(AGENPARL) – mer 19 ottobre 2022 [Soleterre Strategie Di Pace Onlus – Open-cooperazione.it]
DAMIANO RIZZI /BONUS PSICOLOGO: “UNA MOLTO LIMITATA MISURA DI INTERVENTO.
OCCORRE UNA LEGGE QUADRO CHE UNISCA LE BUONE ESPERIENZE E I PROGETTI EFFICACI PUBBLICI E PRIVATI FATTI IN OGNI SINGOLA REGIONE”
NOTA STAMPA
Milano, 19 ottobre – “Una misura di politica sanitaria nel campo della salute mentale, e non solo, è efficace se è capace di dare le medesime opportunità di ottenere il benessere mentale a qualsiasi età, in particolare i soggetti più vulnerabili o a rischio. Questo non accade con il bonus psicologico perché solo 1 su 9 richiedenti ne potrà beneficiare. Si tratta quindi di una molto limitata misura di intervento. Seppur meritevole è di poco aiuto concreto” – dichiara Damiano Rizzi, Presidente di Fondazione Soleterre e Psicologo Clinico presso Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia in merito al boom di richieste per il bonus psicologo, soprattutto dalla fascia under 35. “In particolare, non stupisce la grande richiesta fatta dai giovani: i disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva sono molto frequenti e si stima ne sia affetto tra il 10 e il 20% della popolazione infantile e adolescenziale tra gli 0 e i 17 anni. Se non si interviene subito, i sintomi peggiorano e da sintomatologie depressive e ansiose si possono avere disturbi psichiatrici più gravi sino a conseguenti atti autolesivi e tentativi di suicidio. Non bastano, nel caso italiano i soli interventi pubblici o il solo sostegno economico ai Distretti di Salute Mentale (le neuropsichiatrie infantili). Occorre una legge quadro che unisca le buone esperienze e i progetti efficaci pubblici e privati fatti in ogni singola Regione (dallo psicologico scolastico a quello per le cure primarie sino ai consultori famigliari e al lavoro delle tante associazioni e ONG) per creare una vera rete accreditata e capace di attrarre anche fondi privati. Altrimenti il danno sarà molto grave per intere generazioni presenti e future. Chiediamo al nuovo nascente governo di aprire un tavolo permanente sul tema che coinvolga attori pubblici e privati. Non un D-DAY ma uno PSY-DAY che trasformi in meglio e radicalmente la scarsa possibilità di ottenere aiuto oggi se non si hanno possibilità le economiche. E per alcune patologie neppure se si hanno grandi risorse economiche”.
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