
[lid] – “Per la nascita di un coordinamento territoriale per l’Economia Circolare,
un nuovo e avanzato
piano dei rifiuti, contro la scelta sbagliata dell’inceneritore previsto a
Santa Palomba.”
L’avvio dell’iter per la realizzazione del nuovo inceneritore da 600mila
tonnellate l’anno, da realizzarsi a
Santa Palomba, rende necessaria la costruzione di un coordinamento
territoriale a sostegno dell’Economia
Circolare e di una equilibrata e sostenibile transizione ecologica
accompagnata dalle conquiste tecnologiche
e digitali che operino guidate da intelligenze collettive in un’etica
dell’ecologia. Un coordinamento che
punti alla proposta alternativa di un Piano Rifiuti incentrato sulla
riduzione, sulla sostenibilità,
sull’impiantistica non inquinante, sul riciclo e sul riuso dei rifiuti.
Un coordinamento aperto ai cittadini di Roma e dei comuni della provincia,
agli amministratori, ai comitati,
alle associazioni, alle forze sociali e politiche che intendono, tramite
una proposta alternativa convincere le
istituzioni a rinunciare alla scelta sbagliata del mega impianto.
– Investire sulla raccolta domiciliare e su nuove isole ecologiche per
arrivare ad una riduzione totale
dei rifiuti del 12% – obiettivo in linea con i dati di tutte le grandi
città dove tali scelte sono già
avvenute negli anni passati ;
– Raggiungimento dell’obiettivo del 72% di raccolta differenziata;
– Realizzazione di nuovi impianti di trattamento dell’organico per almeno
600.000 tonnellate/anno;
– Creazione di 5 nuove filiere impiantistiche di riciclo: Tessile, RAEE,
Prodotti Assorbenti per la
Persona e separazione delle Terre di Spazzamento ai quali aggiungere un
corretto conferimento dei
rifiuti provenienti dall’Edilizia, ad oggi smaltiti pesantemente
nell’indifferenziato;
– Creazione di una nuova e tecnologicamente consolidata impiantistica del
riciclo chimico delle
plastiche miste.
Occorrono investimenti necessari per ottimizzare il servizio,
razionalizzare i tempi, ammodernare le diverse
fasi della raccolta e adeguare il servizio alla singole realtà urbane.
E’ fondamentale un oculato piano di riorganizzazione, formazione,
aggiornamento del personale
dell’Azienda Municipale Ambiente al fine di cambiare passo ed implementare
in modo deciso la raccolta
differenziata, aumentare raccolta e spazzamento, migliorare il decoro
urbano di Roma.
I comuni della provincia che con governano il ciclo dei rifiuti puntando
sulla raccolta differenziata hanno
bisogno di strutture all’avanguardia imprescindibili per l’ottimizzazione
del riciclo.
Nel Lazio i dati relativi al 2021 (primo anno del post-pandemia) confermano
un evidente miglioramento
nella gestione virtuosa dei rifiuti. La produzione regionale totale di
rifiuti per il 2021 è stata di 2.865.564 t,
in aumento di circa 50 mila tonnellate rispetto al dato 2020 (anno
caratterizzato dalla pandemia). La
raccolta differenziata cresce di 0,9 punti e raggiunge il 53,32% (dal
52,46% dell’anno precedente), ma se si
togliesse il pessimo dato di Roma, immobile al 44,9%, il resto del Lazio
avrebbe in effetti il 63,8% che
metterebbe la Regione in linea con le medie complessive nazionali. Questo
proprio grazie a molti degli
amministratori locali dei comuni piccoli e meno piccoli del Lazio, delle
aziende e della Regione, con bandi e
risorse dedicate e un importante piano di gestione forte dell’avvenuta
approvazione in Consiglio regionale
del Piano dei Rifiuti e delle sue successive modifiche che non prevedono
impianti per l’incenerimento dei
rifiuti. La Capitale però pesa come un macigno e fa sprofondare la
percentuale di dieci punti grazie al suo
totale e ormai cronico immobilismo. A Roma manca infatti l’estensione del
Porta a Porta, è inesistente
l’aumento dei centri di recupero, così come l’attuazione della tariffa
puntuale e l’avvio di grandi impianti
industriali per l’Economia Circolare.
Nel dettaglio nel Lazio sono 203 i Comuni con più del 65% di Raccolta
differenziata (dati 2021). Nella
Provincia sud di Roma, ai Castelli romani e verso il litorale laziale,
l’area dove inciderebbe pesantemente il
mega inceneritore, le percentuali di raccolta differenziata sono nella
stragrande maggioranza dei casi ai
livelli delle migliori città del Nord Italia e comunque ben al di sopra del
65%, obiettivo di Legge da
raggiungere entro il 2012 (decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n° 22).
Ecco alcuni esempi (dati 2021):
Albano Laziale 78,7%; Velletri 78%; Lanuvio 76,5%; Lariano 76,1%; Ariccia
75,4%; Castel Gandolfo 73,8%;
Rocca di Papa 72,6%; Ciampino 70,7%; Nemi 70,6%; Genzano 70,5%; Colonna
70,2%; Grottaferrata 69,6%;
Pomezia 69,6%; Marino 67,9%.
Occorre coinvolgere nelle scelte i cittadini di Roma e Provincia, dialogare
con le forze sociali, ascoltare le
proposte dell’associazionismo ambientale, concertare un nuovo piano con
movimenti e comitati.
La costruzione di un nuovo mega inceneritore cancella ogni possibilità di
interlocuzione, apre alla rinuncia
di un ciclo virtuoso e compatibile con una transizione ecologica dettata
dall’Europa e soprattutto richiesta
dalle giovani generazioni e dai movimenti con cui i nostri giovani si
stanno mobilitando.
E’ necessario quindi dare vita ad un coordinamento in grado di
rappresentare le istanze del territorio,
capace di elaborare una proposta alternativa sostenuta da una grande
mobilitazione popolare, pacifica e
responsabile.
Aderiscono e sottoscrivono:
Claudia Bella, segr. Generale CGIL Roma sud Pomezia Castelli,
Giovanni Scafuro, #NUrbs New Urban Sostenibility
Mirko Laurenti attivista ambientalista,
Marco Miccoli PD,
Milvia Monachesi, già sindaco di Castel gandolfo
Massimiliano Chiodi, Articolo Uno,
Roberto Peduzzi, consigliere comunale Albano
Paolo Gasperini, civismo democratico
Gabriella Sergi, assessora ambiente comune di Albano
Agostino Cesaroni, PD
Giulia Rodano, già consigliera regionale,
Massimiliano Michetti Area politica verso il partito del lavoro,
Giulia Agostinelli, consigliera comunale Nemi, Marco Alteri consigliere
comunale Albano.