
(AGENPARL) – mar 01 novembre 2022 [image: LOGO CISL CT rettangolare.jpg]
Unione Sindacale Territoriale
CATANIA
http://www.cislcatania.it
*COMUNICATO STAMPA*
L’esecutivo di ieri pomeriggio
*INFLAZIONE, CISL: «A CATANIA LAVORATORI COME SENZA TREDICESIMA. PEGGIO PER
PENSIONATI E FAMIGLIE MONOREDDITO» *
*Attanasio: «**Avviati confronti con amministrazioni locali e Comune di
Catania per politiche di sostegno a fasce più deboli**» «Serve anche
welfare integrato pubblico/privato»*
*Venerdì 4 novembre, a Palermo, manifestazione Cisl contro il caro
energia **“Ridiamo
luce alla Sicilia”*
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Catania, 1 novembre 2022 – «A Catania, definita “capitale italiana
dell’inflazione”, il rincaro annuo per una famiglia media supera i 1.900
euro: è come se lavoratrici e lavoratori dipendenti non ricevessero la
tredicesima. Ma è ancora peggio per pensionati al minimo, famiglie
monoreddito e disoccupati. Ecco perché abbiamo voluto avviare con le
amministrazioni locali della provincia, a partire dal commissario
straordinario al Comune di Catania, un confronto per puntare su politiche
di sostegno alle fasce più deboli».
Lo ha sottolineato Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl
catanese, introducendo i lavori dell’esecutivo provinciale del sindacato
che si è svolto ieri, alla presenza di tutti i segretari delle federazioni
dei lavoratori, dei responsabili dei vari comuni e con Sebastiano
Cappuccio, segretario generale della Cisl Sicilia, per preparare la
manifestazione regionale di venerdì 4 novembre “Ridiamo luce alla Sicilia”,
a Palermo, contro il caro energia.
«La forte accelerazione che hanno subito i prezzi al consumo – ha
continuato Attanasio – si deve soprattutto ai prezzi dei beni energetici
(da +44,5% di settembre a +73,2%) e, in misura minore, ai prezzi dei beni
alimentari (da +11,4% a +13,1%). Purtroppo, in tutto questo, abbiamo il
fondato timore che si siano innescati anche meccanismi speculativi che
nulla hanno a che fare con un temporaneo aumento dell’energia. Insieme al
pane, ad esempio, tanti altri beni di largo consumo senza alcuna
motivazione di filiera hanno avuto dei rincari del 35%. C’è da chiedersi se
quando il Governo interverrà con misure a sostegno di produttori e aziende,
i prezzi torneranno a essere quelli antecedenti a questi rincari».
«Con queste condizioni, straordinariamente negative – ha aggiunto – se
prima le retribuzioni e le pensioni non erano sufficienti a garantire un
adeguato potere d’acquisto, oggi non riescono minimamente a tenere il
passo, creando nuove sacche di povertà marginali e aumentando il
distanziamento tra le fasce sociali.
Secondo il numero uno della Cisl etnea, «per la nostra provincia è
importante dare subito corso a misure di sostegno a imprese e famiglie,
lavoratori e pensionati. Rispondere a un sempre più crescente disagio
sociale nel nostro territorio, certamente acuito da un insostenibile caro
vita, attraverso politiche di sistema che puntino a una più approfondita
vigilanza sulla massa salariale spettante ai lavoratori, secondo la reale
applicazione dei contratti collettivi e dei bonus riconosciuti dallo Stato,
e, al contempo, un modello innovativo di welfare pubblico che si intersechi
con quello aziendale, anche mediante i sistemi della bilateralità».
«Già da qualche settimana – ha ricordato Attanasio – il nostro segretario
nazionale Luigi Sbarra ha chiesto alla Presidente del Consiglio Meloni che
il governo intervenga con provvedimenti rapidi, efficaci e strutturati per
fermare la corsa dei prezzi di energia e beni alimentari. È indispensabile
applicare un tetto sociale al costo dell’elettricità e l’azzeramento Iva
sugli acquisti di beni di largo consumo per le fasce sociali deboli.
«A livello regionale e locale – ha proseguito il segretario – abbiamo più
volte ribadito che siamo anche al fianco di tutte le imprese che si trovano
in gravi condizioni a causa dell’aumento dei costi dell’energia e delle
ripercussioni negative scaturite da esso. Abbiamo già chiesto al nuovo
governo regionale nuove politiche industriali, infrastrutturali ed
energetiche da organizzare e condividere. Ma allo stesso tempo, chiediamo
un serrato controllo sui prezzi per verificare, ed eventualmente arrestare
con assoluta urgenza, tentativi di speculazione. Ma, contestualmente, a
chi, in modo strumentale, invocava la piazza, abbiamo ribadito come non
crediamo sia opportuno e funzionale oggi soffiare sulle piazze, ciò quando
gli esecutivi si stanno creando e senza aver prima ascoltato quali
interventi il governo vuole mettere in campo.
«Oltretutto – ha ammonito Attanasio – chi soffia sulle piazze adesso, ha
ben altri motivi che rivendicare norme che tutelino il potere d’acquisto o
che possano calmierare i costi dell’energia, piuttosto dovrebbero spiegare
come mai chiedono interventi dello Stato, ivi compresa una moratoria su
tutte le tasse e i prestiti governativi concesso loro nel periodo di
emergenza sanitaria e ammortizzatori sociali, mentre respingono la proposta
di un blocco dei licenziamenti».
In conclusione, «occorrono, invece, azioni, concrete che puntino a dare
risposte alle lavoratrici e ai lavoratori, alle famiglie, ai pensionati, a
chi con tanti sacrifici manda avanti esercizi commerciali e piccole
imprese: sarebbe populistico e demagogico, fin troppo semplice, seguire
l’onda e parlare alla pancia delle persone. Solo a un mancato ascolto
protesteremo con merito e metodo nelle piazze e nei luoghi del lavoro».
*Nella foto, da sin. Quadronchi, Attanasio, Cappuccio, Portale.*
Per l’U.S.
Rosario Nastasi OdG 66381
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