cittadini e
imprese, nel rispetto della Costituzione, la riforma Calderoli sembra voler
andare spedita verso un modello che spacca il Paese, tocca la spesa e
penalizza le regioni del Sud e quelle più piccole, mettendo a rischio la
tenuta sociale e la coesione territoriale”.
“Alla luce di ciò – conclude il consigliere di opposizione – invito la
presidente della Regione, Donatella Tesei, a battersi da subito con
determinazione, in tutte le sedi opportune, per difendere l’Umbria da
questo sfacelo, trovando il coraggio di andare oltre i diktat del suo stesso
partito. Questa riforma infatti va profondamente cambiata prima che venga
definitivamente azzerata la nostra capacità di dare risposte adeguate a
difendere e tutelare la salute dei nostri cittadini. Per una volta metta al
primo posto gli interessi degli umbri invece che quelli della destra e della
sua maggioranza”. RED/mp
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/74356
Notiziario Regione Umbria News: http://goo.gl/xvFFdO