(AGENPARL) – gio 10 novembre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: ponte Lueg, povertà in età anziana](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt671088)
Consiglio -Mozioni di Perspektiven Für Südtirol e Freiheitlichen.
Con la [mozione n. 634/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667236&blank=Y) Gravi problemi di traffico sulla A22 per ristrutturazione del ponte Lueg nel Tirolo del nord – urgono borsa transiti alpini sulla A22 e divieto di uscita sulla SS12!, presentata oggi in Consiglio provinciale, Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol), evidenziando che il ponte Lueg sulla A13, l’autostrada del Brennero nel Tirolo del nord, dev’essere radicalmente ristrutturato, e che già ora vi si svolgono spesso lavori di ristrutturazione, tanto che nell’aprile 2022 in direzione Innsbruck era percorribile una sola corsia, aggiungeva che ci sono state code a non finire: i durati tre settimane avevano dato un’idea dell’incubo che potrebbe durare anni nel prossimo futuro, quando il ponte sarebbe stato completamente ristrutturato. Il consigliere aggiungeva che una nuova statistica dell’ASTAT sulle cause di morte aveva confermato, una volta di più, la gravità dei danni causati alla salute dal traffico, l’entità dei quali era in aumento: questo faceva della ristrutturazione del ponte Lueg non sono solo un problema interno austriaco, occorreva cercare urgentemente una soluzione bilaterale nell’interesse dell’utenza, della popolazione confinante e dell’ambiente, considerando anche che nell’alta val d’Isarco e oltre il problema del traffico era estremo. E tuttavia, questo tema scottante veniva ignorato per quanto possibile dalla Giunta provinciale: “La Giunta provinciale è informata della situazione in quella zona. Nel caso specifico, si tratta di un progetto infrastrutturale interno dell’Austria, attualmente in fase di negoziazione tra il Land Tirolo, la Asfinag e il Ministero dei trasporti di Vienna”: questa la succinta risposta dell’assessore provinciale alla mobilità, Daniel Alfreider, alla domanda posta dallo stesso Faistnauer nel marzo 2022, se la Giunta provinciale fosse in contatto con l’esecutivo del Land Tirolo sui lavori al ponte Lueg al fine di trovare le soluzioni migliori per la popolazione confinante e per chi usava l’autostrada. Sempre più voci si levavano forti ed esigono soluzioni, molti cittadini erano preoccupati, i passi spesso promessi dai gestori della A22 non davano grandi risultati. A fronte del fatto che la UE aveva stabilito che entro il 2050 la metà del trasporto merci internazionale e gran parte del trasporto passeggeri dovesse essere trasferita su ferrovia, il previsto aumento di capacità dell’autostrada del Brennero andava nella direzione diametralmente opposta. Il transito con alternative per viaggiatori e trasportatori doveva essere ripensato. Il consigliere proponeva quindi di impegnare la Giunta provinciale 1) a commissionare analisi che consentano, tramite appositi modelli, di mostrare gli effetti dell’utilizzo di una sola corsia del ponte Lueg dell’A13 con un numero variabile di utenti della strada; 2) a presentare in modo trasparente queste proiezioni ai Comuni interessati, affinché la popolazione e i politici/le politiche responsabili siano consapevoli delle diverse situazioni; 3) a intervenire presso il competente Ministero a Roma affinché il traffico da Verona in direzione nord venga proporzionalmente limitato per evitare code chilometriche nelle tratte a corsia unica presso i cantieri del ponte Lueg; 4) a intervenire a Roma perché venga finalmente introdotto il divieto per i camion di peso superiore a 7,5 t di passare dall’autostrada a strade minori; 5) ad attuare concretamente, con i Paesi vicini, il principio della borsa dei transiti alpini; 6) a impegnarsi a fondo per l’avvio di colloqui con le autorità austriache riguardo ai lavori su entrambi i lati del Brennero, per poter concertare misure coordinate e per garantire le migliori soluzioni alla popolazione confinante e all’utenza della strada.
Magdalena Amhof (SVP) ha sostenuto che non si sapeva cosa sarebbe successo con la chiusura del ponte Lueg ma da un po’, a fronte di segnali d’allarme, Kompatscher e Alfreider si erano confrontati in merito con i Ministeri. I capigruppo di Tirolo, Alto Adige e Trentino si sarebbero incontrati con i referenti di ASFINAG e A22 per avere tutte le informazioni del caso e verificare quali misure erano state adottate e quali adottare. Tante cose elencate nella mozione erano già in fase di attuazione. La presidente Rita Mattei ha chiarito che l’incontro citato sarebbe stato solo tra i capigruppo di Tirolo e Alto Adige.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che il ponte Lueg era stato costruito negli anni ‘60 in una situazione geologicamente instabile, tanto che una serie di smottamenti aveva reso necessari diversi interventi di ristrutturazione. Per intervenire era possibile costruire un nuovo ponte con tre corsie fino al Brennero, il che avrebbe causato una pressione maggiore, anche perché dal Brennero proseguivano due corsie, oppure costruire una galleria parallela sotto il vicino monte, con sbocco al Brennero, il che avrebbe evitato necessari lavori di ristrutturazione del ponte in futuro e permesso di rinaturalizzare il paesaggio del Brennero.
Paul Köllensperger (Team K) ha ricordato un confronto sul tema del suo gruppo con i colleghi del Tirolo, evidenziando che il nuovo progetto portava il rischio di enormi code. Buona era l’idea dell’incontro con i colleghi tirolesi, ci sarebbe voluta anzi una mozione in Seduta congiunta, ma quanto chiesto dalla mozione non richiedeva il confronto, era plausibile di per sé.
Anche Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha ritenuto che la mozione meritasse sostegno, seppur non in tutti i punti: ha chiesto quindi la votazione per parti separate. Anche la maggioranza si stava muovendo in quest’ambito, doveva prevalere un approccio pragmatico per superare il problema. L’Autobrennero ormai era vecchia, e sarebbero stati molti i cantieri da affrontare in futuro: problematiche di cui tutti si dovevano occupare, anche se la conformazione del territorio lasciava solo una piccola gamma di alternative. Egli ha quindi invitato a fare una dichiarazione d’intenti congiunta per dare un segnale, proponendo di votare la mozione per punti.
L’ass. Daniel Alfreider ha chiarito che il tema non era solo il punte. Su questa acuta questione già da mesi si era in contatto permanente con il Tirolo, ora anche con il nuovo Governo Mattle: alcuni punti della mozione erano quindi già superati. Andava considerata anche la gestione di tutti i cantieri lungo il tracciato, non risolvibile con questa mozione- La prossima settimana egli si sarebbe confrontato con i colleghi di Innsbruck e Monaco, mentre il presidente Kompatscher avrebbe presto incontrato Salvini: era ancora da chiarire il metodo di costruzione, il Tirolo e Asfinag dovevano scegliere tra e varianti. La Provincia aveva proposto il tema degli slot, che era stato sempre criticato. Una soluzione era in esame anche per le uscite dall’autostrada, e ci si doveva confrontare con il Ministero. Peter Faistnauer ha ricordato che lui non aveva criticato la proposta degli slot, e chiesto la pubblicazione degli studi sul traffico e i modelli di calcolo di A22, augurandosi che la SVP accogliesse alcuni punti della proposta, quale segnale verso l’esterno e anche per avere una base per l’incontro a dicembre. La mozione è stata votata per parti separate e respinta: le premesse con 16 sì e 16 no, il punto (1) con 16 sì e 16 no, il punto (2) con 16 sì e 16 no, il (3) con 14 sì, 16 no e 2 astensioni, il (4) con 14 sì, 17 no e 1 astensioni, il (5) con 15 sì e 16 no, il (6) con 15 sì e 16 no.
Con la successiva [mozione n. 636/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667266&blank=Y) Povertà in età anziana (EMENDATA), Andreas Leiter Leber (Die Freiheitlichen), evidenziando che da anni il costo della vita in Alto Adige è notevolmente più alto che in molte altre regioni italiane e, ciò nonostante, l’INPS eroga le pensioni in modo uniforme su tutto il territorio statale, e che di conseguenza i pensionati in Alto Adige, e soprattutto coloro che percepiscono una pensione minima o bassa, hanno un potere di acquisto decisamente inferiore rispetto a chi percepisce lo stesso tipo di pensione in altre regioni italiane, più a sud. La Giunta aveva cercato di contrastare questa situazione con i „contributi al canone di locazione e per le spese accessorie” e “contributi per le spese accessorie per i pensionati”: al momento, coloro che potevano richiedere il “contributo al canone di locazione e per le spese accessorie” erano circa 10.000, tra cui approssimativamente 1.750 persone con più di 65 anni. Tali contributi dal 2013 non erano mai stati adeguati all’inflazione, “al contrario delle nostre retribuzioni, colleghi e colleghe”, ha sottolineato Leiter Reber, evidenziando che già prima dell’aumento dell’inflazione, il contributo di 175-200 euro al mese era piuttosto basso, e ora il suo effetto si stava vanificando. era inoltre necessario informare meglio i cittadini sui loro diritti. Il consigliere ha quindi chiesto di incaricare la Giunta provinciale (1) di sbloccare delle risorse del bilancio provinciale e del fondo di riserva per adeguare all’aumento dell’inflazione gli importi degli interventi assistenziali “contributo al canone di locazione e per le spese accessorie” e “contributo per le spese accessorie per i pensionati”; (2) di lanciare una campagna d’informazione sugli attuali interventi assistenziali e sulle opzioni di sostegno ai pensionati e alle pensionate che percepiscono una pensione minima o bassa, coinvolgendo i Comuni nonché le associazioni sociali e per la terza età; (3) di garantire, in collaborazione con i Comuni, le parti sociali e i patronati, ai cittadini altoatesini di età superiore ai 65 anni un accesso a misura di persona anziana agli aiuti sociali, e di sostenerli attivamente in fase di presentazione della domanda di contributo alle spese accessorie; (4) di verificare fino a che punto i requisiti validi oggi per i due tipi di contributi, “il contributo al canone di locazione e per le spese accessorie” e “il contributo per le spese accessorie per i pensionati”, potessero essere abbassati per i pensionati over 65 che percepivano una pensione bassa, e in che modo si potessero aumentare i contributi concessi.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha evidenziato che quanto proposto era una richiesta minima, che non si poteva non sostenere. In futuro la situazione sarebbe stata ancora più grave delle attuali pensioni minime, per via del passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo: erano infatti necessari stipendi adeguati, e la Giunta doveva attivarsi per garantirlo. Le persone che avevano stipendi che permettevano a mala pena di arrivare fino a fine mese, non si potevano permettere un’assicurazione pensionistica privata, che sarebbe stata necessaria.
Gerhard Lanz (SVP) ha condiviso la necessità di intervenire, e ritenuto importante agire come previsto dai punti 2, 3 e 4, puntando a interventi più mirati. Sulla situazione attuale si poteva intervenire solo con i fondi dell’ultima modifica di bilancio, pertanto il punto (1) non era praticabile. Vero era che bisognava concentrarsi di più, come detto da Rieder, sui contratti collettivi e sulle retribuzioni di base: in questo senso, il suo intervento di ieri su premi aggiuntivi era stato frainteso. La digitalizzazione aveva velocizzato molte procedure, ma anche creato problemi per anziani e altre persone: bisognava sempre monitorare la situazione.
Franz Locher (SVP) ha detto che si andava verso una società a due categorie: una che si poteva permettere tanto e una seconda in grandi difficoltà, anche perché locazioni e spese accessorie erano fuori controllo. La povertà nella terza età era un fattore grave, portava anche a domandarsi chi avrebbe pagato le rette nelle case di riposo, posto che anche i figli non avevano disponibilità. Si chiedeva di aumentare gli stipendi, ed è vero che i lavoratori avevano bisogno di 1.000 € in più, ma dove andavano presi i soldi? A livello pubblico, si poteva ridurre il personale, escludendo quelli delle scuole; l’economia privata li aveva già aumentati. Per risolvere il problema a breve termine era stato fatto un primo passo con il pacchetto di 100 mio. € promosso dalla Giunta, che però erano troppo pochi a fronte di 1,5 mld di bollette energetiche.
Paula Bacher (SVP) ha ricordato il bonus di 500 € previsto dal 1º dicembre. si chiedevano sempre più fondi, ma era necessario trovarli. La Giunta aveva già aumentato la soglia ISEE per il citato bonus, ed era corretto chiedere che queste informazioni arrivassero in modo mirato alle persone interessate.
Marco Galateo (Fratelli d’Italia) ha chiarito che il tema degli stipendi dei lavoratori portava difficoltà anche nel reperimento di personale specializzato, giusto però era considerare le persone che avevano lavorato una vita. Il reddito di cittadinanza non aveva aiutato ad avere un approccio pragmatico verso le cose. In quanto alla domanda su dove prendere i soldi, si potevano promuovere controlli sulle erogazioni già in corso: a volte i beneficiari avevano proprietà o attività all’estero, cosa che riguardava in particolare gli stagionali. Andavano rivisti anche i requisiti d’accesso, perché ISEE e DURP non davano lo stesso risultato.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha ricordato la recente conferenza stampa della Caritas, che aveva evidenziato la necessità di aiuti per molte persone. Tali contributi chiudevano però dei buchi mentre se ne aprivano altri. Era opportuno quindi svincolarsi dallo Stato oppure creare un istituto indipendente per le pensioni, come richiesto in un documento già approvato tempo fa dall’aula, perché era a rischio la pace sociale. La consigliera ha aggiunto che non era chiaro se i contributi oggi versati sarebbero stati sufficienti per il futuro: bisognava intervenire preventivamente. Ha quindi dato sostegno alla mozione.
Helmuth Renzler (SVP) ha sostenuto che per le pensioni ci voleva sostegno, ma una cosa erano le misure di intervento per un reddito basso, altra era un intervento sulle pensioni. Nel 2021 c’erano 147.350 pensionati, le cui pensioni ammontavano a 2,4 mld, con un gettito fiscale di 465 milioni. Le pensioni al di sotto degli 8.000 € l’anno, esentasse, erano parecchie: 30.000 coloro che percepivano una pensione minima. Egli non poteva accettare quello che diceva Rieder in merito a una pensione integrativa, le cui quote – 27 € al mese – erano accessibili a tutti.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha contestato le affermazioni di Locher, che aveva proposto un taglio del 10% del personale amministrativo per pagare di più il rimanente personale: attualmente, si pagavano 20.000 persone, di cui 16.000 competenti per scuole, scuole dell’infanzia, nidi e sistema scolastico in generale. Se si aggiungevano servizio forestale, VVf, servizio strade, restavano 3.000 persone che lavoravano per l’amministrazione vera e propria. Rinunciando a 300 persone si guadagnavano 16 milioni, che non erano certamente sufficienti per aumentare gli stipendi degli altri.
Magdalena Amhof (SVP), chiedendo votazione separata dei singoli punti, ha accolto il punto (4), dicendo che si voleva valutare in che misura aumentare questo contributo. Si era favorevoli anche alla campagna di informazione prevista al punto (2). Non si era d’accordo con il punto (1): gli ultimi pacchetti varati in Consiglio avevano sempre tenuto conto delle pensioni minime .
L’ass. Waltraud Deeg ha condiviso l’obiettivo, facendo riferimento a tempi difficili negli ultimi anni. In una situazione di emergenza, erano necessarie misure per aiutare imprese, famiglie, pensionati. Molti anziani con la pensione minima spegnevano il riscaldamento piuttosto che chiedere aiuto, e non si riusciva a raggiungerli con misure adeguate. Il sistema sociale altoatesino si era però rivelato efficace: certe prestazioni del settore sociale avevano per esempio evitato sfratti, ed erano stati evitati fallimenti. Ai contributi per i costi accessori si era aggiunto il bonus di 500 € a inizio anno. Deeg ha ricordato che con una campagna di sensibilizzazione e informazione era aumentata anche l’adesione delle casalinghe a una contribuzione aggiuntiva. Era inutile criticare costantemente, ha detto Deeg, evidenziando che gli aiuti concreti c’erano: si poteva però dialogare per vedere se si poteva fare di più, lei accettava volentieri i sostegni per trovare finanziamenti nel settore sociale, nonché a diffondere le informazioni. La posizione sulla mozione era già stata illustrata da Amhof. si sarebbe votato a favore dei punti (2), (3) e (4).
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha replicato di non aver criticato il settore sociale, ma di aver detto che le retribuzioni in provincia avrebbero dovuto permettere di non dipendere dai contributi.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha riferito che la sua proposta mirava a un adeguamento all’inflazione degli importi degli interventi assistenziali, ai quali mancavano 40 €. Si voleva dire che mancavano 4 milioni per fare questo adeguamento? Si pensava a votare sulla guerra in Ucraina mandano un voto che sarebbe rimasto a ma in un cassetto, ma si rinunciava a interventi di base come questo: di ciò si vergognava, anche perché stipendi e pensioni dei consiglieri erano stati adeguati.
La votazione sulla proposta avverrà questo pomeriggio. I lavori dell’aula riprendono alle 14.30. Alle 14 è prevista l’assegnazione del premio giornalistico Contro l’odio in rete.
(Autore: MC)
[Lista completa dei comunicati](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp)
Realizzazione: [Informatica Alto Adige SPA](https://www.siag.it)
[CIVIS.bz.it](https://civis.bz.it/)
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